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San Marino vuole abbracciare l’Unione europea. A modo suo, però. Dal 2015 sta negoziando un accordo di associazione ma punta nel contempo a tenere rapporti con la Russia e con la Cina

Dalla Russia con amore. Nel pieno della corresponsione di sensi, a San Marino girava una vignetta che, nella locandina del film, al posto di Sean Connery vedeva il segretario di Stato Nicola Renzi nel ruolo dello 007.
Dopo aver sperato nei cinesi e negli arabi (che restano però sull’uscio) il Titano – quasi sull’orlo di una bancarotta politica, sociale, economica e finanziaria –punta infatti ora sui ricchi capitali della Russia, colpita dalle sanzioni economiche e diplomatiche degli Stati Uniti e dell’Unione europea dal 2014 dopo la crisi con l’Ucraina. Una scommessa pericolosa visto che – contemporaneamente – San Marino vuole abbracciare l’Unione europea. A modo suo però.

In marcia verso la Ue

Dal 2015 San Marino, con Andorra e Monaco, sta negoziando un accordo di associazione con la Ue e la segreteria di Stato degli Affari esteri ha perfino aperto un profilo Instragram e una pagina Facebook con un fitto calendario di date in cui la politica incontra i sammarinesi per spiegargli quanto è bello e quanto è giusto sposare l’Unione europea. E così, il giorno in cui l’Italia celebrava la liberazione dal fascismo, nel corso di un dibattito, il consigliere Enrico Carattoni (Ssd) ha sganciato con nonchalance una frase a effetto: «L’accordo svincola la Repubblica dall’adottare le linee di politica estera di Bruxelles e questa è la migliore risposta a chi sostiene che non possiamo tenere contemporaneamente con la Russia e con la Cina».

Insomma, le condizioni per l’adesione alla Ue le detta il Titano e il tentativo di sposare sulla Rocca diavolo e acqua santa avviene con naturalezza, quasi fosse una virtù congenita. Sotto gli occhi della comunità internazionale. Un esempio per convincersene?

CREDITI DUBBI
Dati in milioni di euro e percentuali

La doppia (e contemporanea) visita sul Titano

Mentre dal 20 al 22 marzo di quest’anno il Consiglio della Ue spediva a San Marino il gruppo Efta (l’associazione europea che promuove il libero scambio e l’integrazione economica tra gli Stati membri) per ottenere un quadro più preciso delle problematiche e delle specificità della Repubblica rispetto all’Unione europea, il Titano celebrava una visita storica: quella del ministro degli Esteri della Federazione russa, Sergej Lavrov.

Peccato che San Marino – a differenza della decisione assunta da quella Unione europea della quale vorrebbe essere presto una tessera – non ha imposto sanzioni alla Russia. Le voci di chi quella contraddizione ha vissuto in prima persona, come quella del consigliere sammarinese (equivalente di un parlamentare italiano) del Movimento Rete-Md, Gian Matteo Zeppa, raccontano l’imbarazzo. «A un certo punto – dichiara il consigliere al Sole 24 Ore – alcuni esponenti del gruppo Efta mi si avvicinano e mi chiedono: “Ma qual è la politica estera del vostro Stato?”». E Zeppa risponde secco: «Ditecela voi qual è perché noi non riusciamo proprio a capirlo».

Il rischio di aggirare le sanzioni

Lavrov ha ovviamente apprezzato le posizioni del Titano in politica estera. In particolare la decisione di non aderire alle sanzioni contro Mosca. I due ministri degli Esteri hanno dunque ragionato su come incrementare le esportazioni di prodotti agroalimentari nel Paese eurasiatico senza prestarsi a escamotage o a triangolazioni varie

LA RADIOGRAFIA

Principali indicatori dimensionali del sistema bancario

Il rischio di aggirare l’embargo c’è tutto, al punto che il 23 luglio 2018 i consiglieri del Partito socialista Alessandro Mancini e Denise Bronzetti hanno depositato alla segreteria Istituzionale un’interrogazione a risposta scritta nella quale ricordavano che il 18 marzo 2016 la testata online it.rbth.com riprese un articolo della Rossiyskaya Gazeta intitolato “San Marino, quel ponte con la Russia per aggirare l’embargo” cosa peraltro confermata dal quotidiano online themoscowtimes.com con l’articolo “San Marino to export meat and cheese to Russia”.

Non era mancata la reazione immediata delle istituzioni sammarinesi al servizio del 18 marzo 2016. Il 20 marzo 2016 Luca Brandi, direttore Affari europei per il Dipartimento Esteri sammarinese spiegò che «non siamo tenuti a seguire le indicazioni circa le sanzioni alla Russia ma la Ue ci ha espressamente chiesto di non creare “distorsioni”. Cioé di non aumentare le quantità di prodotti che noi già esportiamo verso la Russia. In poche parole di non diventare noi il canale per favorire imprenditori stranieri. Ci siamo sempre attenuti alle indicazioni europee e continueremo a farlo».

San Marino, quindi, continuerà le esportazioni di salami, prosciutti e formaggi prodotti e lavorati dentro i suoi confini «ma vigilando attentamente – dichiarò il ministro all’Industria e commercio, Marco Arzilli –: chiunque tenti di aggirare l’embargo sarà pesantemente sanzionato».

Smentite doverose ma che non devono aver preso la via di Mosca. Ecco quanto scritto l’8 febbraio 2017 da Kira Kalinina sul sito it.rbth.com.

LA TENDENZA
Trend delle segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall’avvio dell’operatività. (Fonte: AIF – SAN MARINO)
I RAPPORTI INTERNAZIONALI
Richieste di collaborazione e note informative spontanee con omologhe financial intelligence unit estere. (Fonte: AIF – SAN MARINO)

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«”Per legge ogni cittadino russo può portare fino a 5 kg di alimentari sanzionati per uso personale e per di più tali prodotti non deve necessariamente averli con sé, ma possono essere spediti per posta”, racconta a Rbth Marina, 29 anni di Mosca, che gestisce un piccolo sito di e-commerce per la vendita di prodotti italiani. Il trucco è farsi spedire dall’Italia il pacco dal proprio partner commerciale che compila a tuo nome il modulo postale con i dati del tuo passaporto. In questo modo il pacco arriva come se fosse stato spedito da te. Mio marito è italiano e vive a Reggio Emilia dove c’è lo stabilimento per la produzione di Parmigiano e compra lì il formaggio che poi mi spedisce per posta”, dice. Per organizzare la sua attività Marina ha creato un sito in lingua russa su un dominio internazionale e si fa pubblicità attraverso gli amici. Il marito di Marina ha aperto a sua volta in Italia una partita Iva come imprenditore individuale e paga il 40% di tasse sugli introiti. Secondo Marina, il prezzo del Parmigiano così rivenduto aumenta del 100-200% dato che si devono includere oltre al margine di guadagno del venditore anche le tasse e i 30 euro di spedizione postale».

Il settore agroalimentare fa gola

Il settore agroalimentare fa dunque gola ai russi e il 30 ottobre 2018 il Congresso di Stato con la delibera numero 7 ha proposto di concedere la residenza elettiva al russo Oleg Evseev, subordinata alla sottoscrizione del contratto dell’acquisto del 100% della Latteria di San Marino Srl, all’incremento occupazionale di ulteriori quattro unità lavorative entro 12 mesi dall’acquisizione della società, per un totale di 9 unità lavorative, e a un investimento immobiliare ad uso abitativo, condizioni tutte previste e precisate nel business-plan allegato all’istanza di residenza. In tutto un affare da tre milioni di euro.

Il 12 novembre 2018, quando si stava andando verso la firma dell’accordo – che secondo alcune fonti dell’opposizione si sarebbe poi concluso dopo il versamento di una caparra di 550mila euro e reclamizzato al punto che il 20 marzo di quest’anno il canale Russia 1 ha dedicato un servizio all’ingresso dell’ imprenditore russo sul Titano – Bronzetti del Partito socialista ha parlato di interessi russi «sempre più presenti» sul territorio e di «strane movimentazioni» import-export di prodotti agroalimentari.

«Il timore – tornerà alla carica Bronzetti nel corso del Consiglio grande e generale di San Marino del 17 aprile di quest’anno – è che possano insorgere problemi con l’Ue da un lato, che ha invitato espressamente i Paesi terzi europei ad astenersi dall’adattare misure svolte a sfruttare nuove opportunità in ambito commerciale derivanti dall’introduzione delle sanzioni, e con la Russia dall’altro visto che San Marino potrebbe essere usato per aggirare le sanzioni commerciali esistenti. Sicuramente nel caso in questione è tutto ok – prosegue – ma possiamo prenderci un po’ di tempo per capire se è tutto a posto con la Russia, visto che già nel recente passato si è parlato di possibili distorsioni?». Il riferimento è a una probabile truffa che avrebbe visto coinvolta, forse inconsapevolmente, una ditta di San Marino proprio nel settore agroalimentare.

Intanto la Segreteria degli Esteri il 2 maggio si è trovata di fronte alla richiesta di ricongiungimento familiare da parte della moglie di Evseev, come ricorda al Sole-24 Ore Matteo Zeppa che vuole vederci chiaro fino in fondo.

Il memorandum con i russi

Il momento topico della visita del 21 marzo è stata la firma congiunta di un memorandum di intesa fra i due ministeri degli Esteri.
Qualcuno conosce i dettagli dell’intesa? Renzi, a precisa domanda del Sole 24 Ore ha risposto che «sarà oggetto di una prossima discussione in seno alla competente commissione consigliare che, come da regolamento, sarà pubblica».

E così è stato. Il 2 maggio lo ha illustrato ai commissari della Commissione esteri. Nel protocollo di 4 pagine, si legge come primo punto che «le consultazioni tra le parti saranno mirate all’approfondimento e all’intensificazione della cooperazione bilatereale in campo politico, economico, finanziario, educativo, scientifico, tecnologico, culturale, sanitario e turistico».

All’atto della firma, ad una precisa domanda di Rtv San Marino, forse sfuggita al protocollo, su possibili sinergie in ambito finanziario – anche alla luce delle difficoltà che vive da tempo immemore il comparto bancario sammarinese – Lavrov ha risposto: «Abbiamo discusso la sfera dei rapporti bancari e finanziari. Sappiamo che 10 anni fa c’è stata la riforma sia del sistema bancario ma anche del regime fiscale. Allora abbiamo parlato delle prospettive e dei contatti a livello delle banche centrali rispettivamente della Federazione Russa e della Repubblica di San Marino, e questo per poter concordare i parametri comuni ed interagire. C’è tutta una serie di questioni da parte del ministero delle Finanze della Federazione Russa che devono essere approfondite, però sono convinto che la soluzione sarà trovata molto presto».

Il Sole 24 Ore ha chiesto direttamente a Renzi se «è benvenuto o meno l’acquisto di banche o asset sammarinesi da parte di soggetti stranieri, segnatamente russi» e la risposta è un capolavoro (di diplomazia): «San Marino favorisce l’attrazione degli investimenti esteri nel rispetto della normativa vigente e degli standard internazionali».

LA RETE

Soggetti autorizzati e intermediari assicurativi

Residenze elettive, cavallo di Troia

A Vera Shcherbakova dell’agenzia Tass il 21 marzo 2018, alla sibillina domanda: «Il settore bancario rimane uno dei più importanti? Chi può essere un cittadino di San Marino e quali sono i benefici di questa cittadinanza?», Renzi dirà anche altro: «Il settore bancario, ovviamente, rimane importante nel sistema della nostra economia, ma non così grande come in alcuni altri piccoli stati. Negli ultimi anni è diminuito un po’ e oggi il governo sta esplorando le opportunità per la sua rivitalizzazione. Per quanto riguarda la cittadinanza sammarinese, è acquisita per nascita (…). È molto più facile ottenere un permesso di soggiorno, soprattutto quando si forniscono informazioni sull’attività di investimento nella repubblica. E gli ultimi atti normativi facilitano la procedura proprio allo scopo di attrarre investimenti e sviluppare attività economiche».

Già perché mentre la Ue vuole mettere al bando le golden visa di quei Paesi membri che ne fanno un ampio, opaco e ben remunerato ricorso per “naturalizzare” cittadini extra Ue, concedendo residenze e passaporti (si veda l’inchiesta di Fiume di denaro “Pagare per diventare cittadini Ue: in 10 anni venduti 133mila passaporti a milionari russi, cinesi e arabi”) San Marino, che della Ue vuol far parte, dalla fine del 2017 ha una legge che permette al cittadino straniero che intenda stabilire la propria dimora a San Marino ed effettui e mantenga un investimento immobiliare o finanziario secondo i parametri fissati per legge, di ottenere la cosiddetta residenza elettiva (si veda la scheda sotto). Al massimo possono essere concesse 50 residenze elettive all’anno.

LA RESIDENZA ELETTIVA

Meno di 10 le richieste presentate finora (anche da italiani) perché sono molti gli ostacoli, primo fra tutti l’obbligo di un deposito infruttifero e vincolato per la durata di 10 anni non inferiore a 600mila euro in titoli emessi dallo Stato sammarinese o in un fondo appositamente costituito dall’Eccellentissima Camera. Nella seduta del Consiglio grande e generale del 24 settembre 2017, il consigliere Marco Gatti (Pdcs) fulminò tutti: «(…) Chi metterebbe 600.000 euro vincolati per 10 anni senza interessi? Solo se ha problemi da tso. La norma ha un problema e noi vi chiediamo un correttivo. Facciamo fruttare la somma?».

A tener banco sono i russi e i sauditi i cui profili sono poco noti o noti a un pugno di addetti ai lavori, al punto che nelle richieste di residenza elettiva di questi cittadini sono oscurati i dati anagrafici. Cosa che non accade, chissà perché, per gli italiani che finora ne hanno fatto richiesta anche se, al Sole 24 Ore, Renzi dichiara il contrario e cioè che «non risulta allo scrivente l’utilizzo sistematico di differenti modalità in relazione alla cittadinanza del soggetto richiedente». Da sottolineare un lapsus freudiano: cittadinanza.

Il 7 novembre 2018 il consigliere della Rete-Md Gian Matteo Zeppa ha presentato in commissione Affari esteri un ordine del giorno con il quale ha denunciato che finora «non emergono altro che prese d’atto, con l’evidente impossibilità di poter accedere ad alcuna documentazione meritoria» e affinché l’intero arco parlamentare, non solo quello circoscritto ai commissari della commissione permanente, possa svolgere valutazioni di merito più efficaci, ha chiesto che la stessa commissione permanente Affari esteri impegnasse il governo al diritto di poter accedere e prendere visione delle intere documentazioni attestanti le richieste pervenute e depositate presso il dipartimento Affari esteri.

Nel novembre 2018 lo scontro in Commissione Esteri non è stato solo sulla residenza elettiva di Oleg Evseev ma anche sulla possibilità concessa a un altro cittadino russo, Amir Bedretdinov. «Nel caso delle residenze elettive – ha commentato in quella occasione Denise Bronzetti – è stata esautorata la Commissione. Non è opportuno sapere in che settore intende investire un cittadino straniero che vuole portare qui la sua residenza?».

Risultato sortito finora? Zero. Tanto che il 22 febbraio 2019 in Commissione esteri, dopo la comunicazione del segretario Renzi sulle due nuove istanze depositate al dipartimento Affari esteri da settembre 2018 a gennaio 2019, Zeppa è intervenuto proprio per chiedere che nel riferimento siano indicati il numero della delibera del congresso e nome e cognome del richiedente: «Essendo solo una presa d’atto mi sembra dovuto nel riferimento sulle residenze elettive – ha puntualizzato –. Diversamente, è una semplice scritta nera su foglio bianco». Renzi ha assicurato che avrebbe inoltrato la richiesta al funzionario preposto alla redazione della relazione.

L’ultimo tentativo per ottenere più trasparenza è stato fatto venerdì 3 maggio con un ordine del giorno in Commissione esteri che è stato bocciato con 9 voti contro e 4 a favore.

Il precedente della banca Cis

C’è dunque chi sul Titano teme che le residenze elettive concesse oggi ai russi e domani a chissà chi altro (nel 2015 una rete di cinesi rimasta nell’ombra e mai disvelatasi compiutamente era addirittura interessata a costituire una banca nuova di zecca sulla Rocca) possano aprire alla compravendita di banche e asset strategici per tentare di allontanare lo spettro di una bancarotta di sistema. Perché lo pensano?
Perché, ad esempio, c’è un precedente fresco fresco. Quello del saudita Mohammed Ali Ismail Turki (sul certificato di richiesta di residenza le autorità sammarinesi, in fase di pubblicazione, hanno omesso dove e quando è nato), che il 5 dicembre 2017 con la delibera numero 3 si è visto concedere la temporanea residenza elettiva, mai però perfezionata. L’imprenditore Ali Turki non è andato al “closing” per l’acquisto della Banca Cis per 92 milioni di euro e dopo aver annunciato un masterplan per San Marino (al quale avrebbero partecipato, guarda caso, anche imprenditori cinesi) con la realizzazione di un aeroporto, un ospedale e un maxi albergo per un presunto investimento superiore a 500 milioni di euro, oggi è alle carte bollate in Tribunale con due denunce: alla procura di Rimini e al Tribunale di San Marino. Insomma, la realtà è che le banche fanno gola, soprattutto alla luce del fatto che sono avvitate in una crisi senza apparente via d’uscita.

L’11 febbraio 2019 Dim (Democrazia in movimento, Rete-MdSi) ha nuovamente chiesto di rendere pubblici gli atti di «fusione e accorpamento degli istituti di credito che dal 2007 sono andati in default e la cui operatività è stata acquisita da altri istituti di credito». Vale a dire: Banca del Titano, Credito Sammarinese, Banca Commerciale Sammarinese, Euro Commercial Bank, Asset Banca. Il segretario alle Finanze, Eva Guidi, si è rivolta nuovamente alla Banca Centrale che, con una lettera a firma del vicedirettore generale facente funzione, Giuseppe Ucci, ha opposto come in precedenza il segreto d’ufficio, sottolineando che il segreto rimane «tuttora vigente» in quanto «non sono stati adottati i provvedimenti di attuazione dell’istanza». Il 22 aprile, dunque poche settimane fa, Dim è tornato a chiedere al Governo quali altri pretesti ci sono per non pubblicare quegli atti, continuando a disattendere platealmente la volontà unanime del Consiglio grande e generale

Andamento trimestrale delle principali voci dell’attivo
Valore di patrimonio netto e totale attivo

Banche a parte, la situazione non sembra volgere al meglio. Il report del 13 settembre 2018 della commissione Finanze fissò in 850 milioni (poi saliti a 888) l’ammontare del debito pubblico (con un rapporto debito/Pil oltre il 60%) e la situazione all’orizzonte è ancor più nera.

Il segretario di Stato alle Finanze Guidi ha risposto il 30 aprile ad una interrogazione del 18 marzo dei consiglieri del Partito socialista Bronzetti e Mancini. I due volevano sapere, tra l’altro, se e quando verranno pagate le tredicesime ai dipendenti pubblici e qual è oggi lo stato della liquidità del Paese. La risposta dice, in sintesi (si veda sotto la tabella completa), che il saldo di cassa a dicembre 2019 sarà di 8,6 milioni.

Eppure di fronte ad una situazione a dir poco preoccupante, neppure le valutazioni internazionali invitano al dialogo tra maggioranza e opposizione. Prendete il rapporto dell’agenzia di rating Fitch del 28 aprile, con il quale viene confermato il livello di “BBB- il rating a medio-lungo termine della Repubblica di San Marino, con outlook “negativo”. Ebbene, per la segreteria di Stato alle Finanze e bilancio «il mantenimento del medesimo livello di rating assegnato nel 2018 rappresenta un risultato positivo e conferma la sostanziale tenuta del quadro macroeconomico del Paese». Per il Partito socialista «appare incredibile che un membro di governo possa dichiarare l’esatto opposto a quanto scritto dall’agenzia di rating, mentendo brutalmente ai cittadini».

In questo quadro le indagini del Tribunale del Titano sull’europarlamentare italiano uscente Sandro Gozi e Catia Tomasetti, presidente della Banca centrale di San Marino, appaiono solo la punta dell’iceberg sui “miracolosi” rapporti di San Marino con la Ue e le istituzioni estere.

FLUSSI DI CASSA 2019

Proiezioniflussi di cassa (c/c di gestione + cassa di riserva)

Fonte: segreteria di stato; (*) differenza con verifiche di cassa dovuta alle compensazioni 2018

Sorgente: La Russia marcia su San Marino: affari, residenze, zero sanzioni e banche – Il Sole 24 ORE

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