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Il ministro dell’Interno, in un’intervista al Corriere, ha chiesto un taglio delle tasse di almeno 10 miliardi. “Non si può sempre dire che è colpa degli altri”, replica il ministro del Lavoro.

Tagli di tasse per 10 miliardi? La stima “è al ribasso, facciamo 15 miliardi: i soldi ci sono, basta volerli usare”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a margine delle celebrazioni del 245esimo anniversario della fondazione della Guardia di finanza. “Non permetteremo – ha aggiunto – che da Bruxelles qualcuno impedisca la crescita del Paese. Il condono? È una parte del tutto, sicuramente non la parte centrale”.

In un colloquio con il Corriere della sera il ministro dell’Interno aveva ribadito la sua forte convinzione: all’Italia serve una riforma fiscale coraggiosa. “Se non me la dovessero far fare, io saluto e me ne vado”. Per il vicepremier “il problema è che non esiste un taglio delle tasse serio che possa richiedere meno di dieci miliardi”. E ancora: “Con il taglio delle tasse si rianima l’economia e i soldi ritornano”. E dunque, “taglieremo le tasse a lavoratori e famiglie a prescindere dal parere di qualche burocrate. Il futuro, dei nostri figli e dell’Italia, viene prima dei vincoli decisi chissà dove”.

I modelli? Trump e Shinzo Abe

Sulla scrivania del ministro dell’Interno c’è una brochure in inglese, “Abenomics”. La summa del pensiero economico del primo ministro giapponese Shinzo Abe, incontrato lo scorso aprile, insieme a un voluminoso rapporto con l’aquila in copertina: “Sono le politiche economiche di Donald Trump. Noi abbiamo bisogno di un approccio del genere”.

Salvini parla anche della procedura di infrazione dell’Europa al Paese e spiega che i due miliardi di risparmi che l’Italia porterà in Europa sono l’ultimo passaggio di una fase da superare. “Per il 2019, se è vero come è vero che lo Stato spende di meno ed incassa di pù’, possiamo utilizzare quella cifra per abbattere il debito, e va bene”. Ma attenzione: “Basta gabbie sugli anni futuri, basta con lo strozzare la crescita possibile”. “Se il governo non riuscisse a costruire la flat tax, aggiunge, è pronto a “salutare”.

Ma la determinazione resta: “Il fatto che io oggi sia qui, al lavoro, e’ la migliore risposta ai chiacchieroni come Di Battista” attacca. L’esponente pentastellato, infatti, è convinto che “Salvini provochi ogni giorno il Movimento 5 Stelle per far cadere il governo”. Ma, osserva il vicepremier, “lui va a spasso e noi stiamo sul pezzo. Adesso stiamo organizzando per luglio gli Stati generali dell’economia a cui inviteremo tutti: imprese, sindacati, associazioni. Noi questo facciamo: lavoriamo. Altri… Vabbé”. Infine le autonomie dove, per il vicepremier “ci sono stati rallentamenti incomprensibili da parte di alcuni ministeri”. “Il problema e’ proprio la mancanza di autonomia”.

Di Maio: “Non si può sempre dire che è colpa degli altri”

“Tagliare le tasse è come la pace nel mondo, tutti lo vogliono. Il tema è che bisogna tagliarle non sui giornali ma veramente”, è la replica di Luigi Di Maio, “la Lega ha vinto le Europee, sembra che stia all’opposizione e non al governo. Non si può sempre dire che è colpa degli altri. Salvini non può dire ‘o mi trovate i 10 miliardi o me ne vado'”.

“Anche io voglio abbassare le tasse, lui parla di flat tax, io di abbassamento del cuneo fiscale”, prosegue il ministro del Lavoro, “è un atteggiamento che abbiamo visto più volte. Io voglio abbassar le tasse, ma dobbiamo lavorare seriamente perché dobbiamo fare una legge di bilancio che deve soddisfare le richieste dei cittadini”.

 “Non è che ogni volta bisogna dipendere da un articolo di giornale, le sorti del governo non dipendono da un’intervista o un articolo”, ha detto invece Giuseppe Conte, interpellato in materia durante una conferenza stampa a Bruxelles.

Sorgente: Salvini: “Flat tax o me ne vado”. Di Maio: “Sembra stia all’opposizione”

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