La banca pugliese ha finanziato un imprenditore di Varese (poi fallito), vicino a Giorgetti. Altri soldi al costruttore Parnasi che ha investito cinque milioni di euro nei titoli dell’istituto in grave crisi
di Vittorio Malagutti
Si fa presto a dire «banca del territorio». Per anni un esercito di commentatori, analisti, politici e cortigiani di ogni ordine e grado ha difeso con dotti articoli il ruolo insostituibile di istituti come la Popolare di Bari nel sostenere l’economia locale, ovvero quella rete di piccole aziende, artigiani e famiglie altrimenti facili prede dei colossi globali del denaro, macchine infernali che da Udine a Siracusa schiacciano il cliente negli ingranaggi dell’alta finanza.
Tutto vero, tutto giusto, in teoria. Se non fosse che la retorica del campanile è stata infine smentita dai fatti. E dai bilanci. La banca pugliese gestita per tre decenni dalla famiglia Jacobini, il presidente Marco e i due figli direttori generali Gianluca e Luigi, è arrivata nei giorni scorsi al capolinea del commissariamento sotto il peso di prestiti a rischio per 1,2 miliardi, pari, al netto delle rettifiche, al 15 per cento del totale dei crediti. Una montagna di spazzatura finanziaria che si è accumulata negli anni per effetto di una lunga serie di favori agli amici e agli amici degli amici. Peggio ancora. Mentre la Vigilanza di Banca d’Italia, nonostante i conti in bilico segnalati da ispezioni e controlli, non ha mai mancato di rinnovare la propria fiducia a Jacobini e soci, i vertici della Popolare Bari si sono lanciati in una corsa spericolata per salvare il salvabile, in una spirale di affari sul filo del rasoio difficili da spiegare se non con la ricerca disperata di consenso nel mondo della politica. Niente a che fare con il territorio, questa volta. I soldi generosamente elargiti dalla banca hanno preso il volo con destinazioni molto lontane dalla Puglia.
Tutto vero, tutto giusto, in teoria. Se non fosse che la retorica del campanile è stata infine smentita dai fatti. E dai bilanci. La banca pugliese gestita per tre decenni dalla famiglia Jacobini, il presidente Marco e i due figli direttori generali Gianluca e Luigi, è arrivata nei giorni scorsi al capolinea del commissariamento sotto il peso di prestiti a rischio per 1,2 miliardi, pari, al netto delle rettifiche, al 15 per cento del totale dei crediti. Una montagna di spazzatura finanziaria che si è accumulata negli anni per effetto di una lunga serie di favori agli amici e agli amici degli amici.
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Sorgente: Banca Popolare di Bari, spuntano i prestiti agli amici della Lega – l’Espresso
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