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“La Rivoluzione curda è la prova che un’alternativa al sistema vigente c’è. La Resistenza dell’Ypj si fa portatrice di temi trasversali come l’ecologia, i diritti delle donne e l’autodeterminazione dei popoli”. È questo il motivo per cui, in tutta Europa, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a difesa del popolo curdo e contro l’attacco militare della Turchia al Rojava, spiega Maria Edgarda Marcucci, la giovane donna che nel 2017 ha lottato fianco a fianco con le soldatesse dell’Ypj in Siria. Marcucci è stata invitata dall’associazione “Senza Paura” nella sede di Music for Peace, dove è allestito il villaggio di Natale “Che Stella”: Genova ha un ruolo di grande responsabilità perché dal suo porto passano molte delle armi dirette in Siria. Dobbiamo continuare a protestare contro queste violenze e contro la posizione assunta dal Governo italiano. La società genovese lo sta già facendo bene”. Dopo aver combattuto contro l’isis, al rientro in Italia, Maria e altri due ragazzi sono stati messi sotto processo perché considerati “soggetti socialmente pericolosi”. La procura di Torino ha chiesto per loro la “sorveglianza speciale”. Il 16 dicembre si terrà l’ultima udienza: “Ci hanno definito socialmente pericolosi – spiega Maria -: ci domandiamo, che a tipo di società si riferiscano. Perché è pericolosa una società in cui chi lavora non viene pagato, in cui le condizioni carcerarie sono disumane e in cui muore una dona ogni 72 ore e non quella che condivide i valori di solidarietà, della libertà delle donne e dell’ecologia. Gli stessi valori per cui noi ogni giorno lottiamo. Noi abbiamo la serenità della scelta che abbiamo fatto e dalla solidarietà che troviamo ovunque andiamo. I giudici dovranno prendere una decisione non alla scuro della società italiana”.

Sorgente: La combattente italiana in Siria ora a processo: “La rivoluzione curda è la prova che le alternative esistono” – Repubblica Tv – la Repubblica.it

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