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Presidi contrapposti dopo l’assegnazione di un alloggio popolare a un nucleo familiare bosniaco. “Vi devono impiccare tutti” avevano urlato stamani alcuni residenti. La famiglia rientra scortata dalla polizia, insulti da un manifestante a mamma con bimba: “Ti stupro”

di LUCA MONACO

Ancora tensione a Casal Bruciato dove un gruppo di cittadini insieme ai militanti di CasaPound da lunedì sera protesta contro l’assegnazione di una casa popolare in via Satta a una famiglia rom. Nel primo pomeriggio si è alzata la tensione per l’arrivo nella zona del movimento di sinistra Asia, che ha manifestato in strada in solidarietà dei rom. Intanto i militanti di CasaPound, nel cortile del palazzo insieme ai residenti, ha urlato slogan come: “Il quartiere non vi vuole. Buffoni”. “Hanno il permesso di stare lì dentro al presidio? Fascisti di m…” urlano i manifestanti di Asia dall’altra parte del cancello.

Casal Bruciato, urla e insulti contro mamma rom con bimba: “Ti stupro”

Intanto la famiglia rom è rientrata nel palazzo a Casal Bruciato scortata dalle forze dell’ordine dall’ingresso laterale di via Satta. “Dovete andare via”, ha urlato qualcuno tra i manifestanti. Subito dopo le forze dell’ordine hanno chiuso gli accessi al palazzo e non hanno consentito di entrare neanche agli abitanti. “E’ una vergogna”, hanno protestato alcuni inquilini. “Aprite – dice un altro – così non mi fate andare a casa dai miei figli che sono soli”. Poco prima dell’arrivo della famiglia alcuni attivisti si sono opposti all’intervento del reparto mobile che stava sgomberano l’ingresso della palazzina. Alcuni manifestanti sono stati spostati fisicamente dall’area antistante il portone mentre gli agenti stavano scortando alcuni membri della famiglia nel rientro all’interno dell’androne della palazzina. La polizia è intervenuta per allontanare la ressa di attivisti di CasaPound e cittadini che si opponevano al passaggio della mamma bosniaca di circa 40 anni, con in braccio una bambina. La donna all’ingresso nel palazzo è stata sommersa di insulti irripetibili: “Andate via!” e “Ti stupro”.

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La presidente del Municipio IV, Roberta Della Casa, e l’assessore capitolino al Patrimonio Rosalba Castiglione, in serata si sono recate in visita alla famiglia rom. La mimi sindaca ha portato in dono alla famiglia un pacco di dolci, circostanza che ha scatenato le proteste dei contenstatori ancora presenti sotto lo stabile.

La sindaca Virginia Raggi ha sentito, a quanto si apprende, sia il prefetto sia il questore di Roma.”Mi hanno chiamato adesso, certi episodi dal punto di vista dell’ordine pubblico a Roma, certi episodi di violenza non sono mai giustificabili da qualunque parte arrivino”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commentando le tensioni a Casalbruciato.

Intanto in via Satta c’è stata anche una discussione tra militanti di CasaPound e di Fratelli d’Italia, quando un militante del partito di Giorgia Meloni ha affisso sotto lo stabile contro l’assegnazione della casa popolare ad una famiglia rom. Mauro Antonini, dirigente romano del movimento di estrema destra, ha protestato “tu non devi chiedere il permesso alle ‘guardie’ per mettere lo striscione, lo devi chiedere a me che sto qui da ieri sera”. Sullo striscione la scritta “case ai rom e agli italiani lo sfratto  vergogna” e poi il simbolo di Fratelli d’Italia.

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Dopo una lunga notte trascorsa dentro l’appartamento spoglio e senza l’allaccio della corrente, Senada e Imed, la coppia rom di origini bosniache legittima assegnataria dell’appartamento in via Satta, a Casal Bruciato, in mattinata aveva incassato ulteriori minacce dai residenti in presidio permanente nel cortile delle case popolari. “Non ti far più vedere, se torni qui ti ammazziamo di botte”. “Li vogliamo vedere tutti impiccati, bruciati” dicevano alcune donne radunate nel cortile condominiale proprio di via Satta. “A mio nipote quando aveva 11 anni gli hanno puntato un coltello alla gola per rubargli un euro” racconta una residente. “Richiamiamo Mussolini che è morto?”, dice un’altra ironicamente. “Magari” rispondono altri in coro. La famiglia bosniaca comunque ha manifestato intenzione di rimanere nella casa popolare in questione a seguito di un incontro con l’assessora comunale alle Politiche abitative Rosalba Castiglione. “Ci sono una normativa regionale e un bando comunale, fatto nel 2012, sotto Alemanno, che legittimano questa assegnazione. Siamo pronti ad attivare ogni strumento di tutela per la famiglia legittima assegnataria. Alimentare un clima di odio e intolleranza non giova a nessuno” ha spiegato l’assessora.

Senada e Imed erano usciti dall’appartamento nel quale erano asserragliati da 24 ore e sono stati investiti da una nuova pioggia di minacce e insulti. Sopravvissuti alle rabbia popolare, hanno accompagnato i bambini a scuola e si sono diretti al dipartimento alle Politiche abitative per chiedere una soluzione alternativa al Comune.

“Non sappiamo cosa fare – aveva detto questa mattina Imed – ma vivere lì in quelle condizioni è impossibile”. Insieme a loro c’era anche Suzana, la 34enne rom minacciata ripetutamente dopo che il mese scorso era entrata, anche lei come legittima assegnataria, in un appartamento popolare in via della Tenuta di Torrenova a Tor Vergata. “Dopo la manifestazione neofascista di sabato le minacce sono proseguite – ricorda – mi dica il Comune cosa devo fare, io non vorrei andarmene. Ringrazio i professori e i genitori dei compagni di classe dei miei figli per la solidarietà e la lettera pubblicata martedì su Repubblica”.

Sorgente: Roma, casa a famiglia rom: tensioni a Casal Bruciato tra Asia Usb e CasaPound – Repubblica.it

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