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Il dirigente di En Marche: «Rifondare l’Ue per non vederla distrutta»

di Francesca Sforza

Nelle settimane in cui i partiti nazionalisti europei sembrano conquistare consensi e crescere nei sondaggi, i francesi di En Marche e gli italiani del Partito democratico si incontrano per «unire le forze, difendere l’Europa e portare avanti insieme battaglie essenziali per il futuro dei cittadini europei». Ambiente, giustizia sociale, diritti delle donne saranno al centro dei colloqui, ci dice Stanislas Guerini, delegato generale di En Marche (di origini bergamasche), prima del suo incontro a Torino con il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ma si parlerà anche di modelli da cui prendere le distanze: quello cinese in primo luogo.

Monsieur Guerini, il presidente Macron vinse le elezioni con una campagna molto europeista. En Marche riuscirà a tenere alti i consensi alle elezioni europee?

«L’Europa è sempre stata nel nostro Dna, non sarà certo adesso che cominceremo a vergognarcene! Ma bisogna avere il coraggio di dire che davanti alle grandi sfide del nostro secolo l’Europa non è stata sempre all’altezza. Per questo proponiamo una sua rifondazione: il 26 maggio si gioca il futuro dell’Ue. I cittadini decideranno se continuare il progetto europeo o mettervi fine».

Cosa proponete per contrastare i partiti nazionalisti?

«Di fronte a chi vuole distruggerla, proponiamo un rinascimento dell’Europa. Vogliamo permettere ai cittadini europei di riprendere in mano il loro destino dando la priorità all’ecologia, assumendo la sfida migratoria nel rigoroso rispetto dei nostri valori e dei nostri confini, rifondando il patto sociale con la lotta all’evasione fiscale. Il pericolo nazionalista si combatte con un progetto positivo».

Le relazioni Italia-Francia attraversano una fase difficile: in che modo l’intesa tra En Marche e Pd può contribuire a normalizzare i rapporti?

«Le opposizioni politiche che ci possono essere non mettono in discussione l’amicizia storica tra i nostri popoli. Con il Pd, come con tutte le formazioni progressiste europee, vogliamo lavorare insieme per dare un’Europa nuova agli italiani, ai francesi e a tutti gli europei: un’Europa verde, equa socialmente e fiscalmente, che controlla le sue frontiere, rispetta i suoi valori e difende i suoi interessi nella globalizzazione».

En Marche è pronta a convergere nel gruppo del Partito Socialista Europeo?

«Faremo un nuovo gruppo progressista al centro del Parlamento Europeo, senza il quale nessuna decisione potrà essere presa. Al di là del nostro gruppo vogliamo dar vita a coalizioni di progetto, e sì, abbiamo la vocazione a lavorare con il gruppo socialista».

Quali sono i vostri alleati negli altri Paesi europei?

«I partiti che erano nel gruppo Alde (Alleanza dei Liberali e dei Democratici d’Europa) sono una base di partenza, che però speriamo di allargare ad altre formazioni progressiste. Abbiamo viaggiato in tutti i paesi dell’Ue per incontrare i socialdemocratici, i verdi, i liberali, tutti coloro che amano l’Europa e vogliono trasformarla, per parlare del nostro progetto per l’Ue. Che siano i socialisti portoghesi, i liberali svedesi, i Verdi tedeschi… non siamo d’accordo su tutto, ma possiamo lavorare insieme per far avanzare l’Ue su questioni importanti come ecologia, Europa sociale o difesa».

Secondo lei l’alleanza tra Marine Le Pen e Matteo Salvini è forte?

«È un’alleanza apparente e di circostanza, che non riposa su alcun solido fondamento. Le Pen e Salvini hanno progetti contraddittori. Prendiamo la migrazione: Salvini vuole ripartire le quote dei migranti, e Le Pen lo rifiuta categoricamente. Ma sanno mettere da parte le contraddizioni per un obiettivo comune: distruggere l’Europa. Per quello i progressisti europei devono unirsi».

Le prime tre cose che cambierebbe in Europa?

«La nostra priorità è la transizione ecologica e sociale: un investimento di 1000 miliardi di euro con la creazione di una Banca del Clima. Faremo in modo che l’Ue sia rispettata nella globalizzazione e condizioneremo l’accesso al mercato europeo al rispetto delle nostre esigenze sociali e ambientali, rifiutandoci di siglare accordi di libero scambio con i Paesi che sono fuori dall’accordo di Parigi. Sull’immigrazione la priorità sarà invece costruire una politica europea dell’asilo con la creazione di un Ufficio Europeo dell’Asilo».

Sorgente: Stanislas Guerini: “Il partito di Macron coalizzato coi socialisti” – La Stampa

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