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Il futuro di molte specie compromesso non solo dai roghi di questi mesi ma anche da siccità, abuso di carbone e cattiva gestione dell’acqua

Poche nazioni come l’Australia possono vantare ecosistemi e biodiversità intatti, diversificati e selvaggi. Rischiamo però di perdere questo patrimonio vegetale e faunistico straordinario, gli incendi di queste settimane stanno mettendo a dura prova le squadre di soccorso e la stessa credibilità del governo, accusato di aver finora favorito le lobbies dei combustibili fossili e gli oligarchi del carbone: «La gloriosa Grande barriera corallina muore – ha protestato lo scrittore Richard Flanagan sul New York Times – Le foreste pluviali, patrimonio dell’umanità, bruciano, le meravigliose e gigantesche foreste di alghe sottomarine svaniscono, molte città stanno esaurendo l’acqua. Il continente brucia su una scala mai vista prima».

Il tesoro naturale
Il Paese vanta animali e habitat unici, che non si possono vedere da nessun’altra parte: si possono incontrare i diavoli della Tasmania, osservare koala che dormono sugli alberi, avvistare i canguri che si rilassano sulla spiaggia, fare una foto con un quokka, il marsupiale più simpatico e socievole dell’isola, scorgere i timidi wombat o nuotare nella Grande barriera corallina tra mante giganti, tartarughe, balenottere minori e squali balena. È possibile anche vedere i dingo (dei canidi selvatici), i pinguini a Phillip Island, paradiso della fauna selvatica o in alcune foreste pluviali lo schivo ornitorinco, con il becco da anatra e i piedi palmati. Nell’interno (il famoso Outback), nel pianeggiante bush, nei deserti o nell’oceano si possono incontrare alcuni degli animali più pericolosi della terra, dallo squalo bianco a varie specie di serpenti, ragni, coccodrilli e meduse. L’Australia è terra che da sempre fa i conti con la natura selvaggia, è questa la sua misteriosa bellezza, simboleggiata dal monolite sacro agli aborigeni Ayers Rock (Uluru) e da film come Picnic ad Hanging rock di Peter Weir o Un grido nella notte, con Meryl Streep.

Il cane condivide l’acqua con il koala assetato e lo accoglie con affetto

La lenta devastazione
Da anni la wilderness di questo grandissimo paese deve fare i conti con devastanti siccità e temperature in impennata, e il governo australiano non sostiene gli accordi internazionali per combattere i catastrofici cambiamenti climatici. Anzi, è il maggiore esportatore mondiale di carbone e di gas. Isabella Pratesi, sul sito del Wwf, pubblica in questi giorni un diario di viaggio in Australia: «Qui non vedo un gesto, un’azione, un richiamo che solleciti comportamenti più “climate friendly”. Siamo nel pieno di un’economia energivora: aria condizionata gelida, enormi Suv, consumi insostenibili, caratterizzano la vita degli australiani. Chi ci circonda non sembra porsi molte domande e la vita continua con il “business as usual” in un territorio in fiamme. Cos’altro deve succedere perché qualcosa cambi? ”».

Il disastro

A rischio sono i koala, se non verranno fermati la distruzione delle foreste e il riscaldamento globale: secondo gli esperti del Wwf oggi in natura ne sopravvivono circa 200 mila e si pensa che negli incendi delle ultime settimane sia scomparso un terzo della popolazione. I koala potrebbero sparire dall’Australia orientale entro la seconda metà del secolo: le popolazioni si sono già estinte in grandi aree della zona occidentale e meridionale, mentre negli stati del Queensland e del New South Wales (Australia orientale) sono oggi definiti «vulnerabili». Tutto fa pensare che il loro futuro sia tutt’altro che roseo.

I roghi hanno fatto strage anche di canguri – le femmine in queste settimane stanno partorendo – «vicini di casa» di molti umani chi vivono nell’Outback. Sono 50 milioni, il doppio della popolazione australiana. C’è chi adotta gli orfani quando li trova nel marsupio della madre morta, li mette in una borsa di juta e li appende a una maniglia dell’armadio, li svezza e poi li lascia liberi. Gli appelli, anche del Wwf internazionale, si moltiplicano in questi giorni per adottare cuccioli di animali, per aiutare i centri di recupero. L’Australia era “into the wild”, in splendida armonia tra natura selvaggia e civiltà: ora bruciano le ultime foreste naturali di eucalipti, e con questi straordinari alberi, base del nutrimento per i koala, le fiamme divorano opossum, wallaby, wombat, ornitorinchi, echidna. Gli ultimi lembi di natura selvaggia se ne stanno andando, l’equilibrio si è spezzato.

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