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PARIGI «Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi» scrisse il 6 febbraio su Facebook l’allora vice premier del Conte 1 Luigi Di Maio per commentare il suo incontro, vicino a Parigi, con rappresentanti e non tra i più moderati – dei Gilets Jaunes, allora all’apice del movimento di protesta.
Sette mesi dopo il vento del cambiamento ha rivalicato le Alpi: questa volta però, da ministro degli Esteri del Conte 2, Di Maio non ha più in programma di incontrare personaggi più o meno eversivi, ma il collega ministro Jean-Yves Le Drian. Sette mesi fa il vento del cambiamento portò il richiamo dell’Ambasciatore francese e la crisi più grave tra Italia e Francia dal Dopoguerra, questa volta il vento dovrebbe portare «distensione», relazioni «più costruttive» che hanno già un pilastro: una politica sui migranti «condivisa».

Senza la politica dei porti chiusi di Salvini, Parigi crede adesso in un asse possibile con Roma sulla gestione dei flussi, la riforma del diritto d’asilo, la redistribuzione in Europa. Mentre Giuseppe Conte si appresta a portare, forse già mercoledì prossimo, a Bruxelles un nuovo piano italiano di redistribuzione dei profughi.

L’INTERVISTA
«Sono disponibile a parlarne», ha detto ieri Le Drian in un’intervista a Europe 1. Dopo le parole di amicizia pronunciate a Cernobbio dal ministro dell’Economia Le Maire («il nuovo governo è un’occasione unica per dare nuovo slancio alle relazioni italo-francesi in ambito economico e finanziario»), il ministro degli esteri francese ha proseguito le manovre di riavvicinamento: «Spero che ci saranno relazioni più costruttive», «il nuovo governo sembra oggi più aperto ad avere con la Francia relazioni positive, più aperto anche a mettere in atto politiche condivise sui migranti: noi siamo pronti a parlarne. Ho scritto a Di Maio esprimendo la mia disponibilità». La lettera è già arrivata alla Farnesina, dove anche Di Maio ha «espresso la volontà di incontrare al più presto» il collega per discutere «in modo positivo e costruttivo delle comuni sfide a livello europeo e internazionale». «Pensa che Di Maio le chiederà notizie dei Gilets Jaunes?», ha chiesto ieri mattina il giornalista francese a Le Drian, che ha prontamente (e con un sorriso) risposto: «Non penso».

ORDINE DEL GIORNO
I Gilets Jaunes non sono più almeno per ora all’ordine del giorno, in Europa c’è sì accordo sulla necessità di rilanciare la crescita, ma sulla flessibilità i francesi preferiscono non sbilanciarsi prima di vedere che effetto farà la finanziaria. I dossier economici in particolare Fincantieri Stx, beneficeranno certo del clima più sereno, ma avevano comunque continuato ad andare avanti sui loro binari. La politica migratoria che nell’ultimo anno e mezzo è stato l’elemento di maggiore scontro tra Italia e Francia potrebbe adesso rivelarsi il punto di più facile convergenza. Porti non più chiusi questo il patto che la Francia potrebbe offrire all’Italia in compenso di un sostegno pieno a Bruxelles per una gestione comune dei flussi.

FATTORE GENTILONI
Le Drian ha già definito «un buon segno» la nomina di Gentiloni come Commissario italiano. Ottimo segno per i francesi anche la partenza di Matteo Salvini, che si porta dietro una fetta di populismo di estrema destra particolarmente contagioso in Francia. «Ci sono momenti in cui alcuni responsabili politici (lo abbiamo costatato con Salvini) si considerano più forti di quanto siano in realtà, e allora fanno degli errori», ha detto Le Drian, che ha chiosato: «E quando si fanno errori grossi come quelli che ha fatto, non sono sicuro che tornino al potere». Il ministro francese pensa che ormai «c’è un dato nuovo»: «Non siamo più nella fase degli insulti e delle spacconate, ora abbiamo la volontà di agire insieme in seno all’Ue».
Se intanto si dovrà fissare data e luogo dell’incontro tra Le Drian e Di Maio, il prossimo grosso appuntamento diplomatico dovrebbe essere il vertice bilaterale Italia-Francia. L’ultimo incontro risale al settembre del 2017 a Lione tra Macron e Gentiloni. Fu allora che si decise che i due paesi avrebbero firmato un trattato di cooperazione, il trattato del Quirinale. I tecnici dei due paesi hanno cominciato a lavorarci, ma finora è rimasto nel cassetto.

Sorgente: Migranti, Parigi apre all’Italia l’asse nella Ue: piano di Palazzo Chigi

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