0 6 minuti 5 anni

I «mini-Bot», moneta o debito?  Per Moody's solo l'idea è dannosa

Mario Sensini

Per primo è uscito il Ministero dell’Economia. «Non c’è nessuna necessità, nè sono allo studio». Due giorni dopo il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, dicendo che «sarebbero altro debito e non sono la soluzione per il debito». Poi, ieri, addirittura il governatore della Bce, Mario Draghi, secondo il quale «o sono debito, o sono strumenti illegali». La parola fine sui “miniBot” che la Camera, con un voto unanime di cui poi l’opposizione si è pentita, aveva chiesto al governo di studiare appena dieci giorni fa, l’ha messa però, sempre ieri, l’agenzia di rating Moody’s. «Il semplice fatto che la proposta sia tornata alla ribalta è credit negative» cioè un elemento che incide negativamente sul merito di credito, cioè sull’affidabilità dei titoli pubblici della Repubblica.

Innocui pezzi di carta?

Eppure sembravo innocui pezzi di carta, quei mini titoli di Stato, certificati di piccolo taglio da 5 a 100 euro, proposti dalla Lega per pagare i debiti commerciali dello Stato verso i fornitori. E innocua sembrava anche la mozione parlamentare che invitava l’esecutivo ad accelerare il pagamento di quei 27 miliardi, «verificando la possibilità» di farlo anche con i mini titoli di Stato. Tanto innocua, e bipartisan, che pure il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il 28 maggio scorso aveva dato il parere favorevole del governo. Senza apparentemente consultare il Ministero dell’Economia, dove i massimi dirigenti, apprendendo la notizia del voto unanime dell’Aula, hanno fatto un salto sulla sedia.

Debito o moneta

Perchè i “miniBot” che sono un vecchio pallino della Lega e degli economisti sovranisti, cioè titoli senza scadenza, senza interesse, e accettati dallo Stato per il pagamento delle tasse, dicono gli economisti, altro non sono che moneta corrente. E la creazione di moneta, nella zona euro, è una prerogativa esclusiva della Banca Centrale Europea, che non a caso parla di strumenti “illegali”. Sarebbero una moneta parallela e, come dice Moody’s, basta solo l’idea a mettere paura a chi compra il nostro debito (o a far salire lo spread, come è successo la settimana scorsa). «Sarebbe un primo passo verso la creazione di una valuta parallela e la preparazione dell’uscita dell’Italia dall’Eurozona» dice Moody’s, che il 6 settembre rivedrà i giudizi sull’Italia .

Borghi contro tutti

Claudio Borghi, responsabile economico della Lega, sostiene i miniBot da una vita e da una settimana duella su twitter con chiunque li critichi. «No, non sono legal tender» cioè moneta legale, «e sì, sono titoli di Stato, come dice il nome stesso» ha replicato ieri a Mario Draghi. I miniBot emessi per pagare i fornitori della pubblica amministrazione sono solo debito, spiega il presidente della Commissione Bilancio della Camera, «ma non un debito addizionale. È un debito che c’è già: per sparire lo Stato non dovrebbe pagare i suoi fornitori». «I soldi lo Stato non li stampa più e se devi emettere un Bot normale per ottenere il denaro e per pagare poi i fornitori, spiegatemi qual è la differenza» aggiunge Borghi.

Moneta parallela

Solo un paio d’anni fa lo stesso Borghi, tuttavia, sosteneva che «se i miniBot, pur essendo debito pubblico, assumono la funzione di moneta perché con questi paghi le tasse, diventano moneta…». E lui, come Antonio Rinaldi e gli economisti vicini a alberto Bagnai, non hanno mai nascosto che avere una moneta di riserva, una «ruota di scorta», sarebbe indispensabile nel momento in cui l’Italia, come auspicano, lasciasse l’euro e l’Eurozona. Sarebbe la moneta di scambio, in attesa della nuova, sganciata dall’euro e probabilmente svalutata per recuperare competitività.

«Politiche voodoo»

E’ questo il disegno temuto, entrato forse con qualche malizia in un’insipida mozione sui debiti della pubblica amministrazione. Anche il Programma di governo tra Lega e M5S parla esplicitamente dei miniBot per pagare i debiti commerciali della pubblica amministrazione, ma non è che poi i grillini si siano spesi più di tanto per difendere la mozione. L’economista Andrea Roventini, che era il loro candidato al ministero dell’Economia, li ha stroncati definendoli come «un’arma di distruzione di massa per l’economia italiana», e catalogandoli tra le «politiche voodoo». Quasi tutta l’opposizione intanto si è smarcata. Il gruppo Pd alla Camera si è pentito di aver votato la mozione, «che ha subito aggiunte spurie e all’ultimo minuto» e adesso vuole fare un ordine del giorno sul decreto crescita per sconfessare i miniBot. C’è chi, come Alessandro Fusacchia di +Europa, ha pure chiesto scusa per l’errore. Tutti ci hanno messo un po’ a capire. Anche Carlo Calenda, che sempre su twitter si chiedeva come si potesse parlare di moneta parallela, salvo parlare, poco dopo, di un «provvedimento stupido e potenzialmente dannoso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sorgente: corriere.it

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20