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I francesi bloccano l’arrivo del generale Haftar al summit. Sarraj rinuncia a partecipare. Oggi Putin da Erdogan

BRUXELLES-ROMA. Doveva essere il giorno dello sbarco a Tripoli delle diplomazie europee e del confronto con le autorità libiche. E invece ieri i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito si sono ritrovati «sotto il cielo grigio di Bruxelles», come ha sottolineato Josep Borrell, l’Alto Rappresentante per la politica estera Ue che ha ospitato il mini-vertice. Una riunione durata un’ora o poco più, durante la quale Luigi di Maio si è trattenuto con i colleghi Jean-Yves Le Drian, Heiko Maas e Dominic Raab (i quali si sono poi visti senza l’italiano per discutere di Iran). Il summit è servito solo a produrre un comunicato in cui i principali Paesi Ue chiedono di rispettare l’embargo Onu sulle armi e lanciano un appello per «fermare le interferenze esterne».

Il messaggio è diretto alla Russia e soprattutto alla Turchia, anche se forse arriva con un po’ di ritardo, visto che Ankara e Mosca sono già passate all’azione e la leva di Ghassam Salameh si è molto indebolita. Di Maio ha promesso «un cambio di passo Ue», la realtà è che le opzioni per agire concretamente sono limitate. Se ne riparlerà venerdì al Consiglio Esteri straordinario: sul tavolo ci sarà la richiesta di ridare operatività all’operazione Sophia, che ha nel proprio mandato il controllo sull’embargo Onu delle armi alla Libia. Non sarà facile, ma al momento questa sembra essere l’unica via percorribile per dare un segnale tangibile della presenza europea in Libia.

Sorgente: Libia, fallisce il vertice dei ministri Ue. Di Maio vola in Turchia per trattare – La Stampa

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