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Movimenti. 190 realtà aderiscono alla manifestazione che parte alle 14 dal Colosseo. «Quelle leggi vanno cancellate, le modifiche proposte sono inconsistenti»

Giansandro Merli

Sono arrivate a 190 le sigle apposte sotto l’appello che promuove il corteo nazionale che sfilerà oggi a Roma contro le leggi sulla sicurezza volute da Matteo Salvini. La manifestazione è convocata questo pomeriggio alle 14 al Colosseo e chiede l’abolizione dei due «decreti sicurezza» tramutati in legge a dicembre 2018 e ad agosto 2019, poco prima della crisi di governo. Associazioni, comunità migranti, collettivi studenteschi, sindacati, Ong, iniziative di solidarietà e centri sociali marceranno fianco a fianco. Sono attese presenze da numerose città italiane. Scorrendo l’elenco dei firmatari si trovano realtà di Bologna, Napoli, Reggio Emilia, Rimini, Caserta, Firenze, Catania, Varese, Venezia, Padova, Milano, Bergamo, Palermo, Genova, Treviso, Prato e Pisa.

Le misura legislative contestate dai movimenti e dalla società civile hanno una doppia faccia. Da un lato limitano i diritti delle persone migranti, cancellando la protezione umanitaria, complicando l’accesso al sistema di accoglienza e criminalizzando chi compie i salvataggi in mare. Dall’altro colpiscono le pratiche di opposizione, aumentando le pene per i reati connessi alle manifestazioni di piazza, su tutti il blocco stradale.

In questi giorni il governo è tornato a discutere della modifica di alcune norme previste dal decreto sicurezza bis. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha affermato l’intenzione di recepire entro gennaio le due «rilevanti criticità» espresse dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al momento di controfirmare il provvedimento. La prima riguarda le maximulte alle navi che compiono salvataggi in mare. La seconda l’eliminazione della circostanza di «particolare tenuità del fatto» per ipotesi di reato relative a resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.

Troppo poco secondo i promotori della mobilitazione. «Era stata annunciata una discontinuità e si era detto che per formare questo governo si sarebbero dovuti cancellare i provvedimenti bandiera dell’ex ministro Salvini – afferma Tiziano Trobia, della rete Energie in Movimento – Questa cosa non avviene. Le modifiche proposte dal presidente della Repubblica sono inconsistenti perché rimane in piedi l’impianto generale delle due leggi. È significativo che queste misure colpiscano sia i migranti, sia gli italiani che dimostrano solidarietà o lottano per difendere i propri diritti attraverso proteste e manifestazioni».

La settimana di mobilitazione è stata aperta da una perfomance di protesta davanti alla sede del Partito democratico di via del Nazareno. Martedì scorso attiviste e attivisti hanno denunciato l’ipocrisia delle posizioni del Pd sulla tutela dei diritti delle persone migranti. Giovedì pomeriggio all’università La Sapienza si è invece tenuta una partecipata assemblea.

Sorgente: ilmanifesto.it

 

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