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Lisbona, 25 aprile 1974. A mezzanotte e dieci la radio portoghese trasmette una canzone che, pur essendo in libera vendita, non era trasmessa né eseguita in pubblico. Qualche censore insonne pensò che la mattina successiva avrebbe fatto il finimondo e sarebbero cadute parecchie teste, ma non andò così. «Grândola vila morena», composta dal musicista antifascista José Antonio, fu il segnale dato dal Movimento delle Forze Armate per quella notte.

 

Rivoluzione ‘dei garofani’ per caso

La mattina del 25 aprile 1974 Celeste Martins Caeiro era andata a lavorare al Rua Braamcamp, un ristorante self-service di Lisbona che quella stessa mattina avrebbe dovuto festeggiare il suo primo anno di attività. In città però, dalle prime luci dell’alba, si muovevano anche colonne di veicoli blindati dell’esercito che avevano giù circondato i palazzi governativi nella zona di Terreiro do Paço. Alla popolazione civile era stato rivolto l’appello di restare a casa e il proprietario, costretto a non aprire il ristorante, aveva allora distribuito ai dipendenti i fiori, preparati come omaggio per quella giornata particolare, e li aveva fatti tornare a casa. Nonostante l’appello la gente era però scesa in strada lo stesso e Celeste Caerio, tornando a casa intorno alle nove del mattino nei presi di Praça do Comêrcio, si era rivolta a un soldato chiedendo cosa stesse davvero succedendo. «Stiamo andando a Carmo a prendere Marcelo Caetano», era stata la risposta secca e Celeste – ignorando ancora che il gesto del tutto spontaneo che stava compiendo avrebbe assunto un significato simbolico e politico enorme – donò appunto quel mazzo di garofani che stava portando a casa. Il resto accadde in fretta e i garofani si moltiplicarono velocemente sui taschini delle uniformi mimetiche, sui berretti dei militari e perfino nelle canne dei fucili.

Un capitano convincente

Ben diversa in quelle ore la vicenda del capitano Fernando José Salgueiro Maia, soprattutto per la sua piena consapevolezza di quello che stava accadendo. Salgueiro Maia, che aveva già trascorso tre anni di guerra coloniale in Guinea-Bissau e altrettanti in Mozambico, aveva allertato la sua unità nel cuore della notte e da Santerém era arrivato a Lisbona poco prima dell’alba come gli era stato ordinato dal  Movimento delle Forze Armate. La sua missione era molto delicata e rischiosa perché avrebbe dovuto circondare i palazzi governativi. Nel frattempo però, poiché i movimenti di truppa non erano sfuggiti né alla polizia politica (la famigerata Pide), né ai comandi stessi, a proteggere i palazzi era in marcia anche un reparto fedele al governo. Salguerio arrivò per primo, ottenendo il plauso del ministro che troppo tardi si accorse invece che le truppe intorno al comando  erano in realtà costituite da ‘ribelli’. Quando si presentarono sulla piazza i blindati dei governativi, Salgueiro Maia fu tanto eloquente da convincerli a passare dalla loro parte. La stessa abilità la dimostrò di fronte al secondo tentativo di sgomberare la piazza: i militari sui carri armati governativi rifiutarono l’ordine di sparare, scesero dai mezzi e si unirono agli insorti. Fu infine lo stesso Salguerio a circondare il palazzo sede della polizia politica e a fermare temporaneamente Caetano prima che partisse in esilio prima a Madera e poi in Brasile.

Otelo Saraiva de Carvalho detto «Oscar»

Altro protagonista della ‘rivoluzione dei garofani’, anche egli veterano delle guerre coloniali, fu Otelo Saraiva de Carvalho che da prima di mezzanotte aveva raggiunto il comando degli insorti. Da li, utilizzando il nome in codice «Oscar», il tenente colonnello condusse la rivoluzione portoghese praticamente al telefono fronteggiando diverse situazioni che avrebbero potuto trasformarsi in catastrofi o massacri. Le forze governative, ad esempio, visto l’insuccesso dei reparti blindati inviati in rinforzo dei ministeri, decisero di impiegare sul mare (o meglio l’estuario del Tago) davanti alla piazza una fregata per sparare sui rivoltosi. «Oscar» fece presente al governo che la stessa fregata era però sotto tiro degli insorti perché sulla riva opposta era stata piazzata una batteria di cannoni. La fregata fu quindi costretta a ritirarsi anche perché, nel frattempo, a bordo era scoppiato un ammutinamento.  Fu sempre Otelo de Carvalho a convincere il generale Ambrogio Spinola, il comandante delle forze armate da poco rimosso da Caetano, ad imprimere una svolta democratica al colpo di Stato ed ad assumerne la guida provvisoria. Prima della mezzanotte fu emesso un decreto di rimozione di tutti i funzionari del regime. Dai tempi di Salazar, che aveva assunto il potere dal 1926 trasformando il Portogallo in una dittatura fascista, era tornata la democrazia.

Da quando la radio aveva trasmesso «Grândola vila morena» erano trascorse meno di ventiquattro ore.

 

Sogente: remocontro.it

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