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DAL NOSTRO INVIATO TOMMASO CIRIACO

Bruxelles. Usa parole durissime, mentre addenta un’arancia e una pizzetta rossa in una saletta del Consiglio europeo. Denuncia il rischio che la Commissione giudichi la procedura d’infrazione all’Italia seguendo una interpretazione delle regole “irragionevole”. Anzi, peggio, “punitiva”. È infuriato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ce l’ha con Juncker, Moscovici e il resto d’Europa. E teme la bocciatura finale: «È una situazione molto, molto complicata».

Presidente, la trattativa con l’Europa si è complicata in queste ore? Sembra pessimista. È rigidità sua o gelo tra la parti?
«Non è rigidità. Ho la flessibilità per difendere il mio Paese. Salvando però sempre alcune coordinate concettuali ben chiare. Riteniamo di avere i conti in ordine, siamo sicuri delle nostre ragioni e non siamo disponibili a inseguire delle stime che non rispondono alla realtà».

Presidente, sono parole impegnative per chi dovrebbe trattare ed evitare una procedura.
«Perché noi conosciamo i conti e conosciamo i flussi di cassa. Mercoledì vareremo l’assestamento che certificherà questi flussi».

Qual è allora la ragione dell’irrigidimento nel negoziato? Ce l’ha con la Commissione?
«Fatemi mantenere un profilo istituzionale. Non fatemi dire quello che penso. Per ora…».

L’iter della procedura comunque va avanti. Aveva detto che non bastava denunciare regole ingiuste per evitare la bocciatura. Ora contraddice se stesso?
«Le regole sono le regole, i numeri sono numeri. Io non posso chiedere di evitare regole che non mi piacciono per evitare la procedura. Ma posso contestare i numeri. Ecco, contesto le loro stime di crescita. Io conosco i numeri, conosco l’assestamento sui miei numeri. Per quanto riguarda le regole, c’è una prospettiva in cui voglio ridiscutere queste regole. Mi sembra legittimo. In famiglia si discute».

Pensa che la Commissione uscente si sia irrigidita per le frasi non amichevoli di Salvini e Di Maio?
«Sarebbe molto grave. Allora vuole dire che le regole si applicano a secondo delle reazioni emotive qui a Bruxelles?».

Emotive o punitive?
«Reazioni emotive o punitive: sarebbe molto, molto grave. E poi voglio dire una cosa a Moscovici: dice che le regole sono intelligenti. Le regole non sono intelligenti, vanno interpretate: le interpretazioni sono intelligenti. Ecco, se è quella non è intelligente».

Lo stallo nel negoziato dipende anche dalle garanzie che chiede l’Europa sul 2020? È quello il nodo?
«Lo verificheremo nei prossimi giorni. Più in generale, non ho mai pensato che fosse uno scherzo la procedura: Siete voi giornalisti che questa volta, più distratti, forse pensavate lo fosse…».

Presidente, piuttosto: alza i toni per chiarire a Salvini e Di Maio che non ci sono margini per limitare la correzione che chiede Bruxelles?
«Non faccio un uso politico di queste posizioni. È una situazione davvero molto complicata».

Non si aspettava oggi una reazione così rigida da parte della Commissione, ha peccato di ottimismo?
«La mia è sempre una determinazione ottimistica. Però devo dirlo: è un negoziato molto complicato. Resta il fatto che le regole vanno interpretate. Non vorrei che a volte prevalessero interpretazioni troppo rigide, a volte molto flessibili…».

Strabiche, è la sua accusa?
«Da giurista so che le regole vanno interpretate. E che poi ci sono dei margini di interpretazione».

I tre miliardi di quota cento e reddito di cittadinanza saranno assorbiti nell’assestamento? Immaginate almeno delle clausole per congelarli?
«No, la clausola l’abbiamo già inserita in passato. Tra l’altro è improprio parlare di manovra correttiva

Forse l’Europa vuole soldi più “garantiti”.
“Ripeto allo sfinimento: le regole si interpretano e non vorrei che prevalesse una interpretazione irragionevole».

Disse che non voleva essere il primo premier a portare l’Italia in procedura. È ancora così?
“Ci mancherebbe, certo».

Dicevate che una Commissione in scadenza vi avrebbe garantito una certa flessibilità. E invece…
«Una Commissione in scadenza potrebbe anche interpretare le regole in modo più rigoroso proprio perché in scadenza in modo più rigoroso…».

Sorgente: Conte: “Situazione molto complicata, noi puniti da regole irragionevoli” | Rep

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