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Bologna…11 marzo 1977 l’omicidio del Compagno Francesco Lorusso da parte della polizia di Stato,aveva 25 anni
Una lapide commemorativa è stata posta in corrispondenza del luogo ove lo studente cadde colpito a morte, in via Mascarella 37 a Bologna.
Il testo della lapide recita:
“I compagni di Francesco Lorusso qui assassinato dalla ferocia armata del regime l’11 Marzo 1977 sanno che la sua idea di uguaglianza di libertà e di amore sopravviverà ad ogni crimine.
Francesco è vivo e lotta insieme a noi”
Tramontani non fece un giorno di carcere né per avere ucciso Francesco Lorusso né per aver sparato con un fucile sulla folla ad altezza uomo.
Nessuno è Stato. Non è Stato nessuno.
.”….A che punto è la città?
La città in un angolo singhiozza,
Improvvisamente da via Saragozza
le autoblindo entrano a Bologna.
C’è un ragazzo sul marmo, giustiziato.
A che punto è la città?
La città si ferisce
camminando
sopra i cristalli di cento vetrine.
A che punto è la città?
La città piange e fa pena.
Poi elicotteri in aria
perché le vetrine son rotte
Le vecchiette allibite
perché le vetrine son rotte
Commendatori adirati
perché le vetrine son rotte
I tramvieri incazzati
perché le vetrine son rotte
Tutte le strade deserte
perché le vetrine son rotte
Carabinieri schierati.
perché le vetrine son rotte
Sessantamila studenti
perché le vetrine son rotte
Massacrati di botte
perché le vetrine son rotte.
A che punto è la città?”
11 marzo 1977.
Alle 10 del mattino di quell’11 marzo del 1977, il movimento cattolico integralista Comunione e Liberazione aveva indetto un’assemblea all’Università di Bologna. Un gruppo composto da studenti di medicina e militanti dei gruppi della “sinistra rivoluzionaria” cerca di entrare nell’aula ma viene respinto con violenza dal servizio d’ordine di CL. La protesta si estende e il rettore chiede l’intervento delle forze dell’ordine. La tensione sale. Un carabiniere spara ben 12 colpi di winchester. Volano molotov. Francesco Lo Russo, studente di medicina e militante di Lotta Continua viene ucciso in via Mascarella dai carabinieri con un colpo sparato alla schiena. Il proiettile non verrà mai ritrovato: impossibile la perizia balistica. La reazione del movimento è imponente. Nasce il movimento del ’77, uno spartiacque storico per molti e diversi aspetti. Il ministro degli Interni, Francesco Cossiga, manda mezzi blindati e cingolati nelle strade centro di Bologna. La città è profondamente ferita, non tornerà mai più quella di prima.

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Sorgente:  ricerca su facebook – Luisa Castagnoli


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