Mano a mano che la storia ci allontana da quel fatidico 1945, diventano più forti il rischio e il dolore di perdere la memoria diretta di quello straordinario, drammatico passaggio d’epoca. Uno a uno i partigiani ci lasciano, e in un momento come questo, nel quale la vita degli italiani più anziani è messa a repentaglio dalla malattia, il valore della vecchiaia, della memoria, dell’esperienza ci sembra inestimabile. Un tesoro che avremmo voluto saper custodire meglio. Anche per questo è importante che siano tantissimi a raccogliere quella testimonianza.

di GAD LERNER, CARLO PETRINI e MICHELE SERRA
Tra i promotori di un appello per la Festa della Liberazione, noi tre siamo i più prevedibili.Quasi scontati. Tre firme diRepubblica , tre italiani di sinistra.Ma se avrete la pazienza di leggere sul sito di Repubblica il lunghissimo elenco dei firmatari dell’appello “25 aprile 2020 #iorestolibero” avrete molte, anzi moltissime sorprese. È una piccola folla di nomi noti e meno noti profondamente diversi tra loro per mestiere, censo, ruolo sociale, formazione culturale, idee politiche. Soprattutto per le idee politiche. A loro, nei prossimi giorni, contiamo si aggiunga una grande folla che abbia le stesse caratteristiche di varietà umana e pluralità delle opinioni. Sarà la prova, oltre ogni migliore aspettativa, che il 25 aprile si festeggia la nascita della democrazia e il ritorno della libertà: e la libertà è di tutti. Festa civile, di liberazione, di rinascita, di ricostruzione. Chi la osteggia o la ignora, concrescente vigore negli ultimi anni, o non ne ha colto la natura, o lo fa, molto semplicemente, perché tra fascismo e democrazia preferisce il primo. Il valore aggiunto, quest’anno, sarà reagire alla vita in stato d’assedio cui ci costringe la pandemia. Un unicum , speriamo, che chiede risposte altrettanto uniche.
Sorgente: C’è una piazza per il 25 aprile – la Repubblica