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Maria Falcone, sorella del giudice assassinato, ricevendo i ragazzi, giunti a Palermo sulla Nave della Legalità, ha detto: “Giovanni e Paolo l’Italia migliore”. Il premier Conte a Capaci – sul luogo dell’attentato a Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta – ha deposto una corona d’alloro in loro memoria. Cerimonia nell’Aula bunker e nel pomeriggio a Capaci  la manifestazione promossa dall’Anpi e dall’Arci

23 maggio 2019 A 27 anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, “legate dalla medesima, orrenda strategia criminale, la Repubblica si inchina nel ricordo delle vittime e si stringe ai familiari”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ringraziando “quanti una ferita così profonda hanno tratto ragione di un maggior impegno civico per combattere la mafia, le sue connivenze, ma anche la rassegnazione e l’indifferenza che le sono complici”. Il Capo dello Stato ha poi aggiunto in una nota: Il sacrificio di Falcone e Borsellino “è divenuto motore di una riscossa di civiltà, che ha dato forza allo Stato nell’azione di contrasto e ha reso ancor più esigente il dovere dei cittadini e delle comunità di fare la propria parte per prosciugare i bacini in cui vivono le mafie. Questa riscossa ha già prodotto risultati importanti. Ma deve proseguire. Fino alla sconfitta definitiva della mafia, che Falcone e Borsellino hanno cominciato a battere con il loro lavoro coraggioso, con innovativi metodi di indagine, con l’azione nei processi, con il dialogo nella società, nelle scuole, soprattutto con una speciale attenzione all’educazione dei giovani”. Maria Falcone: “Giovanni e Paolo l’Italia migliore” “Grazie a tutti i professori e i ragazzi che ricordano Giovanni e Paolo che sono l’Italia migliore”. Lo ha detto Maria falcone, sorella del giudice, accogliendo la nave della legalità. Sulle note della canzone di Fabrizio Moro, ‘Pensa’ gli studenti hanno liberato, in una splendida giornata di sole, palloncini tricolore. La Falcone sulle polemiche di queste ore che hanno portato alcuni a disertare la cerimonia in Aula Bunker ha ricordato: “Abbiamo voluto dire che le istituzioni devono essere sempre rispettate e, quindi, sono inutili le polemiche. Mi auguro che le polemiche non siano in questa aula”. Conte: “Massimo impegno per fare terra bruciata alla mafia” “La lotta alla mafia è una battaglia di libertà contro chi vuole confondere la verità con la menzogna, contro la politica deviata, contro l’opacità. La lotta alla mafia è una battaglia per le persone. La lotta alla mafia è una battaglia anche contro la paura”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte all’aula bunker di Palermo dove si stanno svolgendo le commemorazioni per il XXVII anniversario della strage di Capaci. Conte ha poi aggiunto: “Il mio Governo è impegnato a combattere la mafia in primo luogo sostenendo le forze dell’ordine, organi requirenti e giudicanti nel loro impegno quotidiano”. Il premier infine ha sottolineato: “Lo Stato compie un’azione quotidiana per fare terra bruciata alla mafia e per farlo occorre garantire una maggiore giustizia sociale. Il mio governo è impegnato nella lotta alla mafia: si tratta di creare le condizioni perché non ci sia più qualcuno che pensi che c’è bisogno della mafia”. Il premier questa mattina a Capaci ha deposto una corona d’alloro ai piedi della stele eretta in memoria del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro nella ricorrenza del XXVII anniversario della strage. Il presidente del Consiglio ha anche visitato il Giardino della Memoria, a Ciaculli. Sul luogo dell’attentato anche la visita del vicepremier Matteo Salvini. Fico: “Andiamo a prenderci figli camorristi” “Vengo da Napoli conosco bene la situazione dei clan. Noi dobbiamo esserci con una presenza forte e culturale nei territori dove la criminalità organizzata arruola i giovani come manovalanza. Dobbiamo andarci a prendere i figli dei camorristi e spezzare quella catena”. Così il presidente della Camera, Roberto Fico, parlando nell’aula bunker dell’Ucciardone per l’anniversario della strage ci Capaci. Bonafede: “Oggi niente polemiche. Tutti uniti sul fronte della legalità” “Oggi niente polemiche. Lo Stato deve essere unito e compatto: il fronte della legalità”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al suo arrivo al porto di Palermo a bordo della Nave della Legalità per partecipare alle celebrazioni per il 27esimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Il guardasigilli si è detto “emozionatissimo”. “Provo una serie di emozioni indescrivibili, regalate da tanti cittadini che sono qui perché ci tengono”. Il ministro ha poi aggiunto: “Sulle stragi che hanno dilaniato il nostro Paese lo Stato ha il dovere di accertare la verità. La magistratura sta lavorando”. Orlando: “Palermo cambiata grazie a chi ha creduto nella lotta alla mafia” “Siamo qui per ricordare che Palermo è cambiata e dire grazie a chi ha creduto nella lotta alla mafia in tempi terribili, quando lo Stato aveva il volto legale e chi combatteva Cosa nostra era considerato un isolato e un bersaglio. Oggi Palermo è profondamente cambiata ma dobbiamo continuare ad affermare con intransigenza e senza arretrare l’esigenza di continuare a rispettare la Costituzione dei diritti”. A dirlo è stato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, arrivando al porto di Palermo per accogliere la Nave della Legalità, partita ieri da Civitavecchia, in occasione delle celebrazioni per il 27esimo anniversario della strage di Capaci. Il sindaco ha deciso di non partecipare alla cerimonia nell’Aula bunker. Salvini: “Italia vincerà contro mafie” “I ragazzi che ho incontrato stamattina e che sono qua sono il segno che vinceremo. Che l’Italia vincerà contro la mafia, la camorra e la ‘Ndrangheta”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervenendo nell’aula bunker dell’Ucciardone. Poi ha aggiunto: “Giorno per giorno, sequestro dopo sequestro stiamo portando via tutto alla mafia. Il momento più bello da ministro ho dato il primo colpo per abbattere la villa dei Casamonica nella periferia romana. Stiamo procedendo e spero che lo continueremo a fare con coraggio”. Salvini prsegue: “Ogni giorno che il buon Dio manda in terra prego per gli uomini delle scorte, che hanno nomi meno noti, che non sono ricordati, ma che hanno scelto un mestiere difficile. Oggi ci sono circa 2.200 poliziotti e finanzieri che rischiano la vita per proteggere persone a rischio, li ricordiamo e ringraziamo”, ha aggiunto. Infine il ministro dice: “Penso che chi ha ucciso quelle persone abbia tolto la vita e abbia provocato un dolore immenso ai familiari ma abbia svegliato il popolo italiano. Quel sacrificio è valso il risveglio di un popolo, nulla è stato più come prima”. Di Maio: “Chi tollera mafia e corruzione è complice” Ricorda che 27 anni fa “avveniva la maledetta strage di Capaci” e nel rendere omaggio a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, la scelta di Luigi Di Maio, nella sua qualità di capo politico M5s, è di sottolineare che se “oggi è un giorno, una ricorrenza”, invece “commemorare la morte di uno degli eroi di questa nazione, non significhi limitarsi al minuto di silenzio che oggi giustamente gli tributeremo”. “Commemorare il giudice Falcone è, prima di tutto, per chi come me si ritrova a rappresentare lo Stato, una responsabilità. Lo dico perché, anche al governo, il nostro messaggio è sempre stato chiaro: le istituzioni devono essere sempre intransigenti nei confronti di mafie e corruzione. Perché – avverte Di Maio – girarsi dall’altra parte, o tollerare questi fenomeni, significa essere complici!”. “Siamo grati al giudice Falcone e alle sue intuizioni nel contrasto alla criminalità organizzata. Dobbiamo rendere giustizia ogni giorno a chi ha lottato e lotta contro la criminalità per la libertà degli italiani. Ma dobbiamo anche ricordarci che le commemorazioni – ribadisce – servono solo se seguite da azioni coerenti. Il nostro impegno è dfendere sempre i valori e la cultura della trasparenza e della legalità. Oggi, come sempre, è doveroso ricordare l’esempio di uomini e donne che hanno dato la vita per lo Stato. Questo, piu’ di ogni altra cosa, significa far camminare le loro idee sulle nostre gambe”. De Raho: “Le mafie non sparano più, sono infiltrate negli affari” Per il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, “le mafie devono essere combattute non solo con la repressione, ma tutti si devono attivare per impedire che esse entri nei flussi dove circola il denaro. Perché – ha specificato – le mafie stanno cambiando pelle, non sparano più ma sono infiltrate negli affari”. Giovani sbarcati a Palermo: “Noi la mafia non la vogliamo” Al grido di “Giovanni e Paolo” gli studenti sono scesi dalla Nave della Legalità, con le due grandi foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, attraccata stamane intorno alle 8.15 nel porto di Palermo con 1500 ragazzi a bordo, accolti da quelli siciliani per dare ufficialmente il via alle commemorazioni delle stragi. Ad attenderli sul molo molti studenti delle scuole di Palermo, oltre a Maria Falcone, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Noi la mafia non la vogliamo”, urlano i giovanissimi. –
Molti gli striscioni che gli studenti hanno appeso sulla nave: da “La giustizia è il seme della libertà, facciamola crescere con noi”, a “Gli uomini passano, le idee restano” e “Sogno una nazione senza corruzione questa è l’ambizione della mia generazione”. In tutta Italia sono più di 70 mila i ragazzi che nel corso della giornata partecipano alle iniziative della manifestazione #PalermoChiamaItalia, promosse dal ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone. Contromanifestazione a Capaci Sinistra Comune aderisce all’appello dell’Anpi e dell’Arci e partecipa oggi alla manifestazione alla casina ‘No mafia’ di Capaci. Nel pomeriggio, dalle 16, “come sempre senza alcun simbolo, si sono dati appuntamento in via Notarbartolo all’angolo con via Mattarella, per unirsi al corteo e ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Antonio Montinari e Vito Schifani. L’impegno – si legge in una nota – è mantenere vivi i valori costituzionali di antifascismo, antirazzismo ed uguaglianza nei diritti a cui l’Anpi ci richiama ogni giorno”. “Il 23 maggio – sottolinea Sinistra Comune – deve essere il giorno in cui la memoria si coniuga al civismo di un’antimafia viva ed operante, intimamente collegata ai valori costituzionali che i giudici, uccisi insieme alle loro scorte, hanno tenuto come faro della loro azione giudiziaria e civile”. Tra coloro che non aderiscono alle iniziative ufficiali, anche il Presidente della Commissione della Commissione regionale Antimafia, Claudio Fava. Al corteo di Capaci ci sarà – come ha annunciato lui stesso- il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ayala: “Gli assenti hanno sempre torto” “Ci sono momenti in cui il silenzio è d’oro. Per me oggi è il momento di ricordare due miei grandi amici e due uomini a cui dobbiamo moltissimo. E poi c’è un vecchio detto: gli assenti hanno sempre torto”. Così Giuseppe Ayala, arrivando all’aula bunker di Palermo, ha commentato le polemiche sulle assenze di oggi alle celebrazioni del XXVII anniversario della strage di Capaci. ‘Manifestini’ e lenzuola a Palermo contro il ministro Salvini “Un siciliano che vota Lega è un siciliano che non conosce o non rispetta la propria storia. Un siciliano che vota Salvini è un siciliano senza dignità”. Nel centro di Palermo sono spuntati manifestini che ricordano quelli di Addiopizzo che anni fa ‘armarono’ la resistenza contro il racket con la scritta: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Una forma di protesta contro l’arrivo di Matteo Salvini a Palermo per partecipare alle iniziative che commemorando le vittime delle stragi di mafia nel 27esimo anniversario della strage di Capaci. I manifestini sono apparsi tra piazza Verdi, la cattedrale e piazza Pretoria. Vicino all’Aula bunker invece sono apparse delle lenzuola con su scritto: “Salvini non ti vogliamo”. Ore 17.58 davanti all’Albero Falcone Le note del silenzio hanno sottolineato il momento più forte e dolente di questa giornata: ore 17.58, 27 anni fa il tritolo mafioso uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonino Montinaro e Vito Schifani. Il raccoglimento, poi il lungo applauso. L’Inno d’Italia intonato da tutti e i palloncini liberati in aria. I loro nomi sono stati proclamati dai bambini davanti all’Albero Falcone dove sono confluiti i due cortei partiti dall’aula bunker dell’Ucciardone e da via D’Amelio. Migliaia gli studenti arrivati da tutta Italia, 1.500 quelli giunti a bordo della Nave della Legalità, e poi tanti palermitani, con i lenzuoli appesi sui balconi lungo il percorso. In marcia, tra gli altri, Maria Falcone, tenace custode della memoria del fratello, il presidente della Camera, Roberto Fico, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti.
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