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Il ministro del Lavoro si dice pronto a convincere sindacati e Confindustria. E chiede all’alleato leghista priorità rispetto alle autonomie territoriali. Sulla flat tax taglia corto: “Se per farla dobbiamo aumentare l’Iva, allora dico no”

di VALENTINA CONTE

ROMA – “Spero sia l’ultimo Primo Maggio senza salario minimo”. È l’augurio del ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, intervistato da Rtl102.5, per la Festa dei lavoratori. I sindacati la celebrano a Bologna con una manifestazione nazionale dal titolo “Lavoro, diritti, stato sociale – La nostra Europa”. Cortei già partiti in tutta Italia. Il capo dello Stato Mattarella al Quirinale per le onorificenze ai Maestri del Lavoro. Due i concertoni, in piazza San Giovanni a Roma e a Taranto.

Salario minimo. “I dati sull’occupazione dimostrano che il decreto dignità sta funzionando: abbiamo decine di migliaia di contratti a tempo indeterminato in più, senza perdere occupazione”, osserva Di Maio. “Lo prendo come un incoraggiamento. Ma a me non basta. C’è un problema di qualità del lavoro. Nella prossima festa del lavoro vorrei che ci fosse meno burocrazia per le imprese e il salario minimo orario. Su questo stiamo lavorando con i sindacati, anche se sono preoccupati, e con Confindustria. Il 6 maggio la commissione al Senato chiuderà gli emendamenti sulla nostra proposta. C’è bisogno di salario minimo in Italia e bisogna farlo anche in Europa”.

Morti sul lavoro. “Il Primo Maggio è anche il giorno in cui mi ricordo che bisogna fare di più per evitare le morti sul lavoro”, prosegue Di Maio. “Ho messo il generale dei Carabinieri Leonardo Alestra a capo dell’Ispettorato del lavoro che ho rafforzato nel personale. Stiamo lavorando per ottenere il migliore risultato possibile”.

Sindacati. “Le fusioni tra sindacati sono questioni interne che osservo con atteggiamento laico”, aggiunge con riferimento alla proposta del segretario generale della Cgil Maurizio Landini di procedere con un sindacato unitario per tutti i lavoratori. “Ma di una cosa sono certo: l’Italia non si può governare senza interoloquire con i corpi intermedi. Sono molto contento che si possa lavorare con i sindacati e Confindustria”.

Iva. Lo 0,2% di crescita del Pil registrato da Istat nel primo trimestre fa piacere a Di Maio. “Ne abbiamo avuto notizia quando eravamo a Tunisi, insieme al premier Conte e a Salvini. E abbiamo sorriso, pensando alle previsioni apocalittiche. Questo 0,2% ci porta fuori dalla recessione, senza ancora vedere gli effetti di quota 100, reddito di cittadinanza, decreto sblocca-cantieri e decreto crescita. Certo bisogna fare di più: salario minimo, flat tax, legge sul conflitto di interessi, taglio degli stipendi dei parlamentari”. Sulla tassa piatta Di Maio avverte l’alleato leghista: “Se introdurre la flat tax significa aumentare l’Iva, allora dico no. Lavoreremo perché l’Iva non salga, così come abbiamo fatto quest’anno”.

Autonomia. Anche sul progetto di autonomie territoriali, Di Maio sembra frenare. “Si devono fare, ma senza fretta elettorale altrimenti si creano pasticci come successo alla sinistra con la revisione del titolo V della Costituzione. La priorità ora è assicurare il salario minimo”.

Sorgente: Primo maggio, Di Maio sul salario minimo: “Mai più una festa del lavoro senza” – Repubblica.it

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