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Ai nazionalisti un quarto dei consensi. La sinistra estrema resta primo partito

Bjoern Hoecke

BERLINO. La piccola regione tedesco orientale della Turingia ha capovolto gli equilibri politici della Germania. Alle elezioni amministrative a trionfare sono stati i due poli politici più estremi. Da un lato quello post-comunista della Die Linke del governatore uscente Bodo Ramelow che ha conquistato il 30% delle preferenze e dall’altro quello dell’ultradestra revanchista e negazionista dell’Alternative für Deutschland (AfD) che nel giro di cinque anni è riuscita a raddoppiare i suoi consensi raggiungendo addirittura il 23,6% e superando perfino i cristiano-democratici di Angela Merkel che nella loro vecchia roccaforte hanno subito un tracollo di ben 11 punti arrivando solo più ad un modesto 22%. Un risultato a dir poco clamoroso che evidenzia come la Germania radicalizzandosi stia facendo rivivere gli spettri destabilizzanti della vecchia Repubblica di Weimar, la prima democrazia parlamentare tedesca fondata sulle ceneri della Prima Guerra Mondiale che spianò la strada ai nazional-socialisti di Adolf Hitler.

Con meno di 2,5 milioni di abitanti la Turingia è uno dei Länder più piccoli della Germania, ma almeno geograficamente ne rappresenta il suo centro. Una sorta di Umbria tedesca, culla del classicismo tedesco di Goethe e Schiller, del riformismo luterano, dell’accaemia di architettura e design del Bauhaus, di città ricche di storia e cultura come Weimar, Erfurt o Eisenach che ai tempi della Prima repubblica era una roccaforte della socialdemocrazia e che dopo il crollo della Ddr e dell’unificazione tedesca è stata governata per oltre 25 anni dai cristiano-democratici della Cdu.

Il risultato delle amministrative non è certo rappresentativo per gli umori politici dell’intero Paese ma evidenzia il consolidamento di un fenomeno presente almeno nelle regioni dell’Est della Germania. Dopo le elezioni regionali di un mese fa in Sassonia e nel Brandeburgo, l’ultradestra dell’AfD è riuscita ieri ad incassare il suo terzo trionfo alle urne declassando i la Cdu. Sul lato opposto continua senza freno il declino del Partito socialdemocratico che ha ottenuto solo l’8,3%, 4 punti in meno rispetto a cinque anni fa e peggior risultato di sempre per l’ex formazione di Willy Brandt e Helmut Schmidt. Insieme i due partiti di governo ottengono qui meno di un terzo delle preferenze.

Il successo incessante dell’ultradestra populista rende sempre più complicata la formazione di maggioranze di governo. I post-comunisti del governatore uscente Bodo Ramelow hanno vinto le elezioni in Turingia ma hanno perso al tempo stesso la maggioranza nel parlamento di Erfurt dove gli ex alleati socialdemocratici e verdi disporranno di meno seggi rispetto a 5 anni fa.

Un terremoto politico che scombussola l’intero quadro politico rendendo improvvisamente plausibili alleanze ancora impensabili e sacrileghe fino a pochi giorni fa. Come quella di una coalizione fra post comunisti e cristiano-democratici. Una sorta di alleanza fra il diavolo e l’acqua santa ma che la dice lunga sulla nuova «Realpolitik tedesca» nell’anno Trenta dopo la caduta del Muro di Berlino.

Sorgente: Anche la Turingia sta con l’ultradestra. AfD raddoppia i voti, crollo della Merkel – La Stampa

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