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Fra San Salvario e Crocetta città deserta per le procedure di disinnesco dell’ordigno bellico trovato in via Nizza. Porta Nuova è ferma, treni a Lingotto e Porta Susa. Niente stop a gas e luce

TORINO. Vie deserte, migliaia di persone fuori dalle loro case, bar e negozi chiusi, trasporti limitati o deviati. In un silenzio irreale e sotto la pioggia sono in corso in via Nizza le operazioni di disinnesco dell’ordigno inglese da 500 libre, con un cuore di 65 chili di esplosivo al tritolo, lanciato più di 70 anni fa dagli aerei alleati nella Seconda Guerra Mondiale. Centinaia tra militari ed esponenti della protezione civile controllano ogni angolo delle due zone: quella rossa, dove le persone sono state fatte evacuare, e quella gialla, dove gli abitanti dovranno restare in casa fino a quando l’intervento non sarà concluso. Tutto è nelle mani degli artificieri del 32° Reggimento Reggimento Genio della Brigata Alpina Taurinense, chiamati a neutralizzare l’ordigno, nella prima fase in remoto tramite un robot. I militari stimano che le operazioni di bonifica potranno durare dalle 4 alle sei ore. Sono state fissate, come limite massimo, le 17. Ma non si esclude, ovviamente, che possano terminare prima.
Tre numeri di emergenza cui fare riferimento: 800444004 della protezione civile della Città di Torino, 0110111 della polizia municipale, e 112 il numero unico di soccorso. Per richieste di supporto per i trasferimenti si può contattare il servizio Passepartout al numero 01101128008.

Le operazioni di disinnesco
L’intervento degli specialisti della Turinense prevede due tipi di operazione per rendere inefficaci le spolette di innesco, una in punta e una in coda alla bomba tipo Mk IV. Prima neutralizzando la prima spoletta con una speciale schiuma, poi effettuando un taglio nella sommità dell’ordigno utilizzando un cannone in grado di segare l’involucro d’acciaio con un potente getto di acqua e sabbia. «Questa operazione gestita da remoto – spiegano gli specialisti – consente di raggiungere la seconda spoletta danneggiata e renderla quindi inerte, permettendone la movimentazione in sicurezza. La bomba MK IV, al termine di queste delicate operazioni di messa in sicurezza, verrà poi trasportata in una cava a Ciriè dove verrà fatta brillare». Ieri i guastatori del 32° Reggimento hanno preparato il terreno consolidando la «copertura di sacchetti di sabbia» per limitare gli effetti devastanti di una detonazione accidentale.

Due quartieri deserti

Dalle 9 del mattino la zona di piazza Nizza è deserta. In questa fetta di Torino non c’è più nessuno: chi è andato da famigliari e amici, chi invece è stato trasferito al Lingotto. Prima del via libera alle operazioni, anche la sindaca Chiara Appendino si è recata sul posto per monitorare la situazione. Le strade sono controllate da pattuglie anti-sciacalli per evitare furti e razzie nelle abitazioni incustodite. Il traffico ferroviario è sospeso a Porta Nuova, ma i servizi all’interno della stazione sono attivi e raggiungibili come di consueto. I collegamenti dell’alta velocità sono garantiti dalla stazione Porta Susa, mentre i regionali per Modane fanno tappa a Collegno. I treni regionali per Cuneo, Genova e Savona utilizzano la stazione Lingotto. I convogli per Aosta si attestano alla stazione di Chivasso. Il servizio di metropolitana è sospeso tra Porta Nuova e Lingotto e sostituito da bus. La fornitura di luce, gas e acqua, non sarà interrotta, salvo necessità. «Abbiamo considerato tutti gli interessi che ruotano intorno all’area – spiega il prefetto Claudio Palomba – È una zona centralissima che coinvolge alberghi e attività commerciali».

Sorgente: Torino si ferma per la bomba. Le 10 ore che svuotano due quartieri – La Stampa

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