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Le domande devono arrivare entro il 29 aprile. Possono chiedere la cosiddetta regolarizzazione tutti coloro che da almeno tre anni abitano nell’alloggio senza averne titolo, ma senza averlo sottratto al legittimo assegnatario. I richiedenti non devono avere condanne penali passate in giudicato per delitti con la pena detentiva superiore sette anni. Possono dunque ottenere la casa anche i camorristi, se condannati solo in primo e secondo grado.

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Per accedere alla sanatoria, bisogna impegnarsi al pagamento di tutti i canoni e i servizi maturati dalla data di occupazione, essere cittadini italiani o di un Paese extracomunitario (ma in questo caso è necessario avere un permesso di soggiorno almeno biennale e avere un contratto di lavoro subordinato o svolgere un regolare lavoro autonomo), non avere un’altra abitazione nella regione, non avere avuto precedenti assegnazioni e avere un reddito Isee non superiore a 15 mila euro.

Quante domande arriveranno? Difficile prevederlo, i sindacati ipotizzano tra le cinquemila e le settemila richieste. Spiega l’assessore alle politiche per la casa, Monica Buonanno: «Da questo momento coloro che abitano, senza legittimo titolo, in alloggi di edilizia residenziale pubblica hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione. Creare le condizioni per vivere nella giustizia e nella equità è compito della pubblica amministrazione: noi vogliamo riportare la legalità su un tema delicato, che riguarda tutti. Napoli crede fermamente che sia importante far luce sui problemi che sono nati in alcuni ambiti, come in quello delle politiche per la casa, e dare a tutti la possibilità di regolarizzarsi, entro i limiti previsti dal regolamento regionale».

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L’ennesima sanatoria era attesa da tempo e i sindacati del settore sono già pronti ad «accompagnare» i richiedenti. Ma tutti concordano: se non ci saranno mutamenti radicali e se non si faranno nuove graduatorie per chi aspira a un tetto ma non è disponibile a conquistarlo violando la legge, questa non sarà l’ultima sanatoria.

Sorgente: Case occupate a Napoli, sì alla quinta sanatoria: condannati inclusi

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