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In un mese oltre 240 morti. Il premier Mahdi rifiuta di dimettersi

DALL’INVIATO A BEIRUT. L’esercito iracheno ha proclamato il coprifuoco dalla mezzanotte di oggi fino alle sei di domani mattina. La misura arriva dopo un mese di proteste represse nel sangue, che hanno causato oltre 240 morti. Come in Libano, la popolazione è scesa nelle strade per chiedere le dimissioni del governo, in blocco, e la fine della corruzione, servizi migliori e stipendi decenti. La reazione delle forze di sicurezza è stata però molto più dura. Ma i massacri non hanno fermato la protesta. Oggi si sono uniti centinaia di migliaia di studenti che hanno invaso le strade delle principali città.

Il governo guidato dal premier Adel Abdel Mahdi è dominato da partiti sciiti, alcuni con stretti legami con l’Iran, come Hezbollah in Libano. Il premier ha finora rifiutato di dimettersi e ha promesso riforme anti-corruzione. Anche i manifestanti sono quasi tutti sciiti e la rivolta riguarda soprattutto il Sud. In Iraq il 65 per cento della popolazione è sciita, in Libano il 35 per cento. Autorità e milizie hanno usato tutti i mezzi per stroncare le proteste. Lacrimogeni, armi da fuoco, cecchini, coprifuoco localizzati, minacce di condanne all’ergastolo o a morte per chi «commette violenze».

Le sedi di molti partiti, in particolare l’odiatissimo Dawa dell’ex premier Nouri al-Maliki, sono stati dati alle fiamme. Alcuni manifestanti sono morti negli incendi. Il coprifuoco generale punta a bloccare tutti i movimenti per impedire manifestazioni notturne, finora le più violente, e assalti alle sedi di partito e delle istituzioni. La folla ha cercato più volte di entrare nella Zona verde di Baghdad, dove ci sono ministeri e ambasciate. Scontri durissimi sono avvenuti venerdì sul ponte Jumhuriyah, della Repubblica, che unisce Piazza Tahrir, della Liberazione, alla Zona verde. Le forze di sicurezza puntano a sgomberare la piazza e il ponte durante la notte.

I manifestanti hanno costruito un accampamento di tende in piazza Tahrir, come nel 2011 nell’omonima piazza del Cairo. Ieri migliaia di studenti si sono uniti al sit-in permanente e puntano a bloccare il centro della capitale finché il governo non si dimetterà: «Niente scuola finché il regime non collasserà», è la parola d’ordine e lo slogan più urlato.

Sorgente: Iraq, l’esercito proclama il coprifuoco per fermare la rivolta – La Stampa

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