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In manette anche un altro volto storico del tifo, Beppe Franzo, presidente dell’associazione “Quelli di via Filadelfia”. I reati contestati , a vario titolo, sono associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata

| 16 Settembre 2019

Dopo l’indagine “Alto Piemonte”, che aveva rivelato gli interessi della ‘ndrangheta nel bagarinaggio e nella curva Sud dello Juventus Stadium, e con l’interruzione, al termine del campionato 2017/18, di alcuni privilegi concessi ai gruppi della Curva Scirea, i capi ultras avevano reagito con una strategia definita “criminale” per “ripristinare” quei vantaggi soppressi ed affermare nuovamente la posizione “di forza” nei riguardi del club presieduto da Andrea Agnelli. Tra tutti, i “Drughi” (il più numeroso) è quello che spiccava per la capacità di recuperare centinaia di biglietti in complicità con rivenditori compiacenti su tutto il territorio nazionale.

Di fatto loro e altri gruppi secondo la procura di Torino ricattavano la Juventus. Ma, proprio dopo la denuncia della società bianconera, è scattata l’operazione che questa mattina ha portato all’arresto di 12 persone. Gli uomini della Digos di Torino hanno notificato i provvedimenti a capi ultrà della curva. L’operazione “Last banner”, coordinata dal gruppo criminalità organizzata della Procura di Torino, ha portato in carcere i capi dei Drughi, dei Tradizione, dei “Viking” e del “Nucleo 1985”. La contestazione è che ci fosse un accordo tra gli ultrà per mantenere il “controllo militare” della curva bianconera.

Secondo il pm Chiara Maina e il procuratore aggiunto Patrizia Caputo i capi di questi gruppi avevano costituito un’associazione a delinquere che ricattava esponenti della società per cercare di continuare ad avere biglietti agevolati per le partite all’Allianz Stadium e gestire così il bagarinaggio.

Tra gli arrestati il capo assoluto dei Drughi, Dino Mocciola, già finito in carcere all’inizio degli anni Novanta per aver ucciso durante una rapina un carabiniere e considerato trait d’union delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in curva, il suo braccio destro Salvatore Cava, il leader dei Tradizione Umberto Toia. In manette anche un altro volto storico del tifo, Beppe Franzo, presidente dell’associazione “Quelli di via Filadelfia”. Altre otto persone sono state arrestate: per tutti le accuse sono a vario titolo di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

In corso anche 39 perquisizioni con la collaborazione delle Digos di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella, nei riguardi di 37 fra i principali referenti dei gruppi ultrà in questione (ed anche del N.A.B. – Nucelo Armato Bianconero), anch’essi indagati.

Dopo l’indagine “Alto Piemonte”, che ha rivelato gli interessi della ‘ndrangheta nel bagarinaggio e nella curva Sud dello Juventus Stadium, e con l’interruzione, al termine del campionato 2017/18, di alcuni privilegi concessi ai gruppi della Curva Scirea, i capi ultras hanno reagito con una strategia definita “criminale” per “ripristinare” quei vantaggi soppressi ed affermare nuovamente la posizione “di forza” nei riguardi del club presieduto da Andrea Agnelli. Tra tutti, i”Drughi” (il più numeroso) è quello che spiccava per la capacità di recuperare centinaia di biglietti in complicità con rivenditori compiacenti su tutto il territorio nazionale.

Sorgente: Juventus, ricatto allo società: 12 arrestati. Tra loro i capi ultrà di Drughi, Viking e Nucleo 1985 – Il Fatto Quotidiano

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