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Clamoroso gesto del titolare cinese di fronte allo sciopero dei dipendenti pachistani

Prato, 29 maggio 2019 – Ancora caos e scioperi in via di Gello. E un picchettaggio che provoca non solo l’intervento della polizia, ma anche la protesta eclatantedell’imprenditore cinese contro cui i lavoratori pachistani stavano protestando. Così l’orientale, una volta sceso in strada per affrontarli, si è addirittura messo in ginocchio per chiedere l’intervento delle istituzioni e pregare i suoi dipendenti di rientrare in azienda.

Stavolta a finire nel mirino delle proteste dei lavoratori stranieri, quasi tutti di nazionalità pachistana, è stata la tintoria Fada. Ieri pomeriggio un gruppo di manifestanti, a fianco dei quali si sono schierati i sindacalisti del Si Cobas Luca Toscano e Sarah Caudiero, hanno reso impossibile la normale attività dell’azienda, il cui titolare è il cinese “Franco” Yu Zhang. Un braccio di ferro che ha come argomento del contendere le condizioni lavorative che i dipendenti dicono di essere costretti a subire. Secondo le accuse, gli operai sono sfruttati e non vengono rispettati gli orari di lavoro previsti dai contratti stipulati fra datore di lavoro e dipendenti stessi.

“Qui ci troviamo di fronte ad una situazione di lavoro grigio“, spiega Luca Toscano, che insieme a Sarah Caudiero è stato raggiunto due giorni fa dalla notifica di un foglio di via obbligatorio emesso dal questore Alessio Cesareo a seguito di precedenti, rumorose agitazioni sindacali. “Molti lavoratori di questa tintoria sono assunti con contratti a quattro ore, ma in realtà lavorano dalle 8 alle 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, senza vedersi riconosciute le ferie e il diritto alla malattia».

Secondo lo stesso sindacalista di Si Cobas, la situazione è molto simile a quella che ha riguardato la confinante tintoria “DL”, anche questa gestita da un imprenditore orientale. Una situazione la cui vertenza, poche settimane fa, dopo sedici giorni di sciopero, è stata chiusa positivamente con un accordo che prevede la regolarizzazione dei lavoratori impiegati a nero, il ripristino della legalità in materia di lavoro e l’applicazione del contratto nazionale.

E ieri pomeriggio, dopo che i lavoratori non accennavano a spostarsi e a far transitare furgoni e camion, l’imprenditore è uscito fuori dalla fabbrica e con un cartello scritto a mano e in italiano ha inscenato la sua controprotesta, inginocchiandosi in strada di fronte a sindacalisti e operai e chiedendo l’aiuto delle istituzioni per poter continuare a lavorare.

E’ forse la prima volta che un imprenditore cinese non si tira indietro, almeno pubblicamente, di fronte alle accuse e anzi replica accettando il confronto e respingendo al mittente le accuse. Dalla sua parte, ad esempio, l’imprenditore può schierare alcuni dipendenti italiani che sostengono che l’azienda sia buona e vi si lavori bene. Il picchettaggio è comunque proseguito fino a tarda serata quando sono intervenuti anche poliziotti in assetto antisommossa oltre a poliziotti delle Volanti e della Digos per cercare di convincere i manifestanti ad abbandonare la manifestazione. Alla fine alcuni degli scioperanti sono stati spostati di peso dagli agenti per liberare il passaggio d’ingresso alla ditta. Nessuna violenza, ma sul posto sono state inviate almeno un paio di ambulanze del 118 che hanno trasportato alcuni pachistani in pronto soccorso.

Sorgente: L’imprenditore in ginocchio dagli operai che scioperano – Cronaca – lanazione.it

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