Salva-Stati, il no M5S. Il Pd chiede lealtà: “O non si va avanti” | Rep
I grillini insistono per cambiare la riforma del Mes attesa al varo nel Consiglio Ue del 13 dicembre. Zingaretti: “È il banco di prova per la durata del governo”di ANNALISA CUZZOCREA
Il Movimento 5 stelle non retrocede: ha preparato un documento con tutti i punti critici del fondo salva-Stati e ha chiesto al capo politico Luigi Di Maio di portarlo alle riunioni di maggioranza. I gruppi parlamentari – fomentati da Alessandro Di Battista, che è tornato a parlare dalle colonne del Fatto quotidiano – sono compatti nel chiedere modifiche a Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri. Il premier e il ministro dell’Economia dovranno poi portare questa richiesta in Europa, su un tavolo che gli altri Paesi consideravano già chiuso.
L’Ecofin si riunirà per l’approvazione il 4 e il 5 dicembre (alle riunioni preparatorie degli sherpa, che lavorano sulle ultime limature tecniche, il nostro Paese non ha ancora sollevato alcuna riserva). Il passaggio successivo, sarà il Consiglio europeo del 12 e del 13 dicembre.
Ma ce n’è prima uno in Italia: lunedì il presidente del Consiglio riferirà in aula alla Camera. “Se fosse stato al Senato, dove i regolamenti lo consentono, avremmo chiesto un voto”, dicono deputati 5 stelle ormai in rotta di collisione con il governo. Gli animi si sono infiammati, ma il segretario pd Nicola Zingaretti avverte che la pazienza sta per finire: “Bisogna rilanciare un programma chiaro e condiviso di innovazione per una nuova agenda del 2020 – scrive su Facebook – riaccendere l’economia, creare lavoro, sostenere la rivoluzione verde, rilanciare gli investimenti, semplificare lo Stato, investire su scuola, università, sapere.
Il Pd è pronto, nella chiarezza e nella lealtà, a seguire questo impegno”. C’è un però: “Se queste condizioni politiche esistono lo si vedrà subito, nei prossimi giorni, quando si dovranno affrontare insieme, da alleati, provvedimenti importanti, a cominciare dalle posizioni dei partiti di maggioranza sul Mes”.
“Da alleati”, dice il leader pd. E non a caso. Perché non c’è nulla che il Movimento 5 stelle stia facendo in un’ottica di alleanza. La spaccatura sul Mes è solo una delle tante: ci sono anche giustizia, prescrizione, la corsa per le regionali di Emilia-Romagna e Calabria, perfino autonomia. L’intesa annunciata dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia – e benedetta dal premier – è stata sconfessata ieri dagli alleati: Luigi Gallo, grillino dell’area più vicina ai dem, dà un primo stop: “La proposta non è condivisa con il Parlamento: il governo e Boccia si fermino su questa assurda proposta di presentare un emendamento sull’autonomia differenziata in legge di bilancio”.
Lo spalleggia Italia Viva con il capogruppo in Senato Davide Faraone: “Sull’autonomia differenziata prima di esprimere un’opinione vogliamo vedere i testi, per noi ancora ignoti. Sicuramente il tema non potrà essere affrontato in legge di bilancio. E deve prevedere un pieno coinvolgimento del Parlamento”.
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