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L’Italia allunga il passo verso il vaccino. Dopo che in Usa, a Seattle, è stata decisa per giugno la prima inoculazione in una manager di 43 anni e in Russia, a Nosibirsk Siberia, hanno iniziato a fare test sugli animali.
I primi risultati della sperimentazione pre-clinica del vaccino italiano, infatti, già ad aprile. E, per contribuire al suo sviluppo, è partita una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding GoFundMe. Lo ha annunciato l’azienda italiana di Castel Romano, Takis, che per prima in Europa è pronta a testare il suo vaccino Covid-19 su modelli preclinici. L’Italia, oltre che per l’organizzazione sanitaria nell’emergenza, dunque, diventa modello per la ricerca dei percorsi di profilassi e cura.
L’obiettivo è quello di verificare la tollerabilità e la sicurezza del farmaco ottenuto a partire da un frammento del materiale genetico del virus. Con ogni probabilità i test saranno avviati già questa settimana dopo il sì del ministero della Salute. Se tutto andrà per il meglio le prove sull’uomo subito dopo l’estate.

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I FONDI
«È il primo passo per portare il vaccino alla popolazione. Proprio per la mancanza di finanziamenti pubblici è partita la raccolta fondi», spiega Luigi Aurisicchio, fondatore e amministratore di Takis. In aprile è atteso il test di un altro vaccino italiano messo a punto dall’azienda italiana ReiThera.
Ai blocchi di partenza anche le sperimentazioni di nuove strategie terapeutiche. Mercoledì scorso l’Agenzia italiana del farmaco ha dato il via allo studio del medicinale contro l’artrite reumatoide sui pazienti contagiati dal Covid-19 e giovedì prossimo inizierà la seconda fase.
IL COTUGNO
I risultati preliminari si rivelano molto promettenti. Come è stato annunciato la scorsa settimana dai ricercatori che hanno messo a punto la sperimentazione: l’Istituto nazionale per i tumori di Napoli con l’Università di Modena e l’Istituto di ricerca di Reggio Emilia.
I primi sottoposti alla cura sono stati alcuni ricoverati all’ospedale per malattie infettive Cotugno di Napoli.
Allo studio potranno partecipare tutti i centri clinici e verrà gestito dalla piattaforma web dell’Istituto Pascale di Napoli. Il farmaco contro artrite, il tocilizumab, viene affiancato alle terapie antivirali. Oggi questo abbinamento potrebbe concretamente diventare un’arma in grado di contrastare le complicanze polmonari da Covid 19 e, quindi, decongestionare le terapie intensive.

I COMITATI ETICI
Velocità e semplificazione sono le parole d’ordine che oggi sembrano guidare il percorso della ricerca sulle cure ricorda il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini. Il decreto Cura Italia punta alla centralizzazione degli studi in modo che tutti i centri prendano decisioni allo stesso modo e seguano un protocollo unico concordato.
È stata resa più semplice anche la decisione dei vari comitati etici che sono nei centri di ricerca. Per gli studi ci dovrà essere un unico comitato di riferimento all’Istituto Spallanzani di Roma. La coralità scientifica dovrebbe essere totale. Il Comitato etico unico nazionale deve acquisire le proposte di sperimentazione sui medicinali (anche le richieste di uso compassionevole) esprimendo un parere unico valevole su tutto il territorio nazionale.

 

Sorgente: Coronavirus, vaccino italiano: ad aprile il primo risultato dei test

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