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di Chiara Cruciati – Il Manifesto

Roma, 3 dicembre 2019, Nena News – La guerra siriana, data per conclusa troppe volte, mantiene due fronti aperti. Quello di Idlib, nel nord ovest del paese, e quello del Rojava, a nord est. In entrambi i casi di mezzo c’è la Turchia e lo scontro più o meno diretto tra il governo siriano e le milizie alleate di Ankara. Ieri nella provincia di Idlib – tramutata in un immenso hub jihadista dai vari accordi di evacuazione siglati in questi anni tra Damasco e i gruppi qaedisti – sono proseguiti violentissimi gli scontri tra esercito governativo e la galassia islamista capitanata dall’ex Fronte al-Nusra.

Secondo le opposizioni, l’aviazione del presidente Assad ha colpito due mercati, uccidendo dieci civili nelle città di Maaret al-Numan e Saraqeb. Foto e video mostrano le macerie e i tentativi di tirare fuori i sopravvissuti. Dopo mesi di cessate il fuoco, iniziato alla fine di agosto, la battaglia è ripresa sabato quando i qaedisti hanno lanciato un’offensiva contro l’aeroporto di Abu Dhuhour. In 48 ore sono morti 51 governativi e 45 miliziani.

Continua così a lievitare il numero di sfollati dal nord ovest, ormai centinaia di migliaia. Si aggiungono agli sfollati dall’operazione turca «Fonte di pace», cominciata il 9 ottobre scorso e mai conclusa nonostante gli annunci di tregua prima statunitensi e poi russi.

A dare forma alla violenza è la banca dati realizzata dal Rojava Information Center, in continuo aggiornamento: contiene 151 violazioni commesse dall’esercito turco e dalle milizie islamiste alleate di Ankara contro la popolazione del nord est siriano. Tutti documentati, con video o foto. Ci sono i saccheggi compiuti dai miliziani islamisti contro case, negozi, chiese, moschee, abbandonati dalle comunità in fuga. Ci sono rapimenti, uccisioni, torture sui prigionieri. E ci sono i bombardamenti e i colpi di artiglieria contro i silos di grano, gli impianti idrici, le cliniche e gli ospedali, le ambulanze e i giornalisti a Sere Kaniye, Ayn Issa, Tal Abyad.

L’ultima violenza è di ieri: otto bambini, una donna e un uomo uccisi a Tel Rifaat da un raid turco, quasi tutti sfollati dal cantone di Afrin, occupato nell’aprile 2018 dalla Turchia. Dodici i feriti. L’attacco ha colpito l’esterno di una scuola, mentre gli studenti uscivano per tornare a casa.

Sorgente: SIRIA/ROJAVA. 151 crimini turchi: bombe, saccheggi, rapimenti

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