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Il recupero è partito dalla Piazze asiatiche e prosegue con l’Europa, che accelera il passo con rialzi anche fino al 3%. Il greggio, dopo la seduta peggiore dal 1991, cresce fino al 10% e sostiene soprattutto i titoli del comparto petrolifero. A Piazza Affari accelerano Eni, Saipem e Tenaris, mentre in coda ci sono le banche. Lo spread è in calo verso i 200 punti

di Stefania Arcudi

REUTERS)

Petrolio in netto rimbalzo fino a +10% dopo il crollo del 9 marzo, la seduta peggiore dal 1991, e mercati che provano a scommettere su azioni concertate decise per contenere il coronavirus, scongiurando una recessione globale che molti danno quasi per scontata. E’ questa la ricetta a cui si affidano le Borse europee per recuperare almeno in parte il terreno perso alla vigilia: a metà seduta Parigi, Francoforte, Londra e Madrid guadagnano tutte più del 2%. Più lenta Milano, che riduce i guadagni della prima parte della seduta (+3%), innescati dal rally di Diasorin(+12%): il gruppo farmaceutico ha annunciato passi avanti per l’introduzione di un test molecolare per l’identificazione rapida del nuovo coronavirus Covid-19.
A frenare Piazza Affari, che come ha spiegato l’Ad Jerusalmi resterà operativa giudicando inutili provvedimenti di chiusura delle contrattazioni, sono le nuove misure annunciate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che estendono a tutta l’Italia i provvedimenti restrittivi già varati per la Lombardia per contenere l’epidemia di coronavirus.

In generale, il recupero del petrolio e la speranza che i governi riescano a mettere in campo misure concertate e aggressive per evitare che l’epidemia di coronavirus diventi una pandemia (l’Oms per il momento ha evitato di usare questa parola, pur ammettendo di essere molto vicino a farlo vista la gravità della situazione) hanno dato fiato prima alle Borse asiatiche e poi all’Europa. Dopo il crollo di lunedì 9, con i future del greggio in calo oltre del 30% nella giornata peggiore dal 1991 con la guerra dei prezzi innescata da Russia e Arabia Saudita dopo il nulla di fatto dell’Opec+, il petrolio rimbalza e si risolleva dai minimi in oltre 4 anni, grazie anche al fatto che il ministro dell’Energia russo ha detto che Mosca non chiuderà le porte all’Opec.

Bene i petroliferi, a Piazza Affari svetta Diasorin con test coronavirus
Questo sostiene in primis i titoli del comparto petrolifero, che ieri hanno registrato la performance peggiore. A Piazza Affari scattano infatti Saipem ed Eni, seguite a ruota da Tenaris. Sul Ftse Mib pochi i titoli in ribasso, come le utility e Mediobanca.
A svettare però è Diasorin, arrivata a guadagnare anche il 12%, dopo avere annunciato di aver completato gli studi necessari per supportare l’approvazione Ce e Fda Eua di un innovativo test molecolare per l’identificazione rapida del nuovo coronavirus Covid-19. Bene anche Stmicroelectronics e Juventus , che inverte subito la rotta dopo l’avvio in calo di oltre 2 punti sulla scia della sospensione del campionato di calcio. In coda le banche e Atlantia: oltre alle ricadute del calo dei volumi di traffico legate al nuovo decreto del Governo in risposta al coronavirus, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore il progetto di aggregazione di Aspi in F2i sarebbe stato bloccato perché il Governo sarebbe contrario.

Le cause del tracollo
A tenere sotto scacco i mercati sono due elementi. Il primo, ovvio, è legato al dilagare del coronavirus: questo pone infatti sempre più dubbi sull’andamento dell’economia globale. Ormai nessuno azzarda previsioni definitive, ma gli economisti stanno tutti tagliando le stime sulla crescita globale: per l’Eurozona ormai le ultime previsioni per il 2020 vanno dallo 0,4% di Ing allo 0,6% di Bank of America, per gli Usa si va da 1,2% a 1,6%.

Il timore generale è che l’economia globale non si muoverà più a “V” come si pensava fino a pochi giorni fa (forte calo e forte ripresa una volta terminata l’emergenza virus), ma a “L” (forte calo e nessuna ripresa dopo).

Ma dallo scorso weekend a questo si è aggiunto un motivo ulteriore, che ha aggravato il crollo dei mercati lunedì e che li mantiene nervosi anche oggi: la guerra petrolifera tra Arabia Saudita e Russia dopo il fallimento dell’Opec Plus per volontà russa e la conseguente risposta dell’Arabia che invece di tagliare la produzione l’ha aumentata. Una guerra che non solo fa cadere il prezzo del petrolio, ma che rischia di mettere in crisi soprattutto le aziende del settore più indebitate. A partire da quelle statunitensi dello shale oil. Questo sta mettendo pressione non solo alle Borse, ma anche ai mercati delle obbligazioni aziendali: secondo un indice di Bloomberg, lo stress finanziario sui mercati obbligazionari, monetari e del credito degli Stati Uniti è tornato al massimo dal 2009.

Andamento dello spread Btp / Bund

Spread in calo verso i 200 punti
Andamento in calo per lo spread tra BTp e Bund che torna verso i 200 punti base dopo la seduta nera del 9 marzo. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin T0005383309) e il pari durata tedesco sul mercato secondario Mts ha segnato una prima posizione a 222 punti base, dai 225 punti registrati nel finale di ieri, per poi attestarsi poco sopra i 200. Continua invece a salire il rendimento del decennale benchmark italiano, all’1,44% dall’1,42% di ieri.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

La Borsa di Milano

La Borsa di Francoforte

Sorgente: Borse europee credono al rimbalzo. Milano più lenta. Diasorin vola con il test sprint sul coronavirus – Il Sole 24 ORE

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