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Dai mini-Bot alla Sea Watch, c’è sempre l’Unione nel mirino del Capitano. Che tende la corda nella speranza di spezzarla

Che cosa c’entri l’Europa con la Sea Watch, non è così chiaro. La nave batte bandiera olandese, questo si sa, e la comandante è tedesca; ma Carola Rackete è una privata cittadina, responsabile delle proprie azioni, idem gli altri membri di quella Ong. Per cui alzare la voce contro la Germania, o scatenare per protesta il nostro ambasciatore in Olanda, non ha molto senso sul piano giuridico. Sarebbe come se quei due paesi se la prendessero con l’Italia per il comportamento di qualche nostro connazionale ad Amsterdam o a Berlino. Da Roma risponderemmo: «Hanno violato le vostre leggi? Processateli, arrestateli, fate tutto quanto è necessario in situazioni del genere». Lo stesso vale per la Sea Watch: in caso di reato, sempre ammesso che ci sia, intervengano le autorità italiane con i provvedimenti necessari, senza tirare in ballo la Merkel, Juncker, la Commissione Ue, i trattati di Schengen e addirittura i controlli alle frontiere slovene come ha fatto ieri in un crescendo inarrestabile Matteo Salvini. Manca un nesso logico tra l’arrivo a Lampedusa della Sea Watch con 42 migranti a bordo e le gravissime conseguenze internazionali minacciate dal ministro dell’Interno. Di sicuro non c’è alcun senso delle proporzioni.

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Sorgente: Se alla fine l’Europa ci caccerà, Salvini avrà raggiunto lo scopo – La Stampa

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