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Simone Di Stefano all’Huffpost dopo la notifica del provvedimento di rimozione. “È bella e apprezzata dal quartiere” … “Ci attaccano per colpire Salvini”

by Luciana Matarese

“È un atto amministrativo, è chiaro che lo impugneremo e se c’è qualcosa da sanare, dal punto di vista amministrativo, lo faremo”. Quel che è certo è che “la scritta non si tocca”, assicura Simone Di Stefano. L’ex segretario nazionale di Casapound Italia – “oggi semplice militante”, scandisce rimandando alla decisione, ufficializzata meno di un mese fa dai fascisti del terzo millennio, di sciogliere il partito, non presentarsi ai prossimi appuntamenti elettorali, e tornare “movimento, associazione” – è appena arrivato nel palazzo occupato di via Napoleone III. Alcuni agenti della Digos hanno appena notificato il provvedimento che impone di rimuovere, dalla facciata dello stabile, la scritta CasaPound – caratteri cubitali in marmo in perfetto stile architettonico fascista -, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, presente alla consegna dell’atto, ha twittato: “Ripristiniamo la legalità” definendo l’edificio occupato “simbolo di prepotenza. I verbali prevedono anche una sanzione di circa 300 euro.

Virginia Raggi

@virginiaraggi

Ripristiniamo la legalità. Oggi notificato atto che impone di eliminare la scritta abusiva di dall’edificio occupato in via Napoleone III simbolo della prepotenza.

“La nostra intenzione – ripete Di Stefano ad HuffPost – è di non rimuovere la scritta, che è bellissima, rispetta lo stile del palazzo ed è apprezzata nel quartiere e dai turisti. Leggeremo attentamente gli atti e, ripeto, se c’è qualcosa da pagare, pagheremo, come fanno i negozi per le insegne, i tavolini all’esterno. È una questione amministrativa, se la vedranno gli avvocati”. Circa un mese fa, Raggi aveva fatto richiesta ai vigili di accertare se la scritta fosse abusiva o meno e nel frattempo l’Agenzia del Demanio ha avviato l’iter per sgomberare lo stabile, occupato dal 2003, che ospita diciotto famiglie in altrettanti appartamenti.

Circa sessanta persone “che – precisa Di Stefano – hanno tutti lì la residenza e pagano le utenze, soprattutto l’Ama, la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti. Notificando quest’atto, ancora una volta la sindaca prende atto che lì dentro c’è CasaPound. Di che problema di ordine pubblico vogliamo parlare? Qui tutti sanno tutto”. Poco dopo il blitz – il palazzone dell’Esquilino sullo sfondo, ben visibili scritta in marmo e uno striscione “Questo è il problema di Roma” – Raggi ha pubblicato su Instagram un video per annunciare una diffida ai fascisti del terzo millennio “per rimuovere scritta e striscione” e che “se non ottempereranno spontaneamente si procederà in modo coatto”.

VIDEO – Virginia Raggi su Instagram: “Rimuovere la scritta entro 10 giorni”

“Ha fretta di continuare la sua campagna elettorale e lo fa sulla pelle di CasaPound – commenta Di Stefano – qualche giorno fa noi, attraverso un nostro consigliere nel X Municipio abbiamo denunciato la Raggi per uno stabile occupato da anni, la famigerata colonia Vittoria Emanuele, per il quale il Comune paga anche le utenze. Per quella situazione la Raggi non si muove, invece da noi qui oggi è venuta”. Per l’ex segretario nazionale di CasaPound si tratta dunque di “una strategia politica” e il bersaglio sarebbe il ministro dell’Interno e vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. “Si attacca Casapound per colpire Salvini – sospira Di Stefano – questa storia va avanti da un po’ e nel frattempo lui è arrivato al 34 per cento. Non mi pare una tattica vincente. La Raggi si attacca a questo, non potendo sgomberare il palazzo”.
Il riferimento è al fatto che lo stabile di via Napoleone III non figura nell’elenco degli edifici di Roma da liberare nella “stagione degli sgomberi” che comincerà nella prossima primavera. Ma l’Agenzia del Demanio ha avviato l’iter per arrivarci, come ha sottolineato una soddisfatta Raggi la settimana passata definendo la situazione “non più tollerabile”.

Per Di Stefano, però, l’annuncio è “una boutade mediatica. Per alcuni dei palazzi inseriti nell’elenco dei prossimi sgomberi – fa notare – l’iter era stato avviato una decina d’anni fa, quindi non dico che siamo tranquilli, con un’occupazione non si può mai esserlo, ma non ci agitiamo, ecco”. Per la Corte dei Conti di Roma l’occupazione dello stabile da parte dei fascisti del terzo millennio avrebbe causato alle casse dell’erario un danno di circa 4 milioni e 600 mila euro. “Un calcolo spropositato – sospira “il semplice militante” Di Stefano – Si ragiona come se nel momento in cui il palazzo fu occupato ci fossero diciotto appartamenti di lusso, pronti all’uso, da mettere sul mercato e non è così. L’edificio era una piccionaia, un ufficio di sei piani. I diciotto appartamenti ci sono adesso, ma si sono dovuti realizzare dei lavori per arrivarci. Ecco, quanto ha risparmiato il Comune? Le sessanta persone che vivono nello stabile, tra cui decine di bambini, aspettano la soluzione al loro problema, non la violenza delle istituzioni”. La conclusione è ancora un attacco a Raggi e pure a Zingaretti. “Il loro problema delle famiglie occupanti – conclude Di Stefano – è avere una casa e la soluzione deve venire dal Comune e dalla Regione. Faccio notare che questa occupazione va avanti da oltre quindici anni, non s’è mai visto nessuno – amministratori, Demanio – e adesso è diventato il fulcro dei problemi di una Capitale che vive una oggettiva emergenza abitativa”.

VIDEO – La polizia sotto l’edificio occupato da Casapound: il video registrato dagli abitanti

Sorgente: Casapound sfida Virginia Raggi: “La scritta non si tocca” | L’HuffPost

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