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Mamadou, senegalese, 50 anni, vive a Firenze ed è in Italia da più di 30 anni. «Mi sento italiano al 100 per cento, qui ho trovato lavoro e ho la mia vita»

«Sono Mamadou Sall, ho 50 anni e sono operaio in un’azienda che produce materie plastiche a Firenze». Si presenta così il senegalese Mamadou, uno dei rappresentanti più autorevoli della comunità senegalese di Firenze, che adesso ha deciso di scendere in campo alle elezioni europee per il Partito Democratico.

Mamadou Sall
Mamadou Sall

«Sono nato a Pekine, una città sul mare nella regione di Dakar, in Senegal. Sono arrivato in Italia più di 30 anni fa, in cerca di lavoro e di un futuro migliore di quello che poteva offrirmi il mio Senegal». Ha avuto un inizio piuttosto difficile, come molti suoi connazionali. Spesso in strada a vendere fazzoletti. Per tre, quattro mesi, giorni e notti a chiedere pietà. Ma quanta vergogna: «Non ero bravo, sono molto timido e mi vergognavo ad andare dalla gente a chiedere la carità, volevo smettere il prima possibile».

Ricorda ancora quella volta che, in centro storico a Firenze, entrò con la sua borsa piena di fazzoletti nell’agenzia del lavoro per cercare un impiego. Gli addetti di quell’ufficio lo guardarono e gli dissero: «Non compriamo niente, grazie». Lui insistette: «Sono qui per cercare lavoro». Così cominciò il colloquio e fu proprio quel giorno che trovò quel lavoro da operaio che svolge ancora oggi. Dopo tanti sacrifici e un lavoro guadagnato con le unghie e con i denti, dice: «Mi sento italiano al 100 per cento, qui ho trovato lavoro e ho la mia vita». Guai a chiamarlo al telefono prima delle 17: «Sono un lavoratore serio, non poso stare al telefono in azienda prima della fine del mio turno». Ha un forte legame col suo Paese di origine: «Ho un forte attaccamento al Senegal, ci vado almeno una volta l’anno cercando, grazie a un’associazione fondata con alcuni amici, cerco di aiutare come posso le donne e i bambini locali».

È il famoso “aiutarli a casa loro”, che lui prova a mettere in campo mensilmente. «Nella mia formazione ha avuto un ruolo importante il sindacato. Mi sono avvicinato alla Cgil nel 1998 e sono delegato sindacale nella mia azienda battendomi lavorando per condizioni di lavoro migliori e più giuste assieme ai miei colleghi». E poi tanto volontariato: «Sono stato per anni volontario della Misericordia, dove prestavo servizio come soccorritore. Da sempre impegnato a favore dell’integrazione, dal 2000 sono segretario della comunità senegalese fiorentina, e oggi sono responsabile del forum immigrazione dell’area metropolitana di Firenze».

C’è sempre stato lui in prima linea quando a Firenze hanno sparato ai senegalesi. Prima la strage di piazza Dalmazia, nel 2011, quando persero la vita due ambulanti. Poi l’omicidio di Idy Diene, nel 2018. E lui sempre lì, a consolare gli amici e le famiglie, a organizzare manifestazioni di piazza contro il razzismo. Anche lui, più volte, ha avuto discriminazioni, soprattutto nei primi anni in Italia. «Mi hanno offeso dicendomi “nero di merda”». Ma con questo lavoro, adesso, sta benissimo. Ed è felice. Come hobby ha il calcetto, tutti i venerdì coi suoi amici italiani. Poi la consueta pizza post partita. Ha una moglie senegalese. Tutti i venerdì va a pregare alla moschea di Borgo Allegri, nel centro di Firenze. È molto religioso. Vive a San Piero a Ponti, nell’hinterland fiorentino. «Quando mi hanno proposto di candidarmi, sono diventato bianco di paura», scherza Mamadou. «Ma poi ho scelto di accettare, l’ho fatto per tutta la comunità di senegalesi in Toscana».

È uno dei pochissimi candidati di colore alle europee in Italia. Gli obiettivi principali in caso di elezione? «Serve un’Europa più democratica e più accogliente. Un’Europa che pensi di più al lavoro. In tanti dicono che la crisi è superata, ma conosco tanti amici e colleghi che sognano di fare la colazione al bar la mattina, che invece per loro è soltanto un lusso che non possono permettersi».

Sorgente: Vendeva fazzoletti per strada, ora è candidato alle Europee

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