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La piazza di Hong Kong sfida il divieto e torna a marciare indossando maschere per coprire il volto. All’indomani dello stop alle proteste a volto coperto, annunciato dalla contestata governatrice pro Pechino Carrie Lam, un po’ ovunque i manifestanti hanno partecipato a raduni spontanei e non autorizzati rigorosamente indossando maschere

Dimostranti sono scesi in piazza anche oggi a Hong Kong, nel secondo giorno di manifestazioni contro la decisione del governo di riesumare leggi d’urgenza di epoca coloniale e di vietare le maschere nelle dimostrazioni. Lo scrive il South China Morning Post, all’indomani delle dure proteste di ieri, che hanno provocato feriti. Messaggi lanciati sui social network hanno convocato proteste in oltre 20 aree della città. Centinaia i dimostranti tra Causeway Bay al centro della città, alcuni hanno formato una catena umana a Tsim Sha Tsui e altri hanno inscenato un sit-in pacifico al centro commerciale Tai Po Mega Mall. È stata una notte di scontri e atti vandalici. La governatrice ha reagito denunciando quelli che definisce dei “rivoltosi mascherati”, ha assicurato che la popolazione era “terrorizzata” al termine di “una notte molto buia per Hong Kong” e ha invitato i cittadini a prendere le distanze dai dimostranti più radicali. Intanto, a seguito del saccheggio di decine di stazioni della metro, l’operatore pubblico MTR ha annunciato la sospensione dei treni su tutta la rete, che trasporta ogni giorno 4 milioni di passeggeri. E centinaia di centri commerciali e supermercati sono rimasti chiusi, come pure molte banche cinesi, le cui facciate sono state ricoperte da tag. Il divieto di indossare le maschere è stato introdotto dalle autorità di Hong Kong invocando delle disposizioni di emergenza risalenti al 1922, le Emergency Ordinance Regulations, che non erano usate da 52 anni. La legge autorizza l’esecutivo ad adottare “qualunque misura”, senza che sia necessario il via libera del Parlamento, nell’eventualità di una situazione di emergenza o di un pericolo per la popolazione. Il divieto era stato pensato per porre fine ai quattro mesi di contestazione senza precedenti da quando la ex colonia britannica è tornata a Pechino nel 1997, ma il risultato è stato opposto: qualche ora dopo l’annuncio sono scoppiate un po’ ovunque azioni di protesta. Dal quartiere commerciale di Causeway Bay fino a Sheung Shui, vicino al confine con la Cina, dove dei giornalisti di AFP hanno visto gruppi di manifestanti a volto coperto che rompevano le vetrine di negozi appartenenti a società cinesi o considerati pro Pechino. Dei poliziotti, molti dei quali avevano il viso coperto e non portavano numero di identificazione, sono stati visti inoltre da AFP mentre ammanettavano un uomo che indossava una maschera nel quartiere commerciale di Central, nel tardo pomeriggio locale di sabato. A Yuen Long, poi, un poliziotto ha aperto il fuoco dopo che la sua auto è stata accerchiata dalla folla e che una bomba Molotov gli è esplosa ai piedi, secondo quanto hanno raccontato dei testimoni; nello stesso quartiere un 14enne è stato ferito da un proiettile, riporta il South China Morning Post, senza però legare le due vicende. Arrestato il 14enne ferito Il 14enne colpito da un colpo di arma da fuoco è stato arrestato con l’accusa di aver preso parte alle rivolte e di aver attaccato un agente di polizia. Il South China Morning post ha riportato che il ragazzo è stato ferito a una gamba da un colpo d’avvertimento sparato da un agente (è il secondo caso nella settimana) dopo essere stato circondato da un gruppo di attivisti mascherati. È in condizioni stabili dopo l’intervento chirurgico eseguito al Tuen Mun Hospital.

Sorgente: Hong Kong, continua la sfida al divieto di indossare maschere. Metro e treni fermi dopo vandalismo – Rai News

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