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L’intervento di Sos Mediterranée davanti alla Libia, la Ocean Viking ora si dirige verso l’Italia

ROMA. La notizia arriva in serata, arriva dalla nave di una ong ed è il primo potenziale elemento di conflitto sullo spinoso tema dei decreti sicurezza per il nuovo governo. È Sos Mediterranée a scrivere su Twitter: «Abbiamo appena salvato 50 persone a bordo di una imbarcazione in pericolo, in acque internazionali, fuori dalle coste della Libia. Il salvataggio ha richiesto tre ore: adesso 12 bambini e una donna incinta sono in salvo a bordo della Ocean Viking».

È il primo caso di nave di una ong che si trova con dei migranti a bordo non lontano dalle coste italiane costringendo il nuovo governo a porsi il problema di come agire.

Nel frattempo circa 50 persone ieri sera sono sbarcate da un barcone a punta Sottile, a Lampedusa, e hanno fatto perdere le loro tracce.

Al largo delle coste di Malta, invece, si trova la Alan Kurdi, la nave della ong tedesca Sea-Eye con a bordo 8 migranti. Gorden Isler, portavoce della Ong, ha chiesto ancora una volta di poter sbarcare: «Ci rivolgiamo al governo maltese affinché metta fine a questa indegna situazione di stallo». Le persone ancora a bordo «presentano segni di forte sovraccarico mentale e stress, alcuni hanno smesso di mangiare giorni fa ed altri continuano a soffrire di mal di mare», spiega allegando un rapporto medico sulle condizioni di ciascun migrante ed un resoconto sulle condizioni del mare, in peggioramento. La Sea-Eye ha fatto ricorso contro il blocco. «Siamo certi che il tribunale maltese confermerà la giurisdizione delle autorità maltesi nei prossimi giorni», spiegano dalla Sea-Eye, minacciando possibili ulteriori azioni legali se invece il blocco dovesse essere confermato.

«Malta dovrebbe indicare un porto sicuro ma non lo fa, l’Italia ha ribadito il divieto d’ingresso. È una vergogna europea – sostiene Cecilia Strada, ex presidente di Emergency – ma il governo italiano potrebbe fare un gesto adottando un decreto interministeriale come quello che hanno firmato i tre ministri per vietare l’ingresso dell’Aklan Kurdi. Sarebbe il minimo anche se non è una situazione che si è originata adesso ma si è ereditata dal passato. La discontinuità si segna in vari modi, non solo non fermando le navi in arrivo ma anche dando il proprio contributo a far sbarcare i migranti. Quello che ora si pretende dal nuovo governo è il ripristino della legalità internazionale, della tutela dei diritti umani fondamentali cancellando i decreti sicurezza che sono una fabbrica di clandestini, l’opposto di quello che chiedono coloro che vorrebbero aumentare i controlli sul territorio».

Riccardo Magi deputato radicale di +Europa è stato in prima linea nell’opposizione alla politica dei porti chiusi del governo Cinque Stelle-Lega e si prepara a far altrettanto se non ci dovessero essere cambiamenti con il nuovo governo. «Non è scimmiottando Salvini che si recupera terreno politicamente. Non bisogna avere paura di perdere il consenso. Rivedere i decreti sicurezza è necessario ma non sufficiente. Il problema da affrontare non sono le persone che arrivano ma il mezzo milione di irregolari in Italia per effetto della legge Bossi-Fini. C’è una proposta di superamento del sistema attuale, è una proposta di legge di iniziativa popolare. E’ iniziato il suo esame in Parlamento a giugno ma si è poi bloccato perché i Cinque Stelle erano in imbarazzo per l’alleanza con la Lega. Ora si può riprendere l’esame e avviare una riforma con l’introduzione di un processo di regolarizzazione e controllo dei flussi attraverso permessi di soggiorno temporanei per la ricerca di occupazione la reintroduzione del sistema dello sponsor e altre misure». Lo ascolteranno? 

Sorgente: Cinquanta migranti soccorsi in mare. Appello al nuovo governo: “Salvateci” – La Stampa

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