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La ricerca di Paolo Arata di ottenere “un posto al sole” per il figlio Francesco e per il senatore Armando Siri è spasmodica, senza tregua e senza limiti. I tentativi arrivano, inutilmente, fino al presidente Mattarella. Contatti ripetuti con i “re dell’eolico” Manlio e Vito Nicastri, ritenuti vicini a boss mafiosi.

Nuove intercettazioni contenute nelle 310 pagine dell’informativa della Dia di Trapani, depositata dal procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, e dal pm Mario Palazzi, al gip Emanuela Attura in vista dell’incidente probatorio di giovedì 25 luglio nell’ambito dell’inchiesta in cui sono indagati per corruzione Paolo Arata e il senatore Armando Siri. Dalle intercettazioni allegate nell’informativa emerge l’attivismo, la ricerca di sponsor continua di Paolo Arata, imprenditore, ex consulente della Lega per l’energia, per trovare un incarico di governo al senatore Siri, poi nominato sottosegretario alle infrastrutture. Una nomina ritenuta fondamentale per favorire gli interessi dell’imprenditore nel campo delle energie rinnovabili. Le intercettazioni Già dal marzo 2018, prima della formazione dell’attuale governo, le intercettazioni rivelano questo disegno e “venivano colte una serie di conversazioni tra gli indagati nelle quali si auspicava la formazione di una maggioranza di governo composta da esponenti della Lega – annota la Dia – per poter proporre alcuni interventi normativi per aumentare gli incentivi ai produttori di energia da fonte eolica”. Dopo la formazione del governo e la nomina di Siri sottosegretario sono numerosissime le intercettazioni telefoniche e ambientali che testimoniano la ricerca di ottenere provvedimenti utili al mini-eolico e le fonti rinnovabili. I successi di Arata Un primo successo Arata lo festeggia quando il biometano viene nominato nell’accordo di programma del governo Lega-M5S. Paolo Arata è euforico e più motivato più che mai nel cercare un ruolo adatto per Siri. Punta in alto. In un’intercettazione ambientale del 23 maggio 2018 Paolo Arata e il figlio Francesco discutono dell’inserimento del biometano nell’accordo di programma. Francesco non è soddisfatto di come era stato scritto, il padre ne è felice: “Ma meno male che c’è, era già chiuso, lo abbiamo fatto riaprire per metterci il biometano, pensa un po’… il biometano c’è… e i Cinquestelle vogliono il biometano… la Lega vuole il biometano…”. Un ruolo per Siri Poi punta subito al prossimo passo, il posto giusto a Siri: “Allora Salvini non sa dove mettere Armando… poi io gli ho detto che deve fare il viceministro con la delega all’energia… e lui lo ha chiesto a Salvini… e Salvini ha chiamato anche casa nostra ieri”. Francesco chiede perchè e il padre risponde: “Perchè voleva sapere quale delega voleva, però i Cinquestelle non volevano fare i viceministri…”. L’imprenditore si vanta di questo interessamento, ma gli stessi gli investigatori della Dia di Trapani scrivono nell’informativa: “Al riguardo va detto che questa Dia non ha registrato interlocuzioni telefoniche tra Arata e Salvini”. Un incarico a tutti i costi Dalle carte dell’inchiesta romana emerge una ricerca costante di sponde politiche per far ottenere un incarico di governo a Siri, chiede aiuto dovunque: politici, ambasciatori, cardinali, chiede aiuto oltreoceano, fino al tentativo, fallito, di arrivare al Quirinale. La Dia annota che Arata già da aprile “spingeva” la candidatura di Siri per un importante incarico governativo e “a tal fine oltre a interessare ripetutamente” Gianni Letta, Arata ricorreva anche all’aiuto del cardinale Raymond Leo Burke, un importante esponente della Chiesa cattolica con addentellati nell’amministrazione statunitense di Steve Bannon. E “sul conto dei due personaggi americani esistono diverse fonti aperte che sostengono una sorta di alleanza tra gli stessi, ritenuti di estrema destra, finalizzata a contrastare le posizioni dell’attuale pontefice Papa Francesco rispetto a taluni temi come quello dell’immigrazione”. Il cardinale “disponibile” Gli investigatori registrano il primo contatto “rilevante” tra Paolo Arata e il cardinale Burke in una conversazione telefonica del 6 aprile 2018, un colloquio dove Arata “auspicava l’intervento dell’alto prelato direttamente su Giancarlo Giorgetti in favore di Siri”. Una conversazione dove Arata chiede al cardinale di “intervenire” anche in favore del figlio Federico per fargli ricoprire l’incarico di viceministro agli esteri. E il cardinale si dice “disponibile” a intervenire non appena Arata gli avesse dato il segnale che era “il momento giusto”. Il ruolo di Ryan C’è anche un altro personaggio che emerge dalla conversazione, un certo Ryan, che secondo il cardinale poteva aiutarlo nel suo intervento, perché “molto potente”. Gli investigatori fanno l’ipotesi che si tratti di Paul Davis Ryan Jr, membro della Camera dei rappresentanti dal 1999 al 2019 e presidente dell’Assemblea dal 2015 al 2019, la terza carica più importante degli Usa. I contatti con Letta e Berlusconi A maggio, durante i tentativi di formazione del governo, mentre Lega e 5stelle tentavano di fissare i punti di un accordo con il cosiddetto contratto di governo, Arata “tentava ogni strada possibile” per agevolare Siri e il figlio a ottenere un incarico governativo e, spiegano gli investigatori, “a tal fine, previo appuntamento fissato il 14 maggio con la sua segretaria, il 15 maggio incontrava Gianni Letta”. E il giorno dopo l’incontro con Letta, Siri riceve una chiamata da Silvio Berlusconi, della quale però “non ne sono noti i contenuti”. Di questa telefonata si ha una traccia in una intercettazione di una conversazione tra Arata e Marco Perini, collaboratore di Siri che riferisce: “So che Armando oggi ha ricevuto una telefonata da Arcore”. E dal tono della conversione spiega la Dia “si poteva evincere abbastanza chiaramente” che durante l’incontro tra Gianni Letta e Paolo Arata, a cui aveva partecipato anche il figlio, si era discusso di un incarico di governo per Siri. Obiettivo in vista Il 17 maggio 2018 Arata è convinto di riuscire nell’intento di piazzare l’amico e “cominciava a sfregarsi le mani intravedendo una concreta possibilità di sfruttare il senatore per i suoi interessi economici”, e si vanta: “Caz…, pensa un po’ che Armando l’ho fatto chiamare io da Berlusconi. Caz… non c’era riuscito… devo dire che Letta è sempre un amico… un amico … sono andato là… gliel’ho detto… dico… chiama, chiama Armando… perché Armando… dice sai.. se non mi sostiene Berlusconi”. Tentativo Mattarella Ma non basta, la stessa sera Federico chiama il padre dicendogli che Siri lo aveva chiamato poco prima chiedendogli di contattare l’ambasciatore americano in Itala, affinché intervenisse sul presidente Mattarella per “sponsorizzarlo”. E, visto che il cardinale Burke non aveva questo contatto, si accordano per provare ad arrivare all’ambasciatore tramite Bannon. Il 20 maggio Siri chiama direttamente Paolo Arata e gli chiede aiuto perché, rivela l’intercettazione, “c’è una resistenza da parte di Mattarella” e non era un problema di incarico ma proprio sul nome di Siri. Arata si ripromette di interessare Letta e ancora Bannon. Con quest’ultimo il problema era che non conosceva Siri. E qualche giorno dopo Arata organizza un incontro a casa sua tra Bannon e Siri, “finalizzato a caldeggiare la nomina di Siri come sottosegretario nel prossimo governo”, annota la Dia. Il governo Conte Il 31 maggio Conte riceve l’incarico e Paolo Arata spinge ancora di pi§ per sollecitare i suoi canali e ottenere una nomina per Siri, cerca ancora Letta e pungola il cardinale Burke, il quale ha già inviato mail e sms a non ben specificati politici senza però avere risposta. Arata chiede di insistere. La conversazione si chiude con Arata che ringrazia per le preghiere di Burke in suo favore. La nomina ufficiale dei sottosegretari di Stato avviene il 13 giugno, ma già dal 9 Arata e Burke sapevano che “le loro preghiere avevano sortito il risultato sperato”, scrive la Dia, infatti già sapevano che Siri sarebbe stato sottosegretario per le infrastrutture, come rivela un’intercettazione: “Eh adesso qualche nostro amico c’è già, diciamo, nei posti giusti”, dice Arata. Siri uomo di Arata Dopo la nomina di Siri “le indagini evidenziano un ulteriore e maggiore asservimento del sottosegretario Siri agli interessi di Paolo Arata”, sottolineano gli investigatori nell’informativa. Il senatore infatti si era già speso per ostacolare l’emanazione del decreto sulle rinnovabili promosso dall’allora ministro Calenda e per inserire nel contratto di governo il biometano. Ora quello che vuole Arata è inserire l’emendamento sull’eolico nel Milleproroghe. Dai primi di luglio 2018 sono registrate una serie di conversazioni in cui Arata cerca Siri per questo, e Siri “effettivamente si prodigava nel proporre la norma voluta da Arata senza però riuscirvi”. Numerose intercettazioni allegate rivelano come Arata facesse arrivare a Siri letteralmente i testi delle norme da lui volute. Siri riprova con la legge di conversione, fallisce di nuovo e promette di riprovarci con la legge di bilancio. Perchè Siri si muove così tanto? “Da alcune conversazioni registrate sempre nel settembre 2018 si apprende che l’attivismo di Siri in favore di Arata trovava fondamento non già in esclusivi sentimenti di amicizia o riconoscenza del parlamentare nei confronti dell’imprenditore bensì in un ben delineato accordo corruttivo”, scrive la Dia, perché “dalla viva voce di Paolo Arata si apprendeva che al sottosegretario era stata promessa una dazione di denaro di 30mila euro”. Durante una cena di lavoro a casa degli Arata a Castellamare del Golfo, il 10 settembre, 2018 Paolo (che appellava spesso viceministro il sottosegretario) discute col figlio Francesco e il figlio di Vito Nicastri: “L’emendamento non è stato fatto bene, mi ha detto il viceministro che mi ha chiamato prima che gli do tremila euro, tanto perché sia chiaro tra di noi… gli do 30mila euro però è un amico come lo fossi tu, però gli amici mi fai una cosa io ti pago e quindi è più incentivato”. I politici sono come le banche, li devi usare In un’altra conversazione intercettata dalla Dia tra Paolo Arata e un suo conoscente, l’imprenditore non fa esplicito riferimento a tangenti, ma esternava la seguente eloquente considerazione: “Un po’ i politici li conosciamo, ma i politici sono come le banche, li devi usare! E ogni volta che li usi, paghi, basta! Non è che c’è l’amico politico, non c’è l’amicizia in politica”. A maggio cambieranno gli equilibri L’ex parlamentare di Forza Italia Paolo Arata, indagato per corruzione dalla Procura di Roma, riponeva grandi aspettative sui riflessi che il voto delle scorse elezioni europee avrebbe potuto avere sui suoi interessi. E quanto emerge dall’informativa della Dia, in particolare in un dialogo del gennaio scorso fra Arata e Manlio Nicastri, figlio del “re” dell’eolico, Vito. “Se non sarà questo ci sarà un’altra occasione – dice Arata – io ci provo, sino a che la Lega…cambieranno gli equilibri, a maggio cambieranno gli equilibri (…) o la Lega esce dal governo o la Lega prende più peso e qualche ministro, ma secondo me…. Al 35%” interviene Nicastri. Non è al 35% – conclude Arata – ma comunque non è questo il problema”. Colpa dei 5 stelle Gli incentivi sul mini-eolico e il continuo ostruzionismo del Movimento 5 Stelle. Sono gli argomenti principali nelle conversazioni fra gli Arata e i Nicastri, Vito, il “Re dell’eolico”, e suo figlio Manlio. “Ieri sera è venuto da me a cena Siri – riferisce Paolo Arata a Manlio Nicastri – l’incentivo…dissi che non c’è un provvedimento a cui agganciare il..non è che lo possiamo mettere così, in due son passati, uno non è passato per colpa dei Cinquestelle, adesso siamo molto più forti quindi ce lo fanno passare, non è questo il problema (…) gli ho detto agganciamolo al…allo sblocca cantieri, però che senso ha, questo è un provvedimento energetico con lo sblocca cantieri, non puoi, capito, cioè, il primo che si alza dice: che ca…o c’entra, toglietelo, è inammissibile…”. “Questo emendamento doveva rientrare nel nuovo decreto, questo delle rinnovabili…”, interviene Nicastri. “Lì non c’è rientrato (…) per colpa dei Cinquestelle. (…) Adesso c’è un rapporto di forza diverso, diciamo la verità. Ma io prima o poi lo faccio passare questo, certo se adesso, di nuovo, hanno messo la pregiudiziale per il commissario perché dicono che sono di Forza Italia, ieri sera proprio me lo ha detto, questi rompono sempre i cogl…i, però ormai sono sulla via del…(…) declino totale”. Di Maio, “Arata dice che diamo fastidio, medaglia per noi” “Questa storia di Arata è inquietante. Diceva che siamo dei “rompic.” mentre parlava con la mafia. Un’altra medaglia al valore per il MoVimento 5 Stelle”: lo scrive su Facebook Luigi Di Maio. “Vedete che facciamo bene a dire no quando serve? – aggiunge il vicepremier – Anche perché di mio ho sempre diffidato da chi dice di sì a tutto e a tutti. Badate bene, la legalità non è uno slogan, abbiamo un Paese corrotto da nord a sud, nessuno investe più da noi. Se da fuori ci vedono ancora come “spaghetti e mafia” è perché i partiti ancora si imbarcano questa gente. Guardatevi intorno, alzate la testa. Scegliete di vivere onestamente. E fatelo col sorriso!” Miceli (Pd), viceministri scelti da Mafia? Se ne occupi l’Antimafia “Gli italiani hanno il diritto di sapere se davvero la mafia e persone ritenute vicine a boss mafiosi come il re dell’eolico Vito Nicastri abbiano avuto un ruolo nella scelta di ministri e viceministri del Governo di Lega e M5s. Dalle intercettazioni pubblicate dalla Dia sembra che Arata, socio occulto di Nicastri, abbia brigato in maniera forte per aiutare Siri a diventare viceministro con delega proprio all’energia. Se Salvini continua a scappare dal Parlamento e dai chiarimenti, la commissione Antimafia convochi Nicastri, che ha iniziato a collaborare, e faccia luce su questa oscura vicenda”. Lo dichiara il deputato del Partito democratico Carmelo Miceli, componente della commissione Antimafia. “Si parla addirittura di contatti diretti tra Salvini e Arata – prosegue Miceli – e ancora una volta c’è il sospetto che il ministro dell’Interno abbia raccontato un sacco di balle, come su Savoini. Aveva detto che Arata lo aveva visto una sola volta, come a dire che lo conosceva appena, ma ora viene fuori che nei giorni della formazione del Governo M5s-Lega lo stesso Arata fosse protagonista di incontri e contatti a vari livelli, addirittura con tentativi sull’Ambasciata americana, pur di spingere la nomina di Siri. Lo stesso Siri che solo pochi giorni fa Salvini ha portato al Viminale a presiedere il vertice di governo con le parti sociali”. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/arata-siri-salvini-di-maio-lega-movimento-stelle-229cb7a7-f7fc-445d-9794-4d4c28cb5621.html

Sorgente: Caso Siri – Arata, 310 pagine di intercettazioni per l’accusa di corruzione – Rai News

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