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Alcune fonti all’interno del Movimento rivelano dubbi: la piattaforma non fa nessun tipo di filtro per controllare l’identità di chi è iscritto

“Sei d’accordo che il Movimento Cinque Stelle faccia partire un governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”.
Questo è il quesito che domani, sulla piattaforma Rousseau, darà la possibilità ai 115.372 aventi diritto al voto di esprimere una preferenza sul destino dell’Italia, secondo un perverso concetto di democrazia rappresentativa che fa sollevare più di un sopracciglio. Anche perché, chi assicura che tra gli questi iscritti alla piattaforma non ci sia qualcuno, o più di qualcuno, che è lì esclusivamente per sabotare la nascita del governo.

 

Dentro al Movimenti, anche tra attivisti storici, si parla del rischio di oltre 5 mila iscritti a rischio, ossia persone vicine alla Lega che nell’ultimo anno si sono iscritte.
C’è da dire che anche quando furono scelte le candidature per le europee furono sollevate polemiche su una serie di utenti registrati che in realtà si muovevano a pacchetti per sostenere alcune candidature.
I dubbi, tra l’altro, sono basati soprattutto sul metodo di iscrizione al Movimento che non dà alcuna garanzia che chi chiede l’iscrizione alla piattaforma sia effettivamente un militante e un elettore grillino: a questo link potete accedere all’area di registrazione a Rousseau.

 

Com’è noto, tutto ciò che viene richiesto è di sbarrare la casella che attesta che i dati personali inseriti siano veri, che non si stanno creando account fasulli e che si condivide il codice etico del M5s. Poi, a registrazione effettuata, si invia una copia della propria carta d’identità o patente. Dopo un po’ di tempo, il portale invierà una mail con scritto l’esito dell’iscrizione. Ha diritto al voto chi è iscritto da oltre sei mesi.

 

Non è esplicitamente chiesta una dichiarazione del fatto che chi fa la richiesta non sia iscritto o sia stato candidato per un altro partito.
Ora, quest’ultimo punto dovrebbe metterci in una botte di ferro: la crisi di governo è stata aperta neanche un mese fa e quindi solo chi è puramente a cinque stelle avrà modo di votare. Ma negli ultimi mesi, le consultazioni su Rousseau che hanno riguardato Salvini (come il caso Diciotti o l’approvazione del contratto per Governo del Cambiamento) sono state più di una. E quindi, come alcune fonti all’interno del M5s sostengono, il rischio è che qualcuno sia da tempo infiltrato all’interno di Rousseau e si stia organizzando per spostare pacchetti di voti per incidere nelle scelte.

 

Rischio tra l’altro evidenziato in queste ore anche dal modo in cui è posto il quesito (la risposta ‘No’ viene prima di ‘Si’, in barba a ogni convenzione e a quanto fatto finora su Rousseau) e dal fatto che Marcello Dettori, creatore della piattaforma online Silenzi e Falsità abbia silurato la possibilità di un governo M5s-Pd. Sarebbe poco rilevante se Marcello non fosse fratello di Pietro Dettori, braccio destro nientemeno che di Davide Casaleggio, leader dell’azienda (privata) che controlla Rousseau.
Insomma, i motivi per dubitare della trasparenza di Rousseau ci sono tutti. Tanto più che, in caso di risultato negativo, non si sa bene come dovrebbe comportarsi il M5s: è vero che, da statuto, la piattaforma ha valore consultivo e non decisorio, ma come fare a voltare le spalle alla base senza perdere consensi e voti? Attaccati a questo dilemma c’è tutta l’Italia, ostaggio della ‘democrazia diretta’ del Movimento Cinque Stelle.

Sorgente: Allarme tra i 5 stelle: “Migliaia di simpatizzanti leghisti iscritti alla Rousseau” | Globalist

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