0 8 minuti 5 anni

Le nomine saranno il tema centrale del Consiglio Ue di domani e dopodomani e per il premier è importante che da tale confronto emerga un segnale ai cittadini circa la capacità di tener conto del cambiamento emerso dalle elezioni europee. La crescita che non sia più considerata alternativa alla stabilità. No a decisioni divisive in sede di Eurosummit sulla procedura di infrazione all’Italia

di Francesca Gerosa

Si è concluso dopo circa un’ora il vertice a palazzo Chigi voluto dal premier, Giuseppe Conte, con i vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sulla risposta del governo alle richieste della Commissione Europea per evitare la procedura di infrazione per alto debito. Il premier si è poi spostato a Montecitorio dove ha preso la parola in aula in vista del Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles domani e il giorno dopo. Poi alle 13:30, Conte, i due vice premier, i ministri Tria ed Enzo Moavero Milanesi e il sottosegretario, Giancarlo Giorgetti, sono attesi al Quirinale per un pranzo con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista del Consiglio dei ministri e dell’euro summit.

L’Italia rivendica nella Commissione Ue “un portafoglio economico di prima linea”, ha detto Conte, secondo il quale è “di fondamentale importanza” che dalla scelta dei vertici istituzionali della Ue “emerga un segnale ai cittadini sulla capacità di domanda di cambiamento emersa dal voto”. Il premier ha ricordato che, subito dopo le elezioni del Parlamento Europeo, “ci siamo già riuniti il 28 maggio in una cena informale per ricercare un consenso sul metodo per arrivare a decisioni rapide e auspicabilmente consensuali sulle nomine dei vertici della Ue”.

Proprio questo sarà dunque “il tema centrale del prossimo Consiglio Europeo”, in vista del quale “è in corso un confronto sia a livello intergovernativo sia parlamentare tra i gruppi dell’Europarlamento”. Ma quel che più preme a Conte è ribadire la necessità di un cambio di linea con “la crescita che non sia più considerata alternativa alla stabilità”.

Per l’Italia sono altrettanto prioritari termi come la governance dell’immigrazione e i diritti sociali. “Per noi”, ha spiegato Conte, “sono prioritari i seguenti obiettivi: una governance europea per la migrazione basata su solidarietà e equa condivisione tra gli Stati membri, collaborazione con i paesi di origine e transito, compresi corrodi umanitari per chi ha diritto ad asilo, rimpatri e contrasto al traffico di esseri umani; completamento del pilastro dei diritti sociali europei per proteggere i disoccupati e forme di salario minimo europeo contro l’esclusione sociale e la povertà; un budget dell’eurozona dotato anche di una funzione di stabilizzazione per reagire alle turbolenze come i dazi”.

E ancora “un impulso concreto a incentivare investimenti pubblici produttivi e un rimedio alla concorrenza fiscale ingiustificata; un’Unione capace di promuovere politiche ambientali per l’economia circolare senza incrinare l’unità europea; un’adeguata tutela europea sia dei prodotti agricoli sia in generale dell’indicazione di origine geografica presupposti per una politica commerciale Ue rispettosa dei cittadini, sia consumatori che imprenditori; miglioramento della cooperazione legislativa per il contrasto al terrorismo internazionale e al crimine organizzato contro cui non dobbiamo abbassare la guardia; una politica estera con decisioni e misure adeguate al ruolo cui l’Ue non può e non deve rinunciare”.

Quanto alla tempistica del negoziato sul bilancio settennale dell’Unione Europea “non vada a discapito della sua qualità. Serve una tempestiva conclusione ma senza che ciò si traduca in un bilancio inadeguato alla posta in gioco”, ha chiarito il presidente del Consiglio. A suo giudizio il nuovo bilancio settennale dell’Ue dovrà inscriversi in “un quadro ancorato al presente ma anche proiettato al futuro, sia sulle nuove sfide come immigrazione, sicurezza, ricerca, sia sulle politiche tradizionali come politica di coesione e politica agricola comunitaria, entrambi essenziali per i cittadini europei, fondamentali per crescita e occupazione nelle aree più svantaggiate e più esposte alle insidie e ricadute negative della globalizzazione”. Inoltre, il nuovo bilancio Ue dovrà “guardare con maggior ambizione alle risorse proprie garantendo maggior valor aggiunto della spesa dell’Unione senza gravare sui bilanci nazionali”.

Non poteva mancare un accenno alla Brexit. “Alla luce degli ultimi sviluppi è importante che tutti i soggetti interessati usino i mesi di proroga fino al 31 ottobre 2019 per prepararsi a tutti gli scenari compresa quella di un’uscita della Gran Bretagna dall’Ue senza accordo”, ha detto. Da parte italiana il 20 maggio è stato convertito in legge il decreto Brexit che prevede, in caso di no deal, misure di messa in sicurezza dei diritti dei cittadini, dei servizi finanziari e del trasporto aereo. La settimana scorsa si è riunita la task force Brexit a palazzo Chigi per fare il tagliando a queste misure. “L’Italia resta
impegnata per una Brexit ordinata e per una relazione futura profonda e ambiziosa dopo uscita dall’Ue”, ha puntualizzato.

E sulla procedura di “infrazione verso l’Italia e il completamento dell’unione bancaria auspichiamo decisioni non divisive”. A suo dire “non è appropriato che i capi di Stato e di governo decidano senza un’adeguata base tecnica su misure incisive e di media durata sul budget dell’eurozona”. Detto questo, “siamo tutti determinati ad evitare” la procedura di infrazione, “ma siamo anche ben convinti della nostra politica economica”. Su queste basi, “intendiamo mantenere un dialogo costruttivo con l’Unione Europea e questa nostra determinazione e disponibilità le sto rappresentando con chiarezza anche ai vertici istituzionali dell’Unione e ai miei omologhi”, ha aggiunto.

L’Italia, ha ribadito, “intende rispettare le regole Ue senza che ciò, come Paese fondatore e terza economia del continente, impedisca che ci facciamo portatori di una riflessione incisiva su come adeguare le regole stesse affinché l’Unione sia attrezzata ad affrontare crisi finanziarie sistemiche e globali e assicuri un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita e tra riduzione e condivisione dei rischi. Binomi, questi, complementari e non in contrasto tra loro come continuano a sostenere i fautori di un approccio procedurale che ha costretto l’Europa a criticare ex post proprie decisioni e misure che sono poi i cittadini europei ad aver pagato e a rischiare di pagare in prospettiva. Il che comporta un prezzo molto elevato non solo per la coesione sociale ed economica di interi Stati Membri, ma per la credibilità stessa del progetto europeo, una credibilità che i fautori dell’austerity a oltranza dichiarano, almeno a parole, di avere a cuore”, ha concluso Conte.

La replica dell’Italia a Bruxelles potrebbe essere consegnata domani da Conte direttamente nelle mani di Jean Claude Junker a margine del Consiglio europeo. In ogni caso, l’avvio formale della procedura nei confronti dell’Italia dovrà essere approvato dall’Eurogruppo e dall’Ecofin dell’8-9 luglio. Nei prossimi giorni si saprà se il governo giallo-verde è stata in grado di mettere nero su bianco valide motivazioni per evitare una procedura d’infrazione.

Sorgente: Conte: le nomine europee diano un segnale di cambiamento – MilanoFinanza.it

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20