0 4 minuti 5 anni

Quella che può sembrare una mera provocazione, in realtà è stata provata da importanti evidenze scientifiche. Nel gergo della psicologia si parla di “Effetto Dunning-Kruger”, dal nome dei due studiosi che hanno analizzato il fenomeno dal punto di vista scientifico.

L’ignoranza urla, l’intelligenza sorride e tace

Prima di passare al dato tecnico, però, è facile sottolineare come nella vita quotidiana osserviamo costantemente persone poco istruite, o in generale poco preparate su un determinato argomento, adottare atteggiamenti che hanno del paradossale. Tenderanno, infatti, ad utilizzare toni perentori e a proporre le proprie idee – poche – con una sicumera quasi inspiegabile. Come mai?

E’ la conseguenza di quella che si definisce “sovrastimazione spontanea delle proprie competenze”, di cui l’Effetto Dunning-Kruger ci spiega i meccanismi.

Come funziona l’Effetto Dunning-Kruger

In estrema sintesi, si tratta di una distorsione cognitiva che causa, negli individui poco esperti in un campo della conoscenza, una sopravvalutazione delle proprie abilità. Al contrario, chi possiede un bagaglio culturale più ampio, o una solida preparazione in un determinato argomento, risulta molto più insicuro di chi non lo possiede. Probabilmente perché, più ci si addentra nei meandri dello scibile umano, più ci si rende conto della sua sterminata vastità. Di conseguenza, chi fa analisi precise e fondate di un fenomeno diventa via via più consapevole di quanti altri dettagli manchino alla sua panoramica. Viceversa, chi sa poco possiede – si direbbe in gergo – poche idee ma confuse. E quelle usa difendendole a spada tratta.

L’Effetto Dunning-Kruger spiegato con una curva sul piano cartesiano

Interessante anche sottolineare che – per l’Effetto Dunning-Kruger – chi è meno competente ha anche grande difficoltà a rendersi conto delle effettive capacità degli altri, proprio perché sovrastima le sue (poche).

Lo studio

I due studiosi, da cui prende il nome il fenomeno, hanno esaminato un campione di studenti di psicologia della Cornell University, suddividendoli in gruppi. Le “cavie” venivano invitate a autovalutarsi in materia di ragionamento logico, grammaticale e umoristico.

Risultato: da parte degli studenti non competenti avveniva una sistematica auto-sovrastimazione, mentre quelli più esperti tendevano a sottovalutare la propria competenza.

Gli studi di  Dunning e Kruger hanno generato una letteratura sterminata sul medesimo argomento. Ma la cosa paradossale risiede nel fatto che – già migliaia di anni fa – il filosofo Socrate aveva praticamente detto tutto in merito. Il suo famoso adagio sul “sapere di non sapere” era una sintesi efficace di quanto poi  Dunning e Kruger  hanno sviscerato nel dettaglio.

L’unica cosa che resta da fare, specialmente per chi esercita l’arte di insegnare, è fare proprio come Socrate, educando i discenti al dubbio più che alla sicumera. E’ un percorso complesso, perché dubitare vuol dire mettere in gioco le certezze – spesso illusorie – che costituiscono il terrapieno su cui crediamo si basi la nostra esistenza. Ma non c’è altro da fare, se si vuole evitare che gli ignoranti, sovrastimandosi all’infinito, finiscano per prendere il sopravvento.

 

Sorgente: Il paradosso dell’ignoranza: chi meno sa più crede di sapere. Ecco perchè bisogna “educare al dubbio” – Oggi Scuola

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20