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Le quattro (possibili) maggioranze alla prova dell'Aula

Le convergenze ipotetiche. Lega con il Pd per il sì alla Tav . Sulla sicurezza FI e FdI potrebbero aiutare i gialloverdi I nodi autonomia e giustizia

di Alessandro Trocino

Quattro materie, quattro maggioranze possibili. Nei prossimi giorni il Parlamento dovrà affrontare alcuni voti fondamentali per il prosieguo del governo e della legislatura. E l’alleanza gialloverde — con i suoi 164 senatori, 106 M5S e 58 Lega — rischia di scricchiolare, magari sostituita da altre possibili maggioranze.

Sulla Tav il Movimento 5 Stelle proverà a salvarsi l’anima con una mozione che dice no all’Alta velocità Torino-Lione, appena sdoganata dal premier Giuseppe Conte dopo un’attenta e travagliata valutazione del rapporto costi-benefici. Ma i 106 senatori pentastellati potrebbero trovarsi da soli, visto che tutto il resto del Parlamento è su posizioni favorevoli alla Tav. La Lega deciderà se votare contro, non votare o se votare la mozione del Partito democratico. Quel che è certo è che non voterà la mozione dei 5 Stelle.

Fibrillazione anche sul decreto legge sicurezza bis, che approda in Aula nei prossimi giorni. Qui si sta decidendo se mettere la fiducia, che farebbe decadere le centinaia di emendamenti, molti dei quali anche dei 5 Stelle. In questo caso la maggioranza di governo dovrebbe ricompattarsi. Il punto è che nel Movimento sul tema c’è maretta. E ci potrebbero essere dei voti segreti. Non si esclude che i dissidenti grillini possano salire ben oltre il numero di cinque. Non sarebbe un problema grave, perché a dar manforte ci potrebbero essere i 18 senatori di Fratelli d’Italia. E i 61 di Forza Italia. Che però chiedono lo stanziamento di un miliardo per il comparto sicurezza.

Sulla riforma della giustizia i giochi si fanno oggi, al consiglio dei ministri. Si vedrà se si raggiungerà un accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Molti sono i punti di distanza, il divario da colmare è ampio. Nei giorni scorsi Salvini ha criticato il testo messo a punto dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. Questa mattina la Lega si riunisce per esaminare il provvedimento e decidere l’atteggiamento da tenere durante la riunione dell’esecutivo. Nel caso, a dar manforte su alcuni articoli potrebbero esserci i voti di Forza Italia, che però non appare del tutto convinta.

Come per la riforma della giustizia, anche quella delle autonomie regionali vede distanti, al momento, i due partiti di maggioranza. Le tensioni potrebbero portare una parte del Movimento 5 Stelle, che ha molti parlamentari eletti al Sud, a non votare una riforma che viene considerata come il viatico per un’Italia di serie A e una di serie B. Quanto a Forza Italia, non è escluso che possa convergere sulle posizioni della Lega, mentre difficilmente Fratelli d’Italia sarà d’accordo con il progetto del Carroccio.

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