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In Ama a microfono spento lo dicono: in una settimana è impossibile ripulire Roma, la situazione è talmente degenerata che servirà più tempo per recuperare, a prescindere dagli impianti. Saranno necessari venti giorni, forse un mese, anche perché gli impianti stanno aspettando camion dell’Ama che non sono mai partiti mentre la sindaca per dimostrare in un video su Facebook che gli stabilimenti sono chiusi è andata ad Aprilia, ma ha sbagliato indirizzo, bussando alle porte di un impianto non compreso nell’ordinanza. Divertente, se non fosse che Roma è ancora ricoperta dai rifiuti e, disperato, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, non stesse chiedendo a Comune e Regione di smetterla con i litigi («la priorità è la risoluzione dei problemi. Mi affido al buon senso di tutte le istituzioni»).

SFIDE
Ieri la presidente dell’Ama, Luisa Melara, e la sindaca Virginia Raggi sono corse a dare la colpa alla Regione. L’ordinanza firmata venerdì da Nicola Zingaretti impone di recuperare la spazzatura in una settimana, ma dice anche agli impianti di tutto il Lazio di lavorare il massimo dei quantitativi di spazzatura possibile. La Melara ha fatto un comunicato dicendo: non è così, non collaborano, ad esempio Rida di Aprila ha risposto negativamente. Sta andando davvero così? A Colfelice, provincia di Frosinone, il presidente di Saf, Lucio Migliorelli, ieri pomeriggio spiegava: «Siamo aperti fino alle 19. Aspettavamo una decina di camion da Roma, sa quanti ne sono arrivati? Due. Che pretendono da Roma, che andiamo pure a prenderli?». Stessa musica al Tmb di Ecologia Viterbo: erano disponibili ad accettare sei camion dell’Ama, ma ne sono arrivati solo tre. Colfelice porterà da 200 a 360 tonnellate giornaliere la disponibilità per Roma, Viterbo da 100 a 200. Anche la Rida di Aprilia, che inizialmente aveva detto no, ha accettato di fare uno sforzo, passando da 1.000 a 1.400 tonnellate giornaliere. Ma proprio ad Aprilia è andato in scena uno degli episodi più divertenti di ieri: video di Virginia Raggi su Facebook, primo piano ed espressione triste, vicino a un camion dell’Ama mostra l’entrata di un impianto «fuori Roma» dove le porte sono chiuse, l’ordinanza di Zingaretti è un bluff, gli impianti non vogliono i rifiuti romani. Purtroppo, era l’indirizzo sbagliato.

MAPS
«Ma quella è l’Ecoaprilia di via Valsugana», dicono da Aprilia, un impianto che lavora altri tipi di materiali, non è il tmb di Rida. Dal Campidoglio ribattono: è il retro perché all’entrata principale non c’era parcheggio. Dalla Regione l’assessore ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, impietoso: «Ringrazio operatori e management dell’Ama, ma dispiace dovere denunciare una bufala della Raggi: quell’impianto non è nell’ordinanza, per questo ha trovato chiuso». Fabio Altissimi, titolare di Rida, gira a sua volta un video in cui mostra alla Raggi che l’impianto sta funzionando: «La prossima volta ci venga a trovare».

Mentre la Raggi sbaglia indirizzo ad Aprilia, in Ama però stanno lavorando per trovare una soluzione. Si stanno noleggiando nuovi mezzi, anche i famosi ragni e i bobcat che consentirebbero di liberare i marciapiedi. C’è la proroga dell’accordo con l’Abruzzo. Infine, sottotraccia si sta inseguendo un’altra pista: la possibilità di portare almeno 70.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati non lavorati all’estero. C’è una trattativa in corso con imprese della Svezia e della Bulgaria.

Sorgente: Roma, rifiuti in strada: l’emergenza durerà almeno un altro mese

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