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La richiesta di Comune e Regione agli organizzatori dopo una lunga giornata di trattative fra gli organizzatori, il prefetto e il questore. L’editore Polacchi: “Non ce ne andremo e faremo causa”

La Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone del Libro, hanno chiesto alla associazione “Torino, la città del libro”, al Circolo dei Lettori e al Comitato di indirizzo del Salone del Libro che organizzano la manifestazione, di rescindere il contratto con la casa editrice AltaForte.

Questo, dicono, alla luce della situazione che si è venuta a creare, che rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e alla forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte.

“E’ necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone”, fanno sapere i soci fondatori di Librolandia. “Gli organizzatori ci hanno assicurato che revocheranno il contratto con Altaforte”, aggiunge il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino.

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La replica di AltaForte arriva a stretto giro: “Faremo sicuramente causa”, annuncia l’editore Francesco Polacchi, che dice di non voler lasciare lo stand e invita la sindaca di Torino a “occuparsi della città più deindustrializzata d’Italia”.

Nicola Lagioia, direttore del Salone, intanto annuncia: “Halina Birenbaum farà una lectio inaugurale domani proprio per segnare da che parte stiamo. La sua assenza sarebbe stata uno sfregio per l’evento e per Torino”. La sopravvissuta al campo di sterminio era pronta a tenere una lezione fuori dal Lingotto Fiere nel caso in cui la presenza della casa editrice vicina a Casapound fosse stata confermata. A questo punto, è probabile che i diversi autori che avevano annunciato la loro assenza per non condividere gli spazi con una casa editrice neofascista ora si ricredano: “Ho chiamato Carlo Ginzburg e ZeroCalcare per dir loro di preparare le valigie e venire a Torino”.

Sorgente: La casa editrice di CasaPound fuori dal Salone del Libro – Repubblica.it

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