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Nei periodi di nervosismo del mercato, come quello attuale, il metallo giallo garantisce protezione e sicurezza. Ma finché i tassi reali non diventeranno negativi con un margine significativo, è meglio puntare sui titoli di stato Usa

di Robert-Jan van der Mark co-gestore del Kames Global Diversified Growth Fund

L’oro è stato usato come valuta e come riserva di valore per oltre 3.000 anni. Nel secolo scorso è diventato l’asset più tradizionale da considerare come porto sicuro. Durante periodi di forte stress del mercato la domanda per asset reali aumenta, così com’è stato evidente all’indomani del credit crunch. Negli ultimi anni, tuttavia, l’oro è diventato meno popolare, a causa dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve che ha portato a un aumento dei rendimenti dei Treasury Usa e a un apprezzamento del dollaro.

In un contesto multi asset, infatti, i Treasury Usa vengono considerati quali un porto sicuro equivalente. Tassi di interesse più alti e quindi rendimenti reali positivi sui titoli governativi rendono meno interessante un asset zero coupon correlato all’inflazione. Un apprezzamento del dollaro, inoltre, rappresenta un’altra difficoltà per l’aumento di valore dell’oro, in quanto lo rende più costoso per gli investitori di diversa valuta.

Nelle ultime settimane tuttavia sono salite le aspettative di un taglio dei tassi di interesse statunitensi, con un conseguente ribasso dei rendimenti reali. Ciò ha riaperto le porte all’oro nel ruolo di protagonista tra i porti sicuri degli investitori alla cerca di stabilità e protezione da tutte le varie preoccupazioni geopolitiche. Rimane comunque difficile determinare il valore fondamentale dell’oro e questo provoca una certa incertezza su quale sia davvero il suo prezzo, con una conseguente volatilità che è stata più elevata, ad esempio, di quella riscontrata sui Treasury a 2 anni. A questo si deve aggiungere il costo di stoccaggio che di quando in quando erode parte dei potenziali ritorni.

Da una prospettiva di portafoglio multi asset, consideriamo continuamente la possibilità di un’allocazione sull’oro come forma di protezione nei periodi di nervosismo del mercato. Vorremmo tuttavia essere remunerati per il più elevato livello di rischio e per il trascinarsi dei costi di stoccaggio. Per ora manteniamo quindi una preferenza per i titoli di stato Usa come blocco difensivo e di diversificazione nella nostra strategia, almeno finché i tassi reali non diventeranno negativi con un margine significativo.

Sorgente: Kames Capital, l’oro torna ad essere un porto sicuro – MilanoFinanza.it

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