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Dopo la valanga che si è abbattutta sul Csm, legata al caos nomine per il successore di Giuseppe Pignatone alla guida della procura di Roma, il Governo accelera sulla riforma della giustizia, congelata prima dalla Lega e poi dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Mercoledì, il titolare di Via Arenula e il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, incontreranno il premier Giuseppe Conte sulla riforma delle intercettazioni e un’eventuale stretta sui tempi delle indagini preliminari.Al tavolo con Conte, Lega e CinqueStelle si presenteranno con priorità e proposte molto diverse. La Lega ha da tempo deciso di ridurre i tempi dei processi e di dare una stretta alla divulgazione delle intercettazioni. “Occorre evitare la pubblicazione dei verbali nelle fasi precoci del procedimento, spiega Giulia Bongiorno e aggiunge: noi crediamo nel divieto assoluto di pubblicazione di ciò che attiene alla vita privata delle persone. Non basta più dire: non pubblicate. È necessaria anche una sanzione per le cosiddette ‘intercettazioni gossip'”. Quanto ai tempi, la Lega intende “dare un limite perentorio a tutte le fasi del processo, ma in particolare alle indagini preliminari, continua Bongiorno e sottolinea che in caso di ritardi del tutto ingiustificati da parte dei magistrati dovremmo introdurre conseguenze processuali e disciplinari”. Nulla di tutto questo compare nelle bozze trapelate della riforma della giustizia alla quale sta lavorando Bonafede in vista dell’entrata in vigore, il primo gennaio 2020, del blocco della prescrizione dopo il primo grado. Alcune indiscrezioni anticipano i punti della sua riforma. Sarebbero previsti tre scaglioni per lo svolgimento delle indagini preliminari, basati sulla gravità dei reati. Attualmente la durata massima delle indagini non può superare i diciotto mesi, anche se per alcuni reati più gravi si può arrivare a due anni.Ancora più grande è la distanza sul capitolo intercettazioni. Lo si ricava da un post sul Blog delle stelle in cui si invitano i giornalisti a pubblicare tutto: “Secondo la giurisprudenza, si scrive, ci sono tre condizioni a cui attenersi per una corretta informazione. L’utilità sociale della medesima; la verità dei fatti esposti; la forma “civile” della esposizione e della loro valutazione”. Criteri fissati da una sentenza della Cassazione del 1994, che il ministro cinquestelle vorrebbe preservare nella nuova normativa.Ancora una volta toccherà al premier Conte trovare una mediazione tra lega e CinqueStelle o, ancora una volta, certificare che la spacctura tra i contraenti del contratto di governo è divenuta insanabile.

Sorgente: Riforma della giustizia, governo diviso

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