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Per fare davvero i conti con la Shoah per il capo dello Stato è necessario debellare i virus di odio e razzismo

di Nicoletta Cottone

«In Italia, sotto il regime fascista, la persecuzione di cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all’acqua di rose. Fu feroce e spietata». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella nel “Giorno della memoria” spiegando che tra «il carnefice e la vittima non può esserci mai una memoria condivisa» e che se «il perdono esiste e concerne la singola persona offesa, non può essere inteso come un colpo di spugna sul passato». Al Quirinale si è svolta la celebrazione del “Giorno della Memoria”, aperta dalla proiezione di un filmato dal titolo “Shoah: figli del dopo”, realizzato da RaiStoria, e accompagnata dall’intervento dello psichiatra, Alberto Sonnino.

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La testimonianza di Rosanna Bauer e Federica Wallbrecher
Alla cerimonia sono intervenuti la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. L’attrice Valentina Bellè ha letto una poesia di Anna Segre e alcuni brani del testo di Helga Schneider. Rosanna Bauer e Federica Wallbrecher hanno portato la loro testimonianza.

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Debellare virus di odio e razzismo
Un discorso forte, quello del capo dello Sttao, che ha ricordato che «per fare davvero i conti con la Shoah non dobbiamo rivolgere lo sguardo soltanto al passato. Perchè il virus della discriminazione, dell’odio, della sopraffazione, del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica, ma attiene strettamente ai comportamenti dell’uomo. E debellarlo riguarda il destino stesso del genere umano».

L’antisemitismo a volte si traveste da antisionismo
Il presidente della Repubblica ha voluto ribadire «una volta per tutte l’impegno contro il razzismo, l’odio, la guerra e la sopraffazione. Contro l’antisemitismo, di vecchio e nuovo conio, che talvolta si traveste da antisionismo, negando il diritto all’esistenza dello stato di Israele».

Ignobile la firma di Mondovì
La scritta “Juden hier” (qui abitano degli ebrei) a Mondovì, sulla porta dell’abitazione di Aldo Rolfi, figlio di una donna sopravvissuta ai campi di sterminio, Lidia Beccaria Rolfi, è «ignobile», ha detto il capo dello Stato, e dimostra come «purtroppo l’antisemitismo non sia scomparso». Il capo dello Stato ha ricordato che «la Shoah per il suo carattere unico e terribile trascende la dimensione storica del suo tempo e diventa monito perenne e lezione universale».

Sorgente: Mattarella: «Basta colpi di spugna sul fascismo» – Il Sole 24 ORE

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