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Secondo il governo tedesco il 50% dei militanti di estrema destra è “pronto alla violenza”. Sono 450 i latitanti che hanno già abbracciato il terrorismo. E dietro di loro una galassia di propagnada che a Est porta molti voti

di Paolo Berizzi

NELLE chat invitano i militanti a “hitlerare” (testuale) più persone possibile. Messaggi d’odio contro gli ebrei, immagini di Hitler e istruzioni esplicite: “Hitlera almeno altre 5 persone o in 88 giorni (88 sta per “Heil Hitler”) un ebreo avido ti ruberà tutti i soldi e ti stuprerà”. Sognano la pulizia etnica, via i “nasi adunchi” e gli immigrati. E per fare “rete” si scambiano contenuti via WhatsApp e Telegram.

Un sottobosco razzista e antisemita dove ribolle il peggio del peggio e i gruppi – seguitissimi – si chiamano così, “Tempesta tedesca”, “Ku Klux Klan International”, “HH”, “Razza Ariana”. Questo è lo strato virtuale. Semina per la radicalizzazione. Come i siti web, dove ieri si esultava per l’attentato di Halle come fu per la strage neozelandese di Christchurch.

Poi ci sono le organizzazioni “in superficie”: NSU 2.0 – riedizione del primo NSU, eversivo e sanguinario -, Dritten Weg (“Terza Via”), Revolution Chemnitz. Sono violente e organizzate. Accanto a loro, i “vecchi”, si fa per dire, contenitori: l’Npd, l’islamofobica Pegida fondata a Dresda cinque anni fa. Ed è impossibile non citare la “cappa” politica di Afd: si ritengono altra cosa dagli hooligan picchiatori, ma sempre destra radicale sono, pieno di voti a Est, slogan xenofobi.

La galassia dell’ultradestra nazionalsocialista tedesca è un mondo sempre meno sommerso. Radicato soprattutto nella Germania orientale, in particolare in Sassonia. Piegato negli ultimi anni verso una deriva terroristica. Più di 12mila militanti “pronti alla violenza”. È la stima fatta dal ministero degli Interni, che ha censito un bacino nero largo il doppio. Il dato – diffuso dopo l’omicidio quest’estate di Walter Luebcke, l’amministratore della Cdu pro-migranti falciato da un estremista 45enne – dice che uno su due dei 24mila simpatizzanti neonazisti è “pericoloso”.

E lo sono in primis i 450 latitanti raggiunti da mandati d’arresto ma entrati in clandestinità. A lanciare l’allarme è stato il ministro degli Esteri Heiko Mass, “la Germania ha un problema terrorismo”. Già. E il problema adesso sono loro: i “tedeschi bianchi” con il culto delle SS. I “lupi” che spuntano in tuta mimetica e coi fucili d’assalto, e magari la Go-pro sull’elmetto, come Stephan Balliet, il killer della sinagoga. Prima gli ebrei, poi il kebab. Un classico della mattanza neonazista. Qui parlano gli archivi. In principio fu la scia di sangue del Döner-Morde, “gli omicidi del kebab”.

Una catena di delitti pianificati: il primo a cadere, il 9 settembre 2000, è Enver Simsek, fioraio, 38 anni, origini turche. Gli sparano in faccia in una serra a Norimberga. Diciotto anni e una dozzina di vittime dopo – quasi tutti immigrati, turchi, greci, pachistani – all’avvocatessa turco-tedesca Seda Basay-Yildiz arriva un messaggio: “Macelleremo tua figlia” (di 2 anni). La colpa di Basay-Yildiz? Avere assistito la vedova del fioraio turco nel processo contro i “macellai” nazisti.

I sicari della pulizia etnica si nascondono dietro l’acronimo “NSU 2.0” (vi aderivano anche cinque poliziotti). La sigla è la riedizione del primo “NSU” (Nationalsozialistischer Untergrund), il gruppo terroristico sgominato nel 2011 dopo 10 omicidi in tredici anni, 14 rapine e due attacchi bomba. “NSU” era, ed è, una delle punte dell’iceberg. Di questo cancro diffuso in altri Stati europei (Ungheria, Polonia, Slovacchia) e che in Germania innerva soprattutto la parte orientale del Paese: Dresda, Chemnitz, Plauen.

Proprio a Plauen il primo maggio 300 estremisti del Dritter Weg hanno sfilato vestiti con i colori nazisti – verde e marrone – e appendendo al cappio bandiere dell’Ue. Cellule non “in sonno”. 3 ottobre di un anno fa: l’Antiterrorismo sventa un attentato progettato da Revolution Chemnitz: il piano prevedeva un attacco a Berlino in occasione della festa per la riunificazione tedesca. Il capo del gruppo, Christian K., voleva scatenare nella capitale “una guerra civile in cui le leggi vengano sospese”. Li hanno bloccati in tempo: otto arresti. Ce ne sono almeno altri 442 di cui si è persa traccia.

Sorgente: Dodicimila “soldati” neonazi che sognano la pulizia etnica | Rep

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