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Le celle dedicate sono però in esaurimento. Ai reclusi, tablet per videochiamate alle famiglie

Genova – Nessun detenuto attualmente positivo, celle d’isolamento con quarantena di 15 giorni per tutti i nuovi arrestati. È in questo modo che il carcere di Marassi, insieme a tutte le altre case circondariali liguri, sta affrontando l’emergenza coronavirus e cercando di contenere i contagi.

Con la consapevolezza che anche un solo detenuto positivo potrebbe portare a scenari drammatici. Soprattutto alla luce di un sovraffollamento cronico che vede nel primo carcere ligure stipati ad oggi 736 detenuti, duecento in più rispetto a quelli della capienza. E così (in attesa dell’arrivo dei braccialetti elettronici per chi ha pene lievi) per evitare che nuove persone arrestate tradotte in carcere possano aver contratto il virus e diffonderlo agli altri detenuti si è deciso di sistemare ogni nuovo recluso in celle d’isolamento per 14 giorni. Periodo in cui non avrà contatti con nessuno. E però il carcere di Marassi, così come gli altri istituti liguri, dispone di un numero limitato di queste celle d’isolamento che sono quasi esaurite. Per questo i sindacati hanno chiesto di affrontare il problema nel caso in cui un nuovo detenuto faccia ingresso in carcere e non ci siano celle a disposizione: «Si tratta di un bel problema – spiega Michele Lorenzo, segretario del Sappe, sindacato autonomo della polizia penitenziaria- che rischia di vanificare un lavoro capillare fatto fino ad ora. Per questo abbiamo chiesto all’amministrazione di organizzare la riapertura del carcere di Savona dove, a nostro avviso, dovrebbero essere allestite una ventina di celle per l’isolamento alla luce dell’esaurimento dei posti ad Imperia e la situazione analoga di Marassi. Questo per fare in modo che i nuovi arrestati abbiano un luogo dove affrontare la quarantena e sia scongiurato il rischio dei nuovi contagi».

A partire dalla scorsa settimane proteste e rivolte all’interno delle case circondariali liguri sono cessate. Ora la situazione è pressoché tranquilla anche alla luce della decisione dell’amministrazione di fornire a turno tablet e smartphone ai detenuti per fare in modo che possano fare telefonate e videochiamate alle famiglie.

Questo per sopperire al blocco dei colloqui, misura necessaria per contenere il contagio. In pratica ogni detenuto fornisce un numero di telefono o indirizzo Internet dove poter chiamare. Numero che, per ragioni di sicurezza, viene vagliato dalla polizia penitenziaria.

A livello nazionale sono stati messi a disposizione più di duemila tra tablet e dispositivi mobili. All’interno del corpo sono due gli agenti, invece, che hanno contratto da familiari il Covid 19 in provincia di Genova. Ma viene evidenziato come gli stessi agenti non siano in condizioni critiche e che al tempo stesso nessuno di loro lavorava all’intero di case circondariali e dunque non è stato necessario procedere con l’isolamento dei detenuti eventualmente entrati in contatto con loro.

Sorgente: Quarantena in isolamento per i nuovi detenuti, i penitenziari liguri arginano il contagio – Il Secolo XIX

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