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Anche per Salvini come per Conte, la gestione dell’emergenza potrebbe rivelarsi decisiva per il suo futuro politico

di Barbara Fiammeri

Coronavirus, messaggio di Conte alla Nazione: l’Italia ce la farà

Alla fine il compromesso è stato: chiudiamo immediatamente le scuole, come chiedevano i ministri del Pd e il titolare della Salute, Roberto Speranza, ma per ora fino al 15 marzo per non creare ulteriore allarme – questa la preoccupazione del premier – nelle famiglie. La decisione è stata ufficializzata solo nel tardo pomeriggio da Conte, dopo che la notizia era già rimbalzata sui principali siti e nelle tv.

Le tensioni dentro la maggioranza
Il presidente del Consiglio ha spiegato che l’attesa è stata determinata dalla necessità di ascoltare il parere degli esperti. Ma quell’intervallo di tempo e la diffusione non coordinata delle notizie conferma anche la tensione dei rapporti all’interno dell’esecutivo con la delegazione del Pd guidata da Enrico Franceschini, sempre più insofferente per come da Palazzo Chigi è stata gestita l’emergenza.

L’insofferenza del Pd
Il partito di Nicola Zingaretti finora è stato il principale alleato e sostenitore del premier, certamente più del M5s alle prese con le sue lotte interne. Ma un conto è dover difendere Conte dagli assalti di Salvini, altro è essere suoi alleati qualora il commander in chief si rivelasse inadeguato a gestire quella che, a tutti gli effetti e senza enfasi, può essere definita una guerra.

L’emergenza economica
La risposta arriverà nelle prossime settimane e dipenderà anzitutto dall’evoluzione dell’epidemia, se la campagna per arginarla, anche attraverso la chiusura delle scuole, mostrerà di aver funzionato. Il tempo dell’emergenza Coronavirus incide infatti direttamente sull’altra grande emergenza destinata ad occupare da ora ai prossimi mesi l’attenzione di tutti: quella economica.

Le oscillazioni di Salvini
È una preoccupazione che impone allo stesso tempo un generale maggior senso di responsabilità. Perché in tempo di guerra i toni da comizio non sono efficaci così come gli attacchi al proprio governo attraverso media esteri, come ha fatto Matteo Salvini nei giorni scorsi. Il leader della Lega ondeggia anche lui tra appelli all’unità, accompagnati anche dalla disponibilità a partecipare a un governo, alle solite sparate contro l’esecutivo su cui sono puntati gli occhi del mondo.

In arrivo le proposte del centrodestra
Salvini giustamente aveva stigmatizzato, e proprio per la stessa ragione, le parole di Conte che aveva criticato l’ospedale di Codogno mettendo in discussione il nostro sistema sanitario. Ma le sue dichiarazioni al Pais non sono state meno gravi. Soprattutto perché arrivano dal leader dell’opposizione e del principale partito italiano. Adesso però sembra tornato a indossare panni più istituzionali offrendo proprio in queste ore, assieme a Giorgia Meloni e Antonio Tajani, la collaborazione dei partiti del centrodestra. In una conferenza stampa davanti al Senato, Salvini ha anticipato che presenterà al Governo le loro proposte per l’emergenza «nella speranza – ha sottolineato – che ci sia la volontà di ascoltarci» perché, ha poi aggiunto, «responsabili sì ma spettatori no».

Il segnale di unità delle opposizioni
Una scelta quella di parlare assieme alla leader di Fdi e al braccio destro di Berlusconi, per dare un segnale di unità dell’opposizione che finora era mancato. Anche per Salvini del resto, come per Conte, la gestione dell’emergenza potrebbe rivelarsi decisiva per il suo futuro politico: ancora una volta i destini del premier e del numero uno della Lega tornano ad incrociarsi.

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Sorgente: L’emergenza e i destini incrociati di Conte e Salvini – Il Sole 24 ORE

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