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Libia, per tornare ai vecchi guai. Le forze di Tripoli hanno strappato al generale le città verso il confine con la Tunisia, spezzando l’accerchiamento di Tripoli. Il leader della Cirenaica ha risposto ieri bombardando la capitale

A Sabratha il primo grande successo dei turchi in Libia

«Un vero e proprio tracollo quello dell’Esercito Nazionale Libico sul fronte occidentale, tra Tripoli e il confine tunisino», lo definisce Analisi Difesa. «Le milizie di Haftar che cercavano da mesi di penetrare nella capitale libica da ovest sono state sconfitte e poi travolte nelle ultime 36 ore da una massiccia offensiva delle milizie del Governo di Accordo Nazionale appoggiate e integrate da milizie siriane turcomanne guidate da ufficiali turchi». L’offensiva sarebbe stata guidata sul campo da ufficiali turchi con un ampio impiego di droni e artiglieria per localizzare e non dare tregua alle forze dell’LNA.

«Il 13 aprile droni turchi avrebbero colpito il quartier generale nemico a Sabratha uccidendo parte degli ufficiali dello stato maggiore dell’LNA in quel settore del fronte e favorendo così il successivo sbandamento delle truppe di Haftar».

Le forze di Haftar si sarebbero ritirate nella base aerea di al-Watiya, una sessantina di chilometri a sud-ovest di Sabratha già attaccata senza successo nelle scorse settimane dal GNA. Il giornale web Libya Observer, organo di governo, parla di “completo collasso dei gruppi armati del signore della guerra Haftar” ma certamente esagera. Rusulta che a Sabratha e negli altri centri abitati forze dell’LNA continuino a combattere a giudicare dagli appelli alla resa lanciati loro ieri dal comando delle forze di Tripoli.

Qualche morto in più ad aiutare il virus

«È stato un altro giorno di guerra in Libia quello appena trascorso. Un conflitto radicato che nemmeno l’emergenza Covid-19 frena, nonostante il peso insormontabile sulle spalle di un sistema sanitario già collassato da anni», scrive Chiara Cruciati sul Manifesto. «Le forze del generale Khalifa Haftar hanno pesantemente bombardato la capitale Tripoli, reazione furiosa alla controffensiva di successo a ovest dal rivale al-Sarraj». Il ‘generale perdisempre’, aveva ironizzato ieri Remocontro,  contro il premier del governo di  ‘Accordo nazionale’ –governo e accordo- che che esistono ormai solo nelle carte Onu e finzioni diplomatiche.

La rabbia di Haftar

Sono state colpite diverse abitazioni vicino la base aerea di Mitiga, ma non si sarebbero registrate vittime. «Il giorno precedente, lunedì, le forze tripoline avevano strappato alle milizie legate all’autoproclamato Esercito nazionale libico (Enl) di Haftar le città costiere a ovest della capitale: Surman, Sabrata, Al-Ajilat, Al-Jamail, Riqdalin, Al-Essa e Zeltin, in direzione del confine tunisino». Ribaltamento di fronti e controffensiva  a sorpresa possibile, solo grazie ai droni inviati dalla Turchia. «Colpiti anche i convogli di Haftar in ritirata, facendo numerose vittime: avanzando lungo la costa occidentale, fino alla frontiera di Ras Jdeir, il Gna ha così spezzato l’accerchiamento della zona di Tripoli».

‘Tempesta di pace’

Tra ironia e spudoratezza, l’operazione chiamata ‘Tempesta di pace’, «grazie all’alleato turco, ormai indispensabile – permette a Sarraj di tirare un po’ il fiato». Ma Haftar costretto alla ritirata non gradisce, e cambia fronte e va all’attacco di Misurata, la città chiave delle milizie che sostengono le fragilità di Sarray. «Ieri, riporta Agenzia Nova, l’esercito di Bengas ha assunto il controllo dell’ingresso occidentale della strategica città-natale di una delle milizie libiche più potenti fin dal 2011 e ufficialmente alleata del Gna».

Ma la guerra lampo di Haftar?

Osservazione non solo legittima ma dovuta da parte di Chiara Cruciati. «Ma quella che doveva essere una guerra-lampo, lanciata ormai un anno fa dal generale libico, non sta portando alcun risultato se non un ulteriore collasso socio-economico del paese e una divisione politica incistata e sempre più difficile da rimuovere con l’arma della diplomazia. Tanto più alla luce della scarsa volontà di dialogo e della pressoché totale assenza di interessi comuni tra i due fronti regionali opposti, quello pro-Tripoli e quello pro-Bengasi».

Sorgente: Turchia direttamente nella guerra in Libia, presa la costa ovest, Haftar in ritirata bombarda Tripoli –

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