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Stava per essere estradato in Italia. Era in carcere nel Paese sudamericano dal 2017, dopo 23 anni di latitanza.

di ALESSIA CANDITO

Un’evasione da film. Rocco Morabito, “Il Tamunga”, uno dei più pericolosi broker della droga che la ‘ndrangheta abbia a disposizione è tornato ad essere un’ombra. Nei giorni scorsi – ha ammesso il ministero dell’Interno uruguayo – è evaso dal carcere di Montevideo, dove era detenuto in in attesa dell’esecuzione dell’estradizione, già deliberata dalla Corte d’Appello il 29 marzo scorso. “”È sconcertante e grave che un criminale come Rocco Morabito, sia riuscito a fuggire da una galera dell’Uruguay mentre era in attesa di essere estradato in Italia – ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che al riguardo ha annunciato”mi prendo due impegni. Primo: fare piena luce sulle modalità dell’evasione, chiedendo spiegazioni immediate al governo di Montevideo. Secondo: continueremo a dare la caccia a Morabito, ovunque sia, per sbatterlo in galera come merita”.

Ma fino ad oggi, per il Tamunga, in Italia già condannato a 30 anni di carcere perché considerato il re del traffico di cocaina che ha invaso la Lombardia, il Viminale non ha mai sembrato avere fretta, nonostante gli investigatori ci abbiano messo 23 anni a rintracciarlo ed arrestarlo. Così Morabito ha avuto tutto il tempo di organizzare la sua fuga, insieme ad altri tre detenuti, i brasiliani Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, e Matías Sebastián Acosta González, e Bruno Ezequiel Díaz, che in Argentina è stato condannato per omicidio. Insieme erano detenuti e insieme sono fuggiti.

Grazie ad un tunnel, scavato pazientemente e senza che nessuno se ne accorgesse, sono arrivati sul tetto del carcere, costruito nel pieno centro di Montevideo. Da lì si sono calati sul balcone di una casa confinante e sono entrati nell’appartamento della signora Elida Ituarte, sollevando una persiana. “Attorno alle 11.30 ho sentito dei rumori dal corridoio – ha raccontato l’anziana alla stampa locale – ero in camera da letto e sono andata a vedere cosa stesse succedendo. Ho trovato quattro uomini ed ero così sconvolta che l’unica cosa che mi è saltata in mente di chiedere è da dove fossero entrati”. A risponderle è stato proprio la primula rossa dei narcos della ‘ndrangheta. “Mi ha assicurato che non mi avrebbero fatto del male” ha detto l’anziana ai media uruguayi, poi “con garbo” – ha specificato – le ha detto di dover andar via di fretta perché una delle sue figlie sarebbe molto malata. Prima però insieme ai complici Morabito ha pensato bene di ripulire il portafoglio della signora per finanziare quanto meno la prima parte della sua fuga.

Problemi che il Tamunga non aveva quando si spacciava per Francisco Antonio Capeletto Souza, imprenditore brasiliano d’origine, ma da oltre 12 anni residente in Uruguay, dove si era fatto un nome nel campo dell’import-export e nella coltivazione intensiva di soia. Una copertura che ha tenuto per decenni e che Morabito considerava così sicura da non preoccuparsi di mantenere un basso profilo. Al contrario. Prima dell’arresto, viveva in una delle località più esclusive dell’Uruguay e per di più in una villa – con piscina, ovviamente – nei pressi del quartiere di Beverly Hills, scopiazzato in tutto e per tutto dall’omonima città californiana. Quando viaggiava, sceglieva solo i migliori hotel. E proprio nella hall di uno dei più prestigiosi alberghi della capitale è stato arrestato nel settembre del 2017, quando in Italia era considerato fra i 5 latitanti più pericolosi e l’Interpol per lui aveva diramato un’allerta rossa.

Figlio di Domenico Morabito e Carmela Modafferi, nipote di Antonio Mollica e parente del temuto boss Peppe Tiradritto Morabito, “U Tamunga” porta un cognome importante nel mondo della ‘ndrangheta, tanto in Calabria e nella natia Africo, come a Milano dove ha costruito il suo impero fondato sulla coca. Arrivato a 25 anni sotto la Madonnina, dalla Calabria ha portato con sé l’autorità criminale e il soprannome, forse legato al Dkw Munga, fuoristrada militare tedesco, considerato pressoché indistruttibile, con cui pare che il giovane Rocco scorazzasse per le strade della jonica. A Milano si divideva fra traffici e la bella vita nei locali che solo il rischio di un imminente arresto lo ha convinto ad abbandonare.

 

Sorgente: Boss della ‘Ndrangheta Morabito evade in Uruguay – Repubblica.it

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