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Morto oggi a Milano Francesco Saverio Borrelli, l’ex magistrato a capo del pool di Mani Pulite. L’ex magistrato è morto nell’hospice dell’Istituto dei Tumori di Milano, dove era ricoverato. Aveva 89 anni. Francesco Saverio Borrelli era nato a Napoli il 12 aprile del 1930. Francesco Saverio Borrelli, ex capo del pool Mani Pulite ai tempi in cui era Procuratore della Repubblica ed ex procuratore generale di Milano. Protagonista di una capitolo della storia d’Italia, per 47 anni ha indossato la toga.

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Francesco Greco: «Camera ardente lunedì in tribunale». «Spero di poter organizzare per lunedì la camera ardente in Tribunale a Milano». Lo ha detto il procuratore capo di Milano Francesco Greco, che fece parte del pool ‘mani pulite’, alla notizia della morte di Francesco Saverio Borrelli.

«Ha fatto la storia del Paese». «Un grande capo che ha saputo anche proteggerci, un grande magistrato che ha fatto la storia di questo Paese». Sono le prime parole di Francesco Greco, capo della Procura di Milano e che faceva parte del pool ‘mani pulite’ quando la Procura milanese era guidata da Francesco Saverio Borrelli, morto oggi.

Nicola Morra

@NicolaMorra63

Mi piace ricordarlo con parole che spesso mi aiutano ad andare avanti: “Resistere, resistere, resistere”.: quando la giustizia è capacità di non piegarsi al potere politico!

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«Resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave». È raccolto in una frase il temperamento umano e professionale di Francesco Saverio Borrelli che si è spento oggi a Milano, dopo una malattia, all’età di 89 anni. Era il 2002, pochi mesi prima della pensione, quando il ‘capo delle toghe rosse’, così lo chiamavano i detrattori, è intervenuto come procuratore generale di Milano dopo aver guidato il pool di Mani pulite che ha segnato la storia d’Italia. Una difesa a spada tratta dell’indipendenza dei magistrati fatta in anni in cui il rapporto con la politica era piuttosto teso. Un appello lanciato in una città non certo ritenuta la capitale morale del Paese.

Nato a Napoli il 12 aprile 1930, figlio e nipote di magistrati, Borrelli si è laureato in giurisprudenza a Firenze con una tesi dal titolo ‘Sentimento e sentenza’, relatore il professore Piero Calamandrei. Nel luglio 1955 è entrato in magistratura e ha legato la sua carriera a Milano dove, salvo un anno a Bergamo, ha svolto ogni tipo di funzione: pretore, giudice fallimentare e poi civile, pubblico ministero, procuratore capo dal 1988 fino alla nomina di procuratore generale nel 1999. Il padre, Manlio, è stato il primo presidente della Corte d’appello di Milano, ma Borrelli non ha occupato mai quella poltrona.

Sposato con Maria Laura e padre di due figli, Andrea è giudice civile a Milano. Il primo processo importante per Borrelli è stato quello sull’omicidio di Luigi Calabresi, ma il suo nome è inevitabilmente legato alla stagione di Tangentopoli: è il regista del pool formato da Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo e Gerardo D’ambrosio. Una squadra arricchita da Ilda Boccassini, Tiziana Parenti, Paolo Ielo, Armando Spataro e Francesco Greco, attuale capo della procura milanese. La storia professionale di Borrelli coincide in buona parte con la storia giudiziaria d’Italia e segna la politica del Paese: dalla figura di Bettino Craxi alla caduta della Prima Repubblica.

Tra le dichiarazione celebri dell’ex magistrato c’è quella rilasciata il 20 dicembre 1993, prima delle elezioni che avrebbero portato Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Suona come un messaggio ai partiti: «Chi sa di avere scheletri nell’armadio, vergogne del passato, apra l’armadio e si tiri da parte. Tiratevi da parte prima che arriviamo noi». A un mese dal voto viene arrestato Paolo Berlusconi; a pochi giorni dal risponso delle urne vengono eseguiti alcuni ordini di custodia cautelare, tra i destinati c’è Marcello Dell’Utri. Nel novembre 1994 dalla procura di Milano parte l’avviso di garanzia a mezzo stampa per il premier Berlusconi che presiede il G7 a Napoli.

Beppe Sala

@BeppeSala

Francesco Saverio Borrelli ha saputo dare risposte concrete al bisogno di giustizia e onestà in uno dei momenti più difficili del nostro Paese. La sua azione e il suo impegno resteranno per sempre un esempio che Milano, sua città adottiva, non dimenticherà.

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La storia di Borrelli è quella di chi è sempre rimasto in prima linea a difendere i suoi uomini: resta in trincea fino alla pensione nel 2002, raggiunta per limiti d’età, quando l’aria che si respira nel Paese è profondamente cambiata e per chi veste la toga sono pochi gli applausi. A differenza di altri magistrati non ha mai accettato candidature politiche. Nel suo curriculum, fuori dal Palazzo di giustizia, c’è l’incarico come capo dell’ufficio indagini della Figc, affidatogli nel 2006, dopo uno scandalo nel mondo del calcio, e il ruolo di presidente del Conservatorio di Milano, ricoperto per tre anni a partire dal 2007.

Amante della musica – era diplomato da privatista in pianoforte – con la moglie era un habitué della Prima alla Scala e non è un caso che la sua biografia si intitoli ‘Borrelli: direttore d’orchestrà. Tra le sue passioni anche la montagna. In una vecchia intervista, Francesco Saverio Borrelli diceva di sé: «Sono un mediocre pianista, un pessimo cavaliere, un pessimo alpinista, un dilettante di professione, ma mi piacciono tante cose che non faccio in tempo ad essere professionista in tutto».

Ultimo aggiornamento: 12:17

Sorgente: Morto Francesco Saverio Borrelli, l’ex magistrato a capo del pool di Mani Pulite. Lunedì la camera ardente in tribunale

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