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“Vogliamo che il nostro Paese rispetti le norme costituzionali ed internazionali in materia di tutela dei diritti umani e di protezione della persona migrante”

Migranti -immagine d'archivio

Migranti -immagine d’archivio

globalist 4 luglio 2019

E’ arrivata alla redazione dell’Huffingtonpost, una lettera aperta firmata da decine di giuriste italiane che sono preoccupate per le politiche xenofobe del governo sui migranti soprattutto dopo il caso della Sea Watch, i provvedimenti contro la Comandante Carola Rackete e gli insulti e le minacce alla Gip Alessandra Vella. Ve la riproponiamo.
“Caro Direttore,

siamo un gruppo di giuriste di diverse università italiane: crediamo che, in questo momento, il nostro lavoro debba trasformarsi in impegno vivo da portare al di fuori delle nostre aule.

Le scriviamo perché desideriamo aggiungere la nostra alle tante voci che rifiutano di essere indifferenti rispetto alla tragedia che si sta compiendo nel nostro mare e sulle sue coste. Di fronte all’orrore che credevamo non potesse più ripetersi nella storia recente, con questo appello scegliamo di ripudiare l’indifferenza.

Ogni Stato, insieme all’Unione europea e alle istituzioni internazionali, è chiamato a rispettare la dignità umana, divenuta da tempo ormai il nucleo inviolabile di principi giuridici e norme nazionali e internazionali, scritte e consuetudinarie. Questi stessi principi e norme impongono chiari obblighi: le vite di naufraghi, migranti e rifugiati vanno protette; il loro salvataggio in mare va garantito; la solidarietà verso i più deboli non va criminalizzata.

Voci autorevoli – il Consiglio d’Europa, l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, confessioni religiose e molte organizzazioni umanitarie (Medici senza Frontiere, Amnesty International e tante altre) – ci ricordano che il Mediterraneo centrale è popolato da chi fugge dalle violazioni dei più elementari diritti umani. Violenze feroci vengono compiute anzitutto nei campi di detenzione libici, ai danni di bambini, giovani, donne, uomini, anziani: tutti inermi, tutti dimenticati da chi potrebbe salvarli e proteggerli.

Vogliamo esprimere pubblicamente, in modo pacifico, ma fermo, la nostra contrarietà rispetto a quelle posizioni del nostro Paese che impediscono azioni umanitarie a favore di queste persone. La nostra contrarietà ha radici profonde. Affondano nella Costituzione italiana, in quelle parole che vogliono dare un significato irrinunciabile alla nostra convivenza, umana e civile: «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo» e «richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà». Oggi, questa solidarietà reclama con forza di non avere confini e di essere obbligo non soltanto nei confronti dei nostri concittadini, ma impegno, anche, verso i soggetti vulnerabili al punto da vedere calpestati la loro dignità e i loro diritti fondamentali come fosse cosa giusta.

Inutile richiamare qui gli innumerevoli obblighi internazionali sui quali si fondano solidarietà e rispetto dei diritti: rispondere a una crisi umanitaria è anzitutto un imperativo morale – ma pur sempre ancorato a regole divenute inviolabili per le società odierne. Per questo, vogliamo che il nostro Paese rispetti le norme costituzionali ed internazionali in materia di tutela dei diritti umani e di protezione della persona migrante;

agisca nel segno dei valori di solidarietà a fondamento della nostra Repubblica;

garantisca in ogni circostanza i diritti inviolabili della persona umana.

Questa lettera aperta è per noi l’inizio di un impegno che assumiamo: contribuire a scalfire il muro dell’impotenza di fronte alla tragedia che si consuma sotto i nostri occhi. Ci adopereremo per coinvolgere il più elevato numero di persone in questo nostro tentativo, e per rivolgerci alle massime istituzioni della Repubblica italiana e dell’Unione europea.

“Sappiamo”, e non vogliamo tacere.

Agostina Latino (Università di Camerino), Alessandra Algostino (Università di Torino), Alessandra Pera (Università di Palermo), Angela Musumeci (Università di Teramo), Antonella Massaro (Università di Roma3), Arianna Pitino (Università di Genova), Arianna Vedaschi (Università Bocconi di Milano), Auretta Benedetti (Università di Milano-Bicocca), Barbara Pezzini (Università di Bergamo), Carla Gulotta (Università di Milano-Bicocca), Enrica Rigo (Università di Roma3), Cecilia Corsi (Università di Firenze), Clelia Bartoli (Università di Palermo), Cristina Grisolia (Università di Firenze), Elena Malfatti (Università di Pisa), Elena Paparella (Università di Roma La Sapienza), Elisa Cavasino (Università di Palermo), Elisabetta Palici di Suni (Università di Torino), Francesca Angelini (Università di Roma La sapienza), Francesca Rescigno (Università di Bologna), Ilenia Ruggiu (Università di Cagliari), Joelle Long (Università di Torino), Laura Ronchetti (Università del Molise), Laura Lorello (Università di Palermo), Laura Scomparin (Università di Torino), Luciana De Grazia (Università di Palermo), Manuela Consito (Università di Torino), Maria Angela Zumpano (Università di Pisa), Maria Irene Papa (Università di Roma La Sapienza), Maria Rosaria Marella (Università di Perugia), Marta Picchi (Università di Firenze), Monica Bonini (Università di Milano-Bicocca), Tatiana Guarnier (Università di Camerino)

e

Lorenza Carlassare (prof.ssa emerita di diritto costituzionale),

Carmela Decaro (prof.ssa di diritto pubblico comparato),

Maria Paola Viviani Schlein (prof.ssa di diritto pubblico comp.to f.r.),

Francesca Zajczyk (prof.ssa di sociologia f.r.)

Hanno aderito a questa iniziativa

Aldo Palaoro, Alessandra Brambilla, Anna Franzetti, Annalisa Atti, Annalisa Caffa, Anna Maria Baldermann, Anna Maria Passaggio, Beatrice Finauro, Carla Campanaro, Chiara Costariol, Chiara Lorenzelli, Chiara Maria Bellazzini, Carla Faralli, Caterina Filice, Cecilia Gorni, Christina Beza, Cristina Gandolfo, Cristina Taranto, Daniela Di Marco, Daniele Mannini, Donata Maria Assunta, Donata Gottardi, Elena Luppi, Eleonoro De Nardis, Eleonora Pedrotti, Elisabetta Addis, Emanuela Facciolo, Emanuela Pendola, Enrico Brovelli, Fabrizia Covino, Fabrizio Leoni, Francesca Gisotti, Francesca Mandarini, Francesca Poggi, Fulvia Premoli, Giacomo Leoni, Giovanna Cosenza, Giuseppina Campisi, Graziella Castellani, Graziella Decaro, Laura Carrisi, Laura Costantini, Lorena Pellegrino, Luca Zanelli, Lucia Re, Mafe De Baggis, Marco Facchi, Marco Sicbaldi, Margherita Basanisi, Margherita Dongiovanni, Marialuisa Ronchi, Mariangelica Brovelli, Maria Milly Virgilio, Maria Antonia Sanvito, Marina Compostella, Mariella Fiore, Marina D’Orsogna, Marco Saracino, Mia Caielli, Michele Bergonzi, Monica Cocconi, Olivia Bina, Paola Bocci, Paola Bonini, Paola Brovelli, Paolo Galletti, Paola Lombardini, Patrizia Losa, Pia Acconci, Riccardo Di Deo, Sarah Caldiera, Silvana Turzio, Silvia Gozzi, Simone Del Vecchio, Stefano Nardini, Stella Antonucci, Valentina Divitini, Valeria Bertoletti, Vanessa Carmicino.

Sorgente: Le giuriste contro il governo sui migranti: “Sappiamo e non vogliamo tacere” | Globalist

 

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