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di Gianni Sartori

A Berlino la manifestazione indetta dai movimenti che si qualificano come “rivoluzionari” (circa 5mila, sia comunisti che anarchici, la maggior parte a volto coperto) si è svolta principalmente nel quartiere di Friedrichshain.

Simpaticamente, dalle finestre di alcune abitazioni (in particolare da qualche squat) sono state esposte bandiere e striscioni di sostegno. Quando ormai la manifestazione pareva conclusa, sono iniziati gli scontri, con cariche e proiettili di gomma da parte della polizia. Numerosi gli arresti.

Poi, nel corso della notte, sono apparse le barricate e alcune – come in Rigaer Strasse – sono state date alle fiamme.

A Goteborg (Svezia) – sempre in coincidenza con la manifestazione per il 1 Maggio rivoluzionario – 500 militanti di sinistra hanno assalito un raduno – protetto dalle forze dell’ordine – di circa 300 neonazisti. Una ventina gli arrestati. Tra i compagni, beninteso.

Nel pomeriggio, scontri anche a Copenaghen. Sempre per la manifestazione indetta dalle associazioni rivoluzionarie. Sono iniziati quando la polizia ha cercato di bloccare il corteo tra il ponte della regina Luisa e Norrebrogade. Un’auto della polizia che stava portando via un manifestante, già ammanettato, è stata costretta a fermarsi. Alla fine il conto degli arrestati risultava così classificato: cinque per violenza contro la polizia, uno per detenzione di fuoco d’artificio, un altro per violazione del divieto di mascherarsi, un altro ancora per una non meglio precisata “violazione della legge di polizia”, due per turbamento dell’ordine pubblico e l’ultimo per insulti (nei confronti dei poliziotti, si presume).

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